martedì 20 novembre 2012

Anno della Fede n. 2


“Credo in un solo Dio, Padre Onnipotente,
Creatore del cielo e della terra”.

Quale uomo, di qualunque espressione religiosa presente sulla terra, perfino i miscredenti, non si è rivolto a Dio, invocando il suo aiuto, se non altro perché in preda a momenti di disperazione? Credere in ‘qualcosa’ o in ‘qualcuno’ è un atteggiamento che ciascuno di noi compie, spesso inconsapevolmente, anche molte volte in una sola giornata: si crede nell’efficacia di una medicina, pur non conoscendola, nelle parole di un docente o di un genitore,
nella diagnosi medica, nelle previsioni meteo, nelle promesse dell’innamorato ecc. ma questa si può definire in generale fede umana. Quando invece ci si rivolge con la preghiera o determinati riti a Dio, all’Eterno, all’Assoluto, a Qualcuno che ci trascende, si parla di fede religiosa, ma non è ancora la fede cristiana contemplata nel Credo.
Per vivere la fede cristiana bisogna innanzitutto affermare di credere non in un Dio generico, sia pure Onnipotente e Trascendente, nel quale molti credono, bensì:
“in un solo Dio, Padre Onnipotente,
Creatore del cielo e della terra”.
In particolare le due parole “Padre” e “Creatoresono quelle che fanno la differenza perché sono prerogativa unica ed esclusiva della fede cristiana, rivelate da Dio fin dall’antichità e confermate poi da Gesù Cristo, che ha molto insistito sulla parola ‘Padre’ con cui ha voluto iniziare la stupenda preghiera del ‘Padre nostro’.
Mentre però è stata sempre pacificamente accettata da tutti la definizione di ‘Padre’ rivolta a Dio, non poche difficoltà ha provocato invece il credere in un Dio che crea l’esistenza dell’universo dal ‘nulla’, come troviamo nella tradizione ebraica e nella Bibbia ai primi capitoli della Genesi, perché si è istintivamente più propensi a credere a quell’assioma della filosofia antica che dice ‘nulla si crea dal nulla’ (ex nihilo nihil), secondo cui è impossibile che l’essere possa nascere dal non essere. Tuttavia anche questo fa sorgere delle domande, perché ci si chiede infatti: “Ma il primo essere, il propulsore di tutto, da chi può aver avuto l’esistenza?”.
Infatti, sono state proprio le considerazioni sull’origine del mondo e dell’uomo, sulle sue finalità, sul senso della vita e della morte ecc. (domande che oggi si vogliono sfuggire come se non ci riguardassero affatto) a dare vita alle scuole filosofiche greche (scuola jonica, pitagorica, eleatica, i sofisti ecc.) con i grandi Socrate, Platone e Aristotele, a cui hanno attinto i nostri più grandi santi cristiani, quali Agostino e Tommaso, sia pure con i dovuti “distinguo”, soprattutto per quanto riguarda la concezione panteistica greca dell’eternità e divinità del mondo che, pur presupponendo, secondo la concezione Aristotelica, l’esistenza di un “Motore Primo Immobile”, cioè di una “Forza divina” che ha il potere di muovere il mondo senza essere a sua volta mossa, era comunque ancora lontana dal concetto cristiano di creazione.[1]
Questo, comunque, è già un buon motivo per dimostrare come può esistere una forte sintonia tra ‘fede e ragione’, cioè tra le proposte della fede cristiana rivelata nella Sacra Scrittura e l’intelletto umano, quando è usato rettamente nella ricerca della verità e del bene. Per il semplice fatto che Dio, che ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, è lo stesso identico Dio che ha poi rivelato sé stesso ai Profeti, ed è lo stesso identico Dio che ha creato la natura con le sue leggi, permettendo all’intelligenza dell’uomo di scoprirne gli arcani più profondi e di “dominare e soggiogare gli altri esseri viventi” (Gen.1,27-29).[2]
Ci sarebbe da trasalire di gioia per questo privilegio dato da Dio all’uomo, (laddove per ‘soggiogare e dominare’ non si intende certo fare violenza alla natura, ma conoscerla, lavorarla, utilizzarla e metterla a disposizione di tutti), invece mai nella storia dell’umanità è stata respinta e combattuta come pericolo universale questa rivelazione di Dio come Creatore. [3]
A onor del vero non è sempre stato così perché, dopo le filosofie scolastiche e patristiche che hanno contrassegnato la cultura medievale privilegiando l’immagine di Dio Padre e creatore, i secoli che seguirono, dall’Umanesimo e Rinascimento fino ai nostri giorni, pur focalizzando l’attenzione prioritaria sull’uomo e sulle sue potenzialità, hanno visto un proliferare di menti geniali soprattutto tra i cristiani, e tra questi molti sacerdoti e religiosi di cui parleremo.
A scatenare un’autentica guerra contro il concetto cristiano di “Creazione” è stato verso la fine del XIX secolo il prorompere della scienza con le scoperte nel campo della genetica e con la teoria evoluzionista di Darwin che è stata subito imposta come dogma indiscutibile e assoluto, nonostante le ripetute contestazioni di molti scienziati e le ultime scoperte del DNA, che hanno ulteriormente invalidato questa teoria. Mentre segnaliamo nelle note alcuni libri interessanti sull’argomento, cerchiamo di dare brevemente una risposta flash di carattere generale.

1) Darwin mise per iscritto nel 1859 il frutto delle sue ricerche secondo le quali la vita nasce dal caso e trova il suo sviluppo attraverso le mutazioni genetiche che, per mezzo della selezione naturale, passano dal meno perfetto al più perfetto nella continua lotta per l’esistenza;
2) anche l’uomo è frutto dell’evoluzione perchè proviene da antichissimi individui sub-umani non intelligenti che hanno dato vita alle scimmie le quali si sono evolute col tempo prendendo posizione eretta e dando vita all’uomo. [4]

Innanzitutto bisogna premettere che l’evoluzione in sé (non l’evoluzionismo), è compatibile con il pensiero cristiano e con il concetto di creazione, al punto che fu in qualche modo intuita già da S. Basilio, da S. Gregorio di Nissa, S. Agostino e tanti altri, i quali ritenevano che Dio, nel creare la materia, avesse immesso in essa le capacità o “rationes seminales”, per generare nel tempo le varie creature. Infatti il genetista cattolico Sermonti, premio nobel 2005, ammise la possibilità dell’evoluzione, però solo dentro una determinata specie, (es. lo spuntare di code o tentacoli in alcuni animali, la mutazione di ali e piume negli uccelli, il mutare di caratteristiche somatiche in certe razze umane ecc.) però mai si è verificato il caso di un netto passaggio evolutivo da una specie all’altra, e men che meno si sono trovati i cosiddetti ‘anelli mancanti’ a provare le affermazioni di Darwin, “a motivo della stabilità del DNA che, nel diversificare una specie dall’altra, la determina e identifica per sempre, irreversibilmente”.[5] Mai si è verificato che da un uovo di gallina sia nato un gattino o un canarino o altri elementi naturali in evoluzione verso il più perfetto.
La teoria Darwiniana non solo non è compatibile con la genetica, ma neppure con la paleontologia e la fisica sperimentale in quanto gli scienziati, tra cui Kelvin, fondatore della termodinamica, affermano che l’evoluzionismo, diverso dall’evoluzione, è impossibile anche per mancanza di tempo necessario alla formazione di tali processi, dal momento che il caso non riuscirebbe a mettere insieme in 300 miliardi di anni neppure una sola proteina, mentre la terra ha solo 4 miliardi di anni.[6]
Ma dopo che questa propaganda ci è stata bombardata come verità assoluta per oltre un secolo sin dalle scuole primarie, ha provocato una specie di complesso di inferiorità nei cristiani che hanno dovuto quasi difendersi dal ridicolo, ma il peggio è che ha creato una profonda spaccatura tra fede e ragione, cioè tra la Parola di Dio Rivelata, considerata fideismo per ignoranti, e la “parola indiscutibile” dello scientismo evoluzionista, fornendo l’esca a liberi pensatori e falsi teologi per spazzare via, assieme ad Adamo ed Eva, anche il peccato originale e la stessa Incarnazione e Risurrezione di Cristo, rendendo perciò inutile la presenza della Chiesa da Lui fondata e tacciando di imbecilli coloro che si ostinano a credere nel “Credo”. [7]
Infatti si esprime proprio così l’ateo Odifreddi nel suo ultimo libro “Perché non possiamo essere cristiani” “il mondo è fatto in gran parte di cretini, cioè, etimologicamente, di cristiani. Il cristianesimo, infatti, è indegno della razionalità e dell’intelligenza dell’uomo perché si è fatto buggerare da Cristo e dai suoi stupidi seguaci”.[8]
È vero che molta gente continua a credere in Dio, almeno nella Chiesa e nei Seminari, ma in un Dio vago e indefinito che ha perso molti dei connotati del Dio cristiano per assumere quelli del dio massone, grande architetto del mondo. La massoneria si è servita anche di Darwin per colpire ulteriormente la Chiesa, col tacito consenso, purtroppo, di ignobili falsari cattolici.[9]




[1] Antonio Livi, Tommaso d’Aquino, il futuro del pensiero cristiano, ed. Mondadori
   G. K. Chesterton, Tommaso d’Aquino, ed. Fede & Cultura
[2] Umberto Fasol, Chi èstato? I racconti delle origini tra scienza e teologia, ed. Fede & Cultura
[3] Francesco Agnoli, Dio, questo sconosciuto, riflessioni su scienza, storia e morale, Sugarco Ed.
[4] Ch. R. Darwin, L’origine delle specie per opera della selezione naturale
[5] Giuseppe Sermonti, Dimenticare Darwin, Rimini 2003.
[6] Daniel Raffard de Brienne, Per finirla con l’evoluzionismo, ed. Il Minotauro.
   Roberto de Mattei, Evoluzionismo, il tramonto di una ipotesi, ed. Cantagalli
[7] D. E. Ravalico, La creazione non è una favola, Milano 1987.
[8] Piergiorgio Odifreddi, Perché non possiamo essere cristiani, e meno che mai cattolici, Ed Longanesi.
[9] Giovanni Cavalcoli, Parolechiare sulla vita della Chiesa, Chiesa e Massoneria, ed. Fede & Cultura.

2 commenti:

  1. Beh, almeno Sermonti sarà felice del Nobel che gli hai appena assegnato...

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  2. Grazie Patrizia per il tuo impegno per la verità.

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