FEMMINICIDA È LA LEGGE
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Dopo
che la televisione usa la donna come esca per loschi affari proponendo da anni dosi
massicce di filmati violenti e disgustosi come fossero normali esempi da
imitare nel caso ci si volesse sbarazzare di qualcuno impunemente;
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dopo
che da oltre mezzo secolo alle madri è stata data licenza di ammazzare i loro
figli con l’aborto a norma di legge, con milioni di bambini uccisi e un buco
generazionale spaventoso;
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dopo
che la scuola fa violenza al cervello di bambini innocenti insegnando a
dubitare della loro identità biologica attraverso teorie false e criminali come
il “gender” strada sicura verso la follia, nonostante il forte parere contrario
del collegio americano dei pediatri del 2017.[1]
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dopo
che le statistiche dicono che ogni anno le donne assassinate per vari motivi
sono circa 130, contro 400 di maschi uccisi, mentre nessuno dice che sono in
forte aumento i suicidi soprattutto dei maschi: 3.200 all’anno contro 800 per
le donne…ecc.
Dopo
tutto questo programma luciferino e peggio ancora forse si comincia a capire
meglio per quale motivo l’opinione pubblica insista nel focalizzare la sua
attenzione solo sui femminicidi con un martellare continuo, come se fosse
l’unico crimine dell’umanità, con tutto il rispetto per queste povere donne
ammazzate, ovviamente. Forse perché i femminicidi sono spesso legati alla
famiglia dal momento che avvengono per lo più da parte del marito che ammazza
la moglie o la compagna, anche se poi, per disperazione, finisce quasi sempre per
suicidarsi. E siccome c’è in atto da decenni un’azione di demolizione della
famiglia cosiddetta naturale, cioè quella nata con la comparsa sulla terra dell’uomo
e della donna, ecco che si vuol mettere la donna contro l’uomo, il marito
contro la moglie, per dimostrare che quella tipologia di famiglia è un modello
obsoleto e superato e favorire altre tipologie di unioni variegate o di ammucchiate
sotto lo stesso tetto.
Donna strumentalizzata. E per raggiungere più in fretta questi
obiettivi, la cosiddetta società “laicista”, soprattutto negli ultimi decenni, non
ha fatto altro che strumentalizzare la donna, soprattutto la sposa e la madre, facendole
credere di essere la “schiava della famiglia” e non la “regina della casa”, di
antiquata memoria, dove a un certo punto la presenza del marito e dei figli
rappresentano un peso insopportabile che impediscono la sua libertà e la sua realizzazione
professionale ecc. La stessa società,
dopo aver presentato il divorzio, non come un istituto al quale ricorrere solo
in casi gravi, ma come una tappa normale e auspicabile nel percorso
matrimoniale dopo le prime inevitabili controversie di coppia, ha insinuato
alla donna il suo diritto sacrosanto di “rifarsi
una vita” a suo piacimento, offrendole tutte le “armi” legali per poter
decidere liberamente da sola, quando e come sbarazzarsi del marito e della
famiglia a “norma di legge”, cioè tacitando anche la sua coscienza.
Il Patto Coniugale. A farne le spese è stato soprattutto il
matrimonio, la famiglia ovviamente, che ha subito veri sconquassi soprattutto
da parte della moglie che nella misura dell’85% è la prima a volere la
separazione contro il volere del marito, spesso per motivi futili o pretestuosi
che ormai nessun giudice chiede più, perché è scontato che bisogna