lunedì 13 febbraio 2012

Liberare l'amore

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Gesù ci promette lo Spirito Santo, dicendo che ci spiegherà la verità tutta intera. Ma solo più avanti spiega i contenuti di questa verità, dicendo che lo Spirito “convincerà il mondo in quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio”. Poi spiega brevemente questi contenuti: “in quanto al peccato perché non credono in me, in quanto alla giustizia perché vado al Padre e non mi vedrete più, in quanto al giudizio perché il principe di questo mondo è già stato giudicato”. Il tutto è piuttosto criptico, poco attraente rispetto ad altri contenuti del Vangelo, come l’amore, la misericordia, il comandamento nuovo, ecc. Forse per questo è molto difficile trovare un commento a questo passo del Vangelo. Eppure è quello che lo Spirito deve fare in noi: c’è tutto il Vangelo! Per convincerci dei peccati al plurale non c’è bisogno dello Spirito, mentre qui c’è un peccato che senza lo Spirito Santo non si coglie. Parlare dei mali e dei peccati ingenera pessimismo, mentre scoprire che siamo peccatori apre il cuore al dono della nuova giustizia e ci libera dal giudizio, dal dipendere dal giudizio degli uomini, dalle lotte di potere anche familiari, dalla paura di sbagliare, dai paragoni, dal giudicare gli altri, ecc. San Paolo scopre di essere peccatore nel mezzo dello zelo per le sue chiese, e si libera da un’angoscia di morte (cfr 2 Cor, 1, 8-9), fino ad esclamare “Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze! (2 Cor , 12, 9). Chi non coglie il suo cuore peccatore non lo può aprire, come il solco della parabola al dono gratuito della nuova giustizia, dove Dio dà all’uomo non quello che è dell’uomo ma quello che è di Dio! Ma il tutto si vede dal convincimento di giudizio, che in definitiva è il dono del comandamento nuovo, in cui si ama fino all’ultimo peccatore e ci ritrova uniti in Cristo più che in ogni altro “gruppo primario” in cui tutti cercano immagine e salvezza anche a costo cella vita. Se il legame che ci unisce in Cristo non è “primario” rispetto ai legami sociali in cui cerchiamo immagine davanti agli altri, si vanifica tutto il Vangelo; le parole della catechesi rimangono esterne e volatili. Le comunità dei primi cristiani erano “primarie”, tante parrocchie non lo sono e ci cerca “amore” fuori, in ogni gruppo, anche perverso. Per fortuna ci sono molti esempi di comunità primarie cristiane, che attraversano indenni il deserto del secolarismo.
Il libro sviluppa i tre “convincimenti” penetrando in modo sorprendete e mirabile nel cuore dell’uomo per aprirlo al Vangelo vivo. Fa vedere gli idoli su cui ci appoggiamo nel peccato, anche nella vita dei cristiani; il mondo nuovo che nasce nel Cristo risorto, per chi crede; la forza trasformatrice del comandamento nuovo di Gesù.


UGO BORGHELLO Liberare l’Amore. La comune idolatria, l’angoscia in agguato, la salvezza cristiana, presentazione di Mons. Bruno Forte, 4 edizione, Ares, Milano 2009.

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