giovedì 12 marzo 2015

Per te cara donna

La festa delle donna! La mia festa! Mi sento davvero meritevole di avere una festa tutta per me, solo per il fatto di esser donna? Quante donne ne hanno combinate di tutti i colori, soprattutto nell’ambito della famiglia. Arrivate verso la quarantina, con tanto di marito e di figli, molte donne, all’insegna della massima irresponsabilità e incoscienza, vogliono la separazione (oltre l’85 % dicono le statistiche), per il fatto che sentono “il richiamo della foresta” di quando erano ragazzine, libere e spavalde e così, giunte “nel mezzo
del cammin di loro vita” desiderano tornare a godere di quella libertà di un tempo mollando tutto, vale a dire il marito, perchè è di disturbo, ma anche i figli, perché vederli soffrire della separazione dei genitori fino allo squilibrio psichico, come accade, è peggio che abbandonarli. Marito manesco? Violento? Infedele? Di motivi per arrivare a buttarlo fuori di casa in fretta se ne possono trovare a iosa, col beneplacito di certi giudici, ormai abituati a questo e a peggio.

Ed è così grande la sofferenza del marito abbandonato che si vede all’improvviso sull’orlo del baratro, senza più né moglie, né figli, né casa, né soldi, (perché la legge assegna tutto alla madre separata con figli senza obiezione alcuna) che perde la testa e finisce per ammazzare la famiglia prima di suicidarsi in preda alla più cupa disperazione. Femminicidio? Ci siamo mai chiesti perché quasi tutti i femminicidi in famiglia finiscono col suicidio del marito-assassino? Gonfiatura o meno dei media, è terribile arrivare a queste efferatezze, ma se la donna arriva al punto da uccidere la vita che porta in grembo “a norma di legge”, (sono milioni ormai i bimbi abortiti), finisce con l’uccidere anche sé stessa. Amore chiama amore, e violenza chiama violenza.

Non ce l’ho con la donna, le voglio bene, perché voglio bene a me stessa, so quanto lavora, quanti fardelli pesanti sa portare con coraggio, tuttavia bisogna riconoscere anche le manchevolezze del “gentil sesso”, le molteplici “armi sottili e taglienti” della provocazione femminile nei confronti dell’uomo, davanti alle quali il maschio si sente spesso “disarmato”, raggirato e anche tradito. Certo, la questione può essere reciproca!  Tutti dovremmo farci un serio esame di coscienza, maschi e femmine, nell’intento di ricucire le rotture al più presto, anche per non creare la falsa mentalità dei due eserciti schierati in battaglia “l’un contro l’altro armato”, il sesso femminile contro quello maschile. Il bene e il male esiste non nelle categorie sessuali o professionali o altro, ma dentro il cuore di ognuno di noi, uomo o donna che sia, e pertanto bisogna impegnarsi da subito per far prevalere misericordia e perdono verso il proprio coniuge piuttosto che risentimento e odio.

Cara donna, tu hai ricevuto molto di più rispetto all’uomo, perché così ha voluto il Creatore. Non dimenticare che il Figlio di Dio, Gesù, ha voluto entrare nel mondo attraverso il grembo di una donna, in una famiglia con madre e padre, la famiglia di Nazareth. Perciò ricordati del ruolo fondamentale che Dio ti ha affidato nella famiglia e nella società: non distruggerla al primo vento di difficoltà, compi il tuo umile servizio con amore, non credere di poterti realizzare solo al di fuori della tua famiglia, è falso! Difendi la tua famiglia con coraggio da chi te la vuole distruggere o falsificare. E nei momenti difficili prega il Signore perché ti dia più pazienza, più comprensione, più fortezza…, perché puoi, devi dare di più rispetto all’uomo, nella certezza che tutti questi valori, spesso vissuti da te fino all’eroismo, ti ripagano in abbondanza da subito perché te li ritrovi nella pace in famiglia, nell’equilibrio e serenità dei tuoi figli, nell’amore del marito, che potrai anche rimproverare severamente se osa sgarrare, e non ultimo te li ritrovi moltiplicati nel “portafoglio” perché invece di spendere soldi per avvocati, tribunali, litigi e arrabbiature, li impieghi invece per qualche sano divertimento o svago familiare in più. Se sei fedele, sarai anche felice! 

E alla fine dei tuoi giorni, sarà Gesù ad accoglierti con le braccia aperte dicendoti: Vieni, o serva buona e fedele a godere la gioia del Paradiso, perché sei stata fedele e paziente nella tua famiglia, con tuo marito, figli e suoceri…  vieni a godere la gioia che finalmente asciugherà le lacrime che hai tenuto nascoste a tutti, e che adesso ti aprono la strada della felicità eterna.  
La vita passa in fretta e nulla si perde per chi ha fede, nemmeno un sospiro.

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