Dicono che nessun congresso mondiale di tipo culturale e non politico,
perciò pacifico, come quello che si sta svolgendo a Verona in favore della
famiglia naturale sia stato
così boicottato e osteggiato come questo, minacciando di morte perfino il
leader del Family day, il dott. Massimo Gandolfini, colpevole di difendere la
famiglia, nonostante abbia più volte chiarito che “i gay vanno accolti, ma è
l’ideologia del gender il nemico da combattere, perché mira a scardinare la
nostra società e a rovinare creature innocenti, peggio dell’aborto”.
Intervistato dal quotidiano “Libero” su questo argomento, il dott. Gandolfini chiarisce
che lui non ce l’ha affatto coi gay, perché ad esempio: “se uno dei miei sette
figli (tutti adottati d’accordo con sua moglie, compreso qualche disabile),
fosse omosessuale, lo amerei come tutti gli altri. Però gli spiegherei che non
è una via obbligatoria ma un comportamento che può cambiare senza costrizioni”.
Il prof. Massimo Galdolfini,
primario di neurochirurgia e direttore del dipartimento di Neuroscienze
dell’Istituto ospedaliero di Brescia. Specializzato anche in psichiatria presso
l’università statale di Brescia; è stato ed è tuttora uno dei principali
difensori del diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale e alla
famiglia naturale, e precisa che contro il congresso delle famiglie di Verona
c’è stata una preoccupante levata di scudi: siamo in emergenza democratica
perché il mondo LGTB (che nessuno di noi si è mai sognato di boicottare nelle
sue manifestazioni se non adducendo rispettose ma chiare motivazioni di
carattere culturale e antropologico), ha il coraggio di attaccare
un’istituzione come la famiglia naturale esaltata dalla nostra Costituzione e
che ha costituito l’ossatura portante di tutta l’umanità da quando esiste
l’uomo.
E così, mentre si inneggia alla “democrazia”, si prepara il capestro
per tutti coloro che commettono un “reato di pensiero”, come è accaduto al
dott. Giancarlo Ricci, psicoterapeuta con esperienza
quarantennale denunciato dall’Ordine degli psicologi della Lombardia per aver
“osato” esprimere il suo parere sulla “priorità della coppia genitoriale
formata da un uomo e da una donna