sabato 29 aprile 2023

O CON GESU' O COL DIAVOLO

               Considerazioni alla luce degli ultimi gravi avvenimenti


 LINK. N. 1  CIONCI AL DIRETTORE DE "LA BUSSOLA"

    https://youtu.be/PrTdPNKRyzI


LINK. N. 2    CIONCI AL  PROF. GIOVANNI ZENONE    https://youtu.be/A7EgeyYbwNs

        

LINK. N. 3    CIONCI AL PROF.  MASSIMO VIGLIONE.

       https://youtu.be/jlREeJ5gOa4

 


Egregio dott. Cionci,


l'esortazione accorata che lei sta rivolgendo alla coscienza personale di noti rappresentanti del mondo culturale cattolico che, pur criticando Bergoglio, si ostinano a volerlo riconoscere come papa, ignorando il vero Papa Benedetto e la vera successione apostolica,  è ammirevole!  Complimenti!  Vedasi link di apertura. Anche perché vi traspare una buona dose di pazienza, umiltà e tenacia, fondate sulla consapevolezza che “la posta in gioco!” è a dir poco incommensurabile, visto che non si tratta di tifare per un presidente della Repubblica piuttosto che un altro, come avviene nella società civile, ma riguarda una questione escatologica di origine divina, il cuore pulsante della Chiesa, direttamente collegata a un intervento di “investitura” soprannaturale che è il cosiddetto “MUNUS” voluto da Gesù Cristo per il suo Vicario in terra che è il Papa, quello giusto però, secondo la successione apostolica, e non quello proveniente da complotti di cardinali massoni, come da testimonianza pubblica di uno di loro in punto di morte, il card. belga Godfried Daneels, che ha dichiarato la nomina di Bergoglio come conseguenza di un complotto di cardinali detto “mafia di Sangallo”, situazione passibile di scomunica per tutti, Bergoglio in primis, secondo la dichiarazione “Universi Dominici gregis” di San Giovani Paolo II. 

Ma chi crede più a questi documenti papali? Alla stessa legge imperitura di Dio attraverso la sua bimillenaria Chiesa cattolica? Ognuno del Clero se la fa e se la disfa a suo piacimento, incurante del giudizio di Dio e della Sua volontà, come se Dio non ci fosse, ma solo il loro parere personale che nessuno osa contestare.

Lo stesso Bergoglio infatti ha voluto togliere il titolo di “Vicario di Cristo” dall’Annuario pontificio, mentre si guarda bene dal togliere quella statua sacrilega della dea pagana Pachamama dal cuore della basilica cristiana per eccellenza che è San Pietro, causa di tutte le pestilenze e calamità di questi ultimi tre anni e di cui non riusciamo a liberarci.


 E questa presenza di peccati mortali pubblici e tradimenti di ogni genere dentro il cuore della Chiesa non può che recare danni gravissimi non solo per il mondo ecclesiastico cattolico ma per l’intera umanità perché quando manca la vera Chiesa, il vero Papa secondo la successione apostolica, diventano invalide se non sacrileghe anche le nomine di vescovi e sacerdoti, e di conseguenza la chiesa cattolica scadrebbe a livello di una delle tante sette protestanti privata dei sacramenti, cioè di quei doni soprannaturali che conferiscono la grazia solo se amministrati da Vescovi o sacerdoti della vera successione apostolica, quella voluta da Dio e non quella proveniente da falsi conclavi o accordi clandestini gravemente peccaminosi.


 Le leggi della Chiesa volute da Dio nella figura del Figlio Gesù Cristo, definite da Egli stesso nel Vangelo “un carico leggero”, quali Comandamenti, Sacramenti, Doni dello Spirito Santo, Vita di Grazia, Virtù cardinali e teologali, Catechismo della Chiesa cattolica, Opere di misericordia spirituali e corporali, Encicliche ed esortazioni papali, documenti dell’Episcopato… oltre a tutte le opere sociali, umanitarie e culturali, costituiscono la linfa vitale di tutta la vita cristiana e sono vincolanti non solo per la coscienza dei credenti ma per la stessa sopravvivenza della Chiesa così come Dio l’ha voluta, cioè come “Sacramento di salvezza”. Quella salvezza che, volenti o nolenti, riguarda tutto il genere umano perché legato alla nostra vita dopo la morte, vita di gloria o di dannazione eterna.  Ci si può fare beffe di tutto questo, presi da un delirio di onnipotenza quando ci si crede i padroni del mondo, tuttavia la resa dei conti arriverà per tutti, ricchi e poveri, credenti e profanatori.

 

Ma anche per coloro che credono solo nella vita presente dovrebbe avere molta importanza la vita della vera Chiesa cattolica come Gesù l’ha voluta perché, come stiamo toccando con mano, senza la vera Chiesa cattolica voluta da Gesù Cristo, niente più funziona neppure nella società civile, perché, abolita la presenza di Gesù Cristo come vuole il Nuovo Ordine Mondiale con a capo il falso papa Bergoglio, non avremmo una società libera, laica, aperta pacificamente a tutte le religioni, come molti ignoranti anche cattolici credono, bensì avremmo un susseguirsi di guerre, carestie, devastazioni, ingiustizie, soprusi, angherie, imbrogli ecc. come frutto di una società satanica con a capo il diavolo e le sue legioni perché “laddove non regna Cristo, regna satana” e non la laicità, oltre alla grande probabilità che ci aspetti l’Inferno dopo la morte, avendo preferito le tenebre alla Luce. Già si parla di dover invalidare tutto quello che ha operato il falso papa Bergoglio in questo terrificante decennio! Figuriamoci se dovessimo proseguire su questa strada della infedeltà dopo di lui.


 E’ vero che Gesù ha promesso che “le porte dell’Inferno non prevarranno” ma non si sa per quanto tempo potremmo rimanere “orfani” diciamo così della sua Presenza divina se non combattiamo subito con coraggio per far emergere la Verità e la vera Fede.  Lo scisma d’Occidente con la presenza di due o tre papi è durato circa 40 anni con danni enormi per tutta la Chiesa e le anime, ma adesso c’è ben di peggio perché allora si trattava solo di miserabili contese tra fazioni di cardinali per accaparrarsi il potere con la nomina di Papi di loro gradimento, mentre adesso viene intaccata l’intera dottrina cattolica e la stessa Chiesa con l’obiettivo di distruggerla, perché questo è l’obiettivo della massoneria del “Nuovo Ordine mondiale” attraverso il falso papa Bergoglio che porta avanti il volere dell’anticristo, grazie anche ai suoi ottusi e colpevoli sostenitori cattolicissimi, laici ed ecclesiastici. Qui ci si gioca l’anima se non si cambia rotta subito.

 

Chi si scandalizza di queste mie parole, vuol dire che è immerso nelle tenebre e non vede la terribile realtà di guerre e apostasia che sta avanzando e pertanto lo invito ad ascoltare bene le considerazioni di Cionci soprattutto nel primo link di apertura, dove fa una carrellata veloce, non di sue invenzioni ma di fatti gravissimi accaduti ai quali purtroppo non si da’ tanta importanza perché le tenebre hanno invaso non solo il Tempio, come da affermazione di San Paolo VI, ma addirittura i cuori dei credenti. I quali ignorando la vera dottrina della Chiesa e il Magistero perenne, non sono più in grado di distinguere il peccato dalla grazia, il bene dal male, il sacrilegio dalla profanazione, l’obbedienza vera dalla sottomissione servile, il giudizio temerario dal dovere del discernimento, l’ecumenismo lecito dalle concessioni sacrileghe, ecc.

 

Vista questa chiusura mentis o ignoranza crassa davanti a fatti ormai documentati, sconcertanti, oltre che scandalosi per la loro gravità, perché si tratta ormai di apostasia vera e propria accompagnata da peccati miserabili che riguardano, come diceva San Giovanni “la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita” (1Gv. 2,16) viene da chiedersi: ma questi bravi cattolicissimi professoroni imbevuti di cultura e di saggezza, credono o no alla Parola di Dio, al Magistero perenne della Chiesa, al Giudizio di Dio col premio o col castigo eterno, dopo aver accusato di modernismo tutti quelli che non la pensano come loro, credendo così di mettere al sicuro la loro coscienza e forse anche la loro anima?

 

Egregio dott. Cionci, alla fine di tanti discorsi, penso che tutti, o quasi tutti, nell’intimo del loro cuore siano d’accordo su queste fondate motivazioni, però poi, nella pratica, si sentono frenati a motivo di interessi da difendere, o privilegi da mantenere, o compromessi e giudizi da salvaguardare, o perché sentono la responsabilità della direzione di Istituti o Congregazioni che rischiano la soppressione senza la loro vile sottomissione a Bergoglio, (che poi non durerà in eterno nemmeno lui con tutta la sua falsa corte papale di leccapiedi), a tal punto da preferire queste misere realtà alla Verità che è Gesù Cristo, incuranti del fatto che siamo in tempo apocalittico e si esige la fede eroica.

In pratica non si fidano di Dio nella prova ma contano di più sulle loro sicurezze umane alle quali stanno ben aggrappati e che li trascineranno all’inferno quando si presenteranno davanti al giudizio di Dio, assieme alle anime che loro hanno coinvolto con il loro silenzio colpevole.

 

Che la Vergine Santa, Regina delle Vittorie, apra gli occhi del cuore, della fede e della ragione a tutti coloro che hanno delle grosse responsabilità davanti a Dio e agli uomini per compiere sempre e dovunque la volontà di Dio, costi quello che costi. 

                                                            Patrizia Stella

lunedì 17 aprile 2023

TESTAMENTO "OMEGA" DI PAPA BENEDETTO XVI DOPO LA SUA MORTE

   commento al testo ufficiale Radio Rosa Mistica


Ricevuto da suor Benedetta della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023. Introduzione alla pubblicazione privata e non ufficiale del “testamento omega” di Papa Benedetto XVI.


Questo testamento è stato comunicato a suor Benedetta della Santa Croce membro della comunità delle suore Francescane della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023 sotto forma di dettatura durante un'apparizione di Papa Benedetto con la richiesta che venga reso pubblico, in particolare che la Curia Vaticana e l'intero collegio cardinalizio ne vengano a conoscenza; questa è una traduzione provvisoria e anonima basata sul testo audio del sottocitato video di Radio Rosa Mistica Colombia.

 

La questione dell'autenticità deve essere decisa da chiunque si trovi di fronte a questo testamento postumo di Papa Benedetto XVI, morto nel dicembre 2022: in esso vengono rivelati fatti in parte estremamente scioccanti per la loro natura demoniaca e malefica, ma il testamento è anche una magnifica testimonianza di una fede eroica in Gesù Cristo l'unica Via, l'unico Redentore che secondo la Volontà di Dio dovrebbe incoraggiare tutti noi a imitarlo.

 

Papa Benedetto XVI in varie frasi fa un chiaro riferimento al “misterium iniquitatis”, il mistero dell'iniquità che ora, dopo la sua morte, quella dell'ultimo Papa, prenderà il suo corso; con ciò e con la sua testimonianza della guida sovrana della Chiesa in questo tempo di tribolazione da parte di nostro Signore Gesù Cristo che ha tutto sotto controllo, ci sta preparando alla battaglia finale tra il BENE e il MALE che si concluderà con il trionfo degli eletti, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria attraverso l'intervento di nostro Signore Gesù Cristo.

 

A una mente umana, certo, non sarebbe venuto in mente di concepire l'esistenza di una seconda parte del Testamento Spirituale di Papa Benedetto XVI, e per di più di utilizzarla per proclamare solennemente il quinto Dogma Mariano come è stato fatto qui; in esso Papa Benedetto dà testimonianza della Beata Vergine Maria come Corredentrice, Mediatrice e Avvocata ed é convinto che la proclamazione di questo dogma sarà decisiva per superare la grande crisi della Chiesa Cattolica. E' significativo che né suor Benedetta, né il signor Henry direttore del programma di Radio Rosa Mistica Colombia fossero a conoscenza della morte avvenuta il 1°gennaio di Giulio Colombi, l'amico 97enne del Papa; questo, così come gli altri nomi corretti degli amici più intimi di Papa Benedetto, la menzione del Presidente Obama come “mente” del colpo di stato contro il pontificato di Benedetto, nonché lo stile letterario del testamento tipico per il Papa e certamente non imitabile da una semplice e pia suora di una congregazione contemplativa, tutto ciò parla dell'autenticità di questo Testamento Omega del Papa dettato dall'Eternità.

 

Una questione delicata sorge con la menzione esplicita della Fraternità Sacerdotale di Pio X che non è ancora stata riunita canonicamente con la Chiesa Cattolica. Qui si potrebbe sollevare l'obiezione di trattarsi di una possibile falsificazione per fare proselitismo dei fedeli verso questa comunità; l'autore di questo commento, tuttavia, è giunto alla conclusione che proprio in questo si manifesta la grandezza pastorale di Papa Benedetto XVI che dal Cielo si preoccupa ancora della loro unità con la Chiesa e vuole evitare che si allontanino ancora attraverso i falsi e adulatori compromessi con “Francesco”. Il fatto che al nome della Fraternità Sacerdotale di Pio X sia stato aggiunto il nome “e di San Paolo” oltre a quello di “Pio X” è al momento ancora enigmatico, ma potrebbe rapidamente rivelarsi un indizio particolare dell'autenticità del Testamento Omega nel futuro prossimo. Infine, questo evento è stato ufficialmente e correttamente predetto dalla nostra signora di Anguera in Salvador (Brasile) nella sua apparizione del 6 gennaio 2015 e certamente, non a caso, nell'esatto giorno dei futuri funerali di Papa Benedetto XVI: il messaggio n.4083 inizia con le parole “Amati figli, l'Umanità sarà sorpresa dalla rivelazione fatta da un Re (il Papa è un monarca)”. La pubblicazione ufficiale non tarderà ad arrivare e certamente confermerà la reazione prevista dalla Madonna; altri messaggi della Madonna suggeriscono anche la confusione e la divisione all'interno del Vaticano e del Collegio Cardinalizio in seguito alla pubblicazione, il che non sorprende.

 

 

TESTAMENTO OMEGA DI PAPA BENEDETTO XVI

 

ricevuto da suor Benedetta della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023. Questo testo è una trascrizione provvisoria fatta sulla base dei sottotitoli scaricabili su GloriaTV (vedi link)

 

Salve. Un cordiale saluto a tutti voi cari amici di questo canale di Radio Rosa Mistica Colombia. Abbiamo un'informazione esclusiva di Radio Rosa Mistica Colombia e di questo canale ed è un messaggio ricevuto in visione da suor Benedetta della quale abbiamo già trasmesso messaggi molto precisi e che riceve messaggi dal Cielo; in questa occasione suor Benedetta delle suore Francescane della Santa Croce ha assistito in visione testimone a un racconto successo il 2 febbraio 2023 Festa della Candelora, durante l'offertorio della Santa Messa, celebrata nel suo monastero da un sacerdote che non celebra in comunione con Bergoglio; le suore francescane della Santa Croce, una testimonianza di Papa Benedetto XVI che ci ha raccontato in un testo che abbiamo e anche in un audio che conserveremo per la storia... giusto ? Leggo il testo e cercherò di non fare ulteriori commenti perchè un po' lungo, inedito nel suo contenuto, perché Papa Benedetto XVI (l'ho già letto tre volte) spiega la realtà all'interno del Vaticano che tutti noi sospettavamo ... se ciò avviene all'interno di una Messa, al momento dell'offertorio, allora questo ha, suppongo, un grande valore.

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 Ebbene il 2 febbraio 2023 Festa della Candelora, durante l'offertorio della Santa Messa, ecco il relato scritto di suor Benedetta: “Mentre il sacerdote incensava le offerte del pane e del vino, questo improvvisamente è scomparso davanti ai miei occhi e quello che vedevo era Papa Benedetto XVI; era vestito di paramenti bianchi e dorati, ha incensato le offerte e l'altare... poi si è girato per incensare l'assemblea... è così che ho potuto vederlo chiaramente, perché all'inizio potevo vedere solo le sue spalle... Stava celebrando la Messa Tradizionale... i suoi paramenti erano di un bianco scintillante e sul suo petto c'era una croce pettorale di smeraldi e sulla casula c'erano gigli ricamati in argento intrecciati con i Sacri Cuori di Gesù, Giuseppe e Maria in oro scintillante. Sono rimasta scioccata nel vedere Papa Benedetto XVI splendente, tutto il contrario di come l'avevo visto la volta precedente nei miei sogni, Il giorno del suo funerale; allora era vestito come un Papa, ma non aveva alcuno splendore, era come un normale essere umano invecchiato con l'età, ...ma oggi l'ho visto in modo diverso, oggi l'ho visto pieno di gloria, ringiovanito pieno di vigore... tutto in lui risplendeva, non solo i vestiti, ma anche la sua pelle, come se la luce lo illuminasse dall'interno... il suo volto sereno era quello di una persona giovane e allo stesso tempo matura, sembrava molto concentrato incensando, poi nel canone ho ascoltato le parole di Papa Benedetto XVI in perfetto latino secondo il Rito Straordinario cioè la Tradizionale Messa Tridentina; la cappella era piena di incenso, di un colore squisito con una miscela di mirra molto profumata... c'era una sensazione di santità nell'aria... credo che tutti i presenti abbiano provato la stessa sensazione, c'era un santo timore di Dio... eravamo tutti in soggezione, è stato molto solenne mentre Papa Benedetto XVI alzava la Sacra Ostia consacrata nel Corpo del Signore; ho visto che molto incenso è stato elevato al Cielo, ...a un'estremità dell'altare c'era un angelo, lo si vedeva vestito regalmente e Ganswein dare ordini da parte di Francisco alle suore che mi servivano, ho sentito quello che ha detto: “Continuate a dargli la medicina... fate tutto in modo che sembri molto naturale non sollevate sospetti, non fate domande; ordini dall'alto ! Non preoccupatevi, sarete ben ricompensati...”

 

“Facevo finta di non sentire nulla e da questo momento, ogni cibo, medicina che mi davano era un tormento... evitavo di mangiare per paura che fosse avvelenato e questa mancanza di cibo danneggiava ulteriormente la mia salute già fragile. Ho sempre benedetto le medicine perché ero sicuro che le cambiassero... la mia vita in prigione, durata quasi 10 anni, stava per finire, Dio aveva fretta con me. Anche se avessi voluto parlare chiaramente, non potevo farlo, non mi avrebbero nemmeno creduto, avrebbero distorto le mie parole, non avevo nessuno intorno a me di cui potermi fidare... era una situazione molto stressante, così Dio mi illuminò affinché potessi comunicare in qualche modo attraverso codici e parabole e precisamente attraverso i libri nella speranza che almeno qualcuno capisse il mio modo di parlare.

 

In occasione del mio 95esimo compleanno, Francisco venne a trovarmi e mi portò una bottiglia di vino e dolce di latte e chiese di rimanere solo con me: non avrei mai pensato che il suo cinismo e la sua capacità di male fossero così elevati in lui; vidi ancora una volta il suo odio per me, per la Chiesa e soprattutto un odio smisurato per la Madre di Dio. Mi ero sempre considerato un uomo pacifico e diplomatico... cosa potevo fare ? Solo soffrire in silenzio, in grande solitudine, perché alla fine della mia vita, in perfetta conformità con il Cristo sofferente, mi sono trovato abbandonato da ogni aiuto divino; faceva parte della mia purificazione, avevo capito questo... il mio ufficio di Vicario di Cristo richiedeva una grande purificazione... molto mi era stato affidato e presto avrei dovuto rendere conto a Dio di tutta la mia amministrazione; dovevo rendere conto non solo per la mia anima di cristiano battezzato, ma per tutta la Chiesa. Che grande responsabilità ! Che pesante Croce da portare come Papa ! Da quel momento in poi , tutto mi fu chiaro e questa consapevolezza mi causò una doppia sofferenza.

 

In confessione e con il suo solito atteggiamento adulatorio di falsa fratellanza, Bergoglio o meglio “Francisco” mi disse con tono beffardo e con il suo tono molto cinico e spietato che gli piaceva avere la Chiesa nelle sue mani, che l'avrebbe distrutta completamente e avrebbe seppellito l'Eucarestia per sempre... mi disse: “Cancellerò il tuo Dio dalla faccia della terra ! Ho molti alleati che mi aiutano, non solo dall'interno ma anche dall'esterno; la Curia è inginocchiata ai miei piedi, il collegio Cardinalizio sono cani fedeli, lo sai ! Non puoi negare che sono fedeli, che obbediscono !” ... e sorrise maliziosamente...”Qui te li ho portati... e nel caso non lo sappia te lo confermo, prendilo come una cortesia da parte mia... non sono così cattivo come dicono...” Sorrise di nuovo questa volta freddamente...

 

Ero terrorizzato dal suo sguardo e averlo davanti era come vedere Satana... mi confessò che uno dei suoi obiettivi era di sporcare di fango la Madre di Dio e se possibile cancellare i dogmi e calpestare l'Eucarestia. Mi disse che avrebbe sterminato il Rito Straordinario in un colpo solo, lasciando solo quello attuale con le sue numerose profanazioni e sacrilegi; alla fine il nuovo rito era stato elaborato da un massone esperto di liturgia e mi confessò di aver provato piacere quando, andando al Tepeyac, insultò in faccia la Regina del Cielo... stava parlando del Messico ... e poi gli piacque molto la messa in scena che fece con una presunta Consacrazione della Russia e del Mondo al Cuore Immacolato di Maria... mi disse avvicinandosi ancora di più e con ironia: “Vuoi sapere a chi ho invocato davanti all'amata immagine di nostra Signora di Fatima ?” Gli risposi che non era necessario...mi disse che me lo avrebbe detto comunque, perché sapeva che mi avrebbe fatto male...“Ho invocato il re delle tenebre, mi capisci ?” Rimasi in totale silenzio, poi lui disse : “Ci sono i fascicoli di Papa Giovanni Paolo I e del grande Giovanni Paolo II a cui avevano fatto vari tentativi falliti e alla fine è stato messo a tacere con una chirurgia alla gola non necessaria e convenientemente eseguita. Infine ci sono io e posso assicurarvi che ci sono molti modi per uccidere.”

 

Il suo sguardo era uno sguardo verso l'infinito... lo sguardo di Benedetto XVI... “Non potevo credere”... dice suor Benedetta ...“a quello che stavo sentendo”. Sentivo un grande dolore nel cuore e una grande indignazione, ma ero lì seduta sul bordo del letto in totale silenzio a scrivere come se fossi la segretaria del Papa e mi dicevo: “Che orrore ... Dio mio ! Che malvagità !”...Allora il Santo Padre mi ha guardato e mi ha detto: “Sii forte e continua a scrivere... ho ancora molto da dire: tutto questo già fa parte della storia... scrivi figlia”... ho detto: “L'ascolto Santo Padre” ed egli ha continuato: “Da Papa ho sempre vestito la talare bianca nella speranza che il mondo si rendesse conto che non mi ero mai dimesso e che ero sotto pressione ad attuare e prendere decisioni per il bene della Chiesa. Nelle poche comunicazioni che riuscivo ad avere usavo sempre un linguaggio velato per non destare sospetti dei miei nemici che mi osservavano continuamente e dovevo essere estremamente prudente... i miei nemici erano molti e con molti microfoni.

 

Ora godo di una grande pace, perché Dio è giusto e i suoi tempi sono perfetti... Sono tempi in cui molti pensano di possedere la verità e di conoscerla. La Verità è una sola: Cristo ! E a lui solo dobbiamo sempre rimanere fedeli, anche se ci costa la vita, come è successo a me.

L'8 dicembre 2022, con un gesto di fiducia e di buona volontà ho comunicato al mio segretario di aver scritto diverse lettere e la mia ultima dichiarazione enciclica: MARIA CORREDENTRICE, MEDIATRICE E AVVOCATA” ... Lo dissi molto incoraggiato dal mio predecessore il grande San Giovanni Paolo II fedele difensore di Maria Corredentrice ai piedi della Croce. Ho detto al mio segretario dove si trovavano; la sua sorpresa non si fece attendere... mi disse: “Lettere ?” e allo stesso tempo mi disse con un sorriso obbligato che mi ringraziava per il voto di fiducia; lo avvertii che queste lettere erano confidenziali ed erano indirizzate principalmente al Governo Centrale, la Curia Vaticana, alla Congregazione per la Dottrina della Fede e della Liturgia, al Collegio Cardinalizio, ai signori Cardinali Gerhard Ludwig Muller e Raimond Leo Burke, al Cardinale Zen, al Cardinale Robert Sarah, alla Fraternità Sacerdotale di San Pio X e San Paolo. Ho redatto una lettera ai sacerdoti e ai seminaristi, invitandoli a sforzarsi sempre di essere sacerdoti esemplari animati da una preghiera costante e intensa coltivando la castità e l'intimità con Cristo, sottolineando che il sacerdote deve essere conformato al Cuore di Cristo e che solo così il ministero sacerdotale avrà successo e porterà frutti apostolici, consigliando loro di non lasciarsi mai tentare dalla logica della carriera e del potere... parole che spesso dicevo ai sacerdoti e ai seminaristi. Infine li ho esortati a non commettere l'errore di dare la Comunione in mano e a fare riparazione conforme alla richiesta della Madre di Dio. Ho anche scritto delle lettere agli istituti di vita consacrata, ai giornalisti di tutto il mondo e al mio buon amico teologo Giulio Colombi. Infine ho indirizzato una lettera aperta al popolo di Dio...

 

Ho sottolineato a Georg che queste lettere dovrebbero essere rese pubbliche tre giorni dopo la mia morte e lui mi aveva dato la sua parola. Nel mio compito di imitare Cristo, il quale fino alla fine ebbe con sé l'infido e perfido Giuda Iscariota riflesso dei traditori che si sarebbero visti nella mia Chiesa, avevo anch'io Georg a cui fino all'ultimo momento ho dimostrato affetto sincero, fiducia e pazienza, desiderando il bene della sua anima, la sua conversione... sapendo che presto l'avrei visto commettere il peggiore dei suoi tradimenti e il più grande degli omicidi.

 

Sicuro del tradimento del mio segretario, ho scelto prudentemente di dare copie di queste lettere al mio grande amico Giulio Colombi durante la sua ultima visita concessa per miracolo di Dio attraverso il mio segretario Ganswein, dopo averlo pregato molto. Discretamente e senza suscitare sospetti, ho rapidamente spiegato a Giulio ciò che stava accadendo e gli chiesi di rendere pubblici questi documenti dopo la mia morte che era imminente e di inviare copie a ciascuno dei membri del Collegio Cardinalizio, affinché potessero a loro volta prendere decisioni corrispondenti e dopo la mia morte convocare un legittimo conclave.

 

In riguardo a questo atto di fiducia che avevo riposto nel mio segretario, egli comunicò segretamente e a tradimento tutto a Francisco, sulle lettere e sull'Enciclica... l'Enciclica di Maria Corredentrice che avevo scritto in cui ho proclamato dogmaticamente la Corredenzione della Madre di Dio. Senza che se ne accorgesse, grazie al volume del suo telefono, potei sentire Francisco che dava l'ordine di bruciare tutto e aggiunse: “Conviene di non lasciare niente che possa essere compromettente” al che lui rispose: “Lo farò” e riattaccò. Non si era accorto che avevo sentito tutto.... ma attenzione... perché Giulio Colombi ha una copia di tutto ? Evidentemente il sig.Henry, il direttore del programma di Radio Rosa Mistica, facendo questo commento a questo momento, non era ancora informato che Colombi era morto... mi sembra il 1°gennaio 2023 ...

 

Conoscendo il tradimento del mio segretario Georg Ganswein e come ultima possibilità per lui di giustificarsi, rivendicarsi presso Dio, gli ho espressamente raccomandato la lettera Enciclica che ho finito di scrivere il 25 marzo 2022 di mio pugno, dove dopo tre anni con i suoi giorni e le sue notti in profonda preghiera e chiedendo a Dio di degnarsi di illuminare il suo servo con il suo Santo Spirito, conoscendo tutta la documentazione completa e precisa che riposa negli archivi e che accompagna questo nuovo dogma mariano, ho dichiarato solennemente e dogmaticamente il ruolo rivelato alla Beata Vergine Maria come Madre Spirituale di tutti i popoli sotto i suoi tre aspetti principali Corredentrice, Mediatrice e Avvocata che le permettono di esercitare pienamente la sua Maternità spirituale, un dono che suo Figlio Gesù Cristo le ha fatto sulla Croce per l'intera umanità di tutti i tempi.

 

L'Enciclica diceva: “La Santissima Vergine Maria è nostra Madre nell'ordine della Grazia, Corredentrice, Mediatrice e Avvocata la cui maternità è universale raggiungendo tutti i popoli e tutte le razze fin dalla creazione del mondo a partire dalla Redenzione compiuta da suo Figlio Gesù Cristo. Oggi, più che mai, l'intercessione della Madre di Dio è urgentemente necessaria di fronte alla crisi senza precedenti della Fede, della famiglia, della società e della pace che segnano la condizione umana odierna. Sono convinto che questa definizione papale della Maternità spirituale della Beata Vergine Maria sarà un rimedio straordinario all'attuale crisi globale che minaccia l'umanità di oggi” e l'ho firmato Benedictus Papa XVI p.p. Pastore dei Pastori. Quando ho finito di scrivere questa lettera Enciclica mi è stato concesso un segno dall'alto... in cuor mio ero certo che la mia carriera fosse giunta al termine ... era l'ultima cosa che avrei fatto come Sommo Pontefice e che da quel momento era iniziato il conto alla rovescia. Mi sentivo, in quel momento, come l'omega che chiudeva un ciclo nella Chiesa e dava inizio a una nuova e forte persecuzione religiosa.

 

Quell'ultima mattina, non riuscivo a dormire... respiravo a fatica, le mie notti insonni diventavano sempre più lunghe e non c'era da stupirsi, perché la situazione che stavo vivendo lo meritava ... ero angosciato dalla situazione che la Chiesa stava vivendo, ma ero consapevole che il Signore aveva tutto sotto controllo. Il mio stato d'animo non era il migliore, mi sentivo stanco e molto sopraffatto, con tutto quello di cui sapevo che stava accadendo, la confessione di Francisco che mi tormentava giorno e notte e che mi era impossibile parlare, data la mia situazione e soprattutto la segretezza della confessione sacerdotale che è inviolabile. Ero tormentato di generare uno scandalo senza precedenti, la mia comunicazione con il mondo era tenuta velata, era quasi un grido nel silenzio nella mia lunga e dolorosa agonia. Poi era... quando il mio segretario Ganswein entrò nelle prime ore del mattino, ... pensava che stessi dormendo, dato che avevo avuto diverse nottatacce... era convinto di essere riuscito a ingannarmi per tutti questi anni in cui eravamo stati costretti a vivere insieme. Per sua sorpresa, ero sveglio, Stavo pregando il santo Rosario alla mia buona e dolce madre, mia compagna in questo esilio, Maria Corredentrice... quale migliore compagna direi ... sempre fedele a suo Figlio Gesù Cristo ferma ai piedi della Croce...

 

Georg venne da me e mi disse: “Santità non potete dormire? Devo darle questa medicina”... ero pronto e Dio mi fece capire che era arrivato il momento di andarmene... allora lo fissai negli occhi, mi guardò e distolse subito lo sguardo ... il suo sguardo era freddo come quello di un cadavere... mi feci coraggio e gli dissi: “Georg, hai mai pensato alla mia morte ?” Lui mi rispose: “No, no Santità”. Io gli dissi: “Dovresti farlo ed esaminare spesso la tua coscienza... è molto salutare per l'anima... la vita è molto breve e un giorno dovrai rendere conto della tua vita a Dio”... e lui mi disse: “Santità, perché queste parole ?” In tono molto basso e con grande difficoltà di respirazione gli risposi: “Ganswein, sei con me da molto tempo e non mi conosci ancora... quello che devi fare, lo fai ora e senza girare intorno... ma ricorda che un giorno dovrai rendere conto a Dio, non dimenticarlo” e ci fissammo in silenzio. Poi il mio segretario si sorprese e si rese conto che avevo scoperto il suo inganno e che alla fine era lui ad essere stato ingannato... Allora mi fece la puntura e mi disse all'orecchio: “E' ora di terminare la farsa” ... Ero pronto e in preghiera e contrariamente al suo desiderio, ero in pace, quella pace che solo Dio può dare all'anima e gli sussurrai: “Vi perdono tutti dal mio cuore” ed entrando nell'agonia, le mie ultime parole furono: “Signore ti amo, tu mi conosci e sai che ti amo” e mi sono addormentato come chi si addormenta tra le braccia di sua madre.

 

Durante tutto il mio doloroso pontificato, intendo gli otto anni di esercizio attivo, e i quasi dieci di attività contemplativa, sono stato sottoposto a dure critiche e umiliazioni, tutta la mia vita è stata sottoposta al pubblico disprezzo senza pietà, ma l'umiliazione più dolorosa l'ho ricevuta quando mi sono recato a Berlino e i vescovi e i cardinali tedeschi si sono rifiutati di salutarmi. L'altra e più grande umiliazione l'ho ricevuta il giorno del mio funerale dalla parte dei miei carnefici.

 

Quando ho accettato di assumere il Ministero Petrino il 19 aprile 2005, avevo questa ferma certezza che mi ha sempre accompagnato, la certezza della vita della Chiesa attraverso la Parola di Dio. In quel momento, come in qualche occasione, l'ho espresso in pubblico...le parole che risuonavano nel mio cuore erano queste: “Signore, perché mi chiedi questo ? E cosa mi chiedi ? E' un fardello pesante quello che hai messo sulle mie spalle, ma se me lo chiedi, sulla tua parola getterò le mie reti, fiducioso che tu mi guiderai anche con tutte le mie debolezze”.

 

Alla fine della mia vita, posso dire che il Signore mi ha veramente guidato, mi è stato vicino... ho potuto percepire la sua presenza quotidianamente... ho avuto momenti di gioia e di luce, ma anche momenti non facili... mi sono sentito come San Pietro con gli apostoli nella barca sul Lago di Galilea; il Signore ci ha dato molti giorni di sole e di brezza leggera, giorni in cui la pesca era abbondante, ma ci sono stati anche momenti in cui le acque erano agitate e il vento contrario come in tutta la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire, ma ho sempre saputo che il Signore era in quella barca e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra... è sua e il Signore non la lascia affondare... è Lui che la guida certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha voluto; questa è stata ed è una certezza che niente e nessuno può offuscare e per questo oggi il mio cuore è pieno di gratitudine verso Dio, perché non ha mai fatto mancare a tutta la Chiesa e a me la sua consolazione, la sua luce e il suo amore.

 

Io ho amato tutti e ciascuno di voi senza distinzione con quella carità pastorale che il cuore di ogni pastore, specialmente del vescovo di Roma, successore dell'apostolo Pietro. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella preghiera con cuore di padre...voglio che il mio saluto e il mio ringraziamento arrivino a tutti. Voglio che il mio cuore si allarghi al mondo intero. Ora alla fine della mia carriera, posso assicurarvi che il Papa non è mai solo... il Signore è sempre stato con me, con me si è affaticato, con me si è riposato, con me ha gioito per l'abbondante pesca e con me ha pianto. Tutto questo il mio cuore lo ha vissuto durante tutto il mio pontificato, fino all'ultimo giorno della mia morte. Il mio sì è stato un abbandono totale a Dio e alla sua opera redentrice... è stato un sì per sempre nel Cuore Immacolato di Maria. Non ho mai abbandonato la Croce, come molti sostenevano, ma sono rimasto in modo nuovo al fianco del Signore Crocifisso, saldo con Maria ai piedi della Croce del mio Signore.

 

Ora vorrei chiederti un ultimo favore... “L'ascolto Santità” rispose suor Benedetta...Voglio che pubblichi questo scritto sui media senza omettere alcun dettaglio così come l'ho scritto, perché tutto è di grande importanza per la Chiesa... non avere paura ...capisco che è una missione delicata quella che ti sto chiedendo... posso fidarmi di te? E la suora gli risponde: “Santità, certo che potete contare su di me... sarò la sua segretaria se me lo permettete”. E lui le dice: Fallo e non temere le possibili ritorsioni che questo scritto può generare... Voglio che arrivi alla Curia Vaticana... a tutti e a ciascuno dei membri del Collegio Cardinalizio.

 

“Santo Padre, posso farvi una domanda ?” ... dice la suora e lui risponde: “Sto ascoltando” ... “Dopo la sua morte è stato reso pubblico un testamento spirituale presumibilmente suo... E' vero che è suo ?” Papa Benedetto risponde: Per quanto riguarda il mio testamento spirituale ti dirò che è stato pubblicato in forma incompleta. Ogni pontefice è libero di scrivere un testamento spirituale... Io ho voluto scriverlo in due parti; ho deciso di farlo a causa delle delicate minacce che incombevano su di me in quel momento e soprattutto a causa della minaccia di scisma all'interno della Chiesa. Era una situazione talmente complicata, che minacciarono addirittura di mettermi in prigione vera e propria se non avessi accettato le loro richieste. Pressioni che provenivano chiaramente dagli Stati Uniti e dal governo cinese. Questo fu il motivo per cui non riuscìì a scrivere un testamento completo... pensai di scriverlo in due parti: la parte che fu resa pubblica la chiamai “alfa”, mentre la seconda parte del testamento la chiamai “omega”. Questa seconda parte fu bruciata insieme alle lettere e all'Enciclica che avevo scritto... questa seconda parte è quella che ti ho appena dettato, perciò questo documento è di grande importanza ed è importante che lo porti alla luce. Questa missione richiede il tuo coraggio.    “Capisco, Santità” ... dice la suora.


 Per quanto riguarda il mio segretario, ti dirò che mi ha usato ancora una volta a suo vantaggio... mi riferisco anche al libro che ha pubblicato di suo pugno: molte delle sue confessioni sono state opportunatamente adattate; cerca solo di essere un distrattore e non dice nulla di ciò che in realtà dovrebbe dire... ma questo è ormai irrilevante... il vero testamento è più che un testamento... è questo documento che ti ho appena dettato e che lascio per iscritto grazie a te, che sei stata la segretaria del Signore e ora anche la mia. Prima di concludere desidero inviare un messaggio di Fede, attraverso la vostra comunità, a tutte le comunità religiose in questo giorno, voi che cooperate alla vita e alla missione della Chiesa nel mondo, vi invito innanzitutto a nutrire una Fede capace di illuminare la vostra vocazione, affinchè la vostra vita diventi un segno evangelico di contraddizione per un mondo che si allontana sempre più da Dio e dal suo amore, un mondo che vuole camminare senza Dio è un mondo senza speranza. Rivestitevi o fragili fanciulle di Gesù Cristo e portate le armi della luce come esorta l'apostolo San Paolo, rimanendo svegli e vigili. Tenete sempre presente che la gioia della vita consacrata passa necessariamente attraverso la partecipazione alla Croce di Cristo...così è stato per Maria Corredentrice.

 

In questa Festa della Candelora, desidero che in voi la Buona Novella sia vissuta, testimoniata e proclamata e risplenda come parola di verità. Voi siete i parafulmini della Chiesa... restate salde ai piedi della Croce insieme a Maria la Madre di Dio. Dite a tutti che sono con Dio, vado ma resto, accompagnando la Chiesa nella sua purificazione fino al Calvario, per essere abbellita con la stessa gloria dello Sposo.

 

Cari amici, Dio guida la sua Chiesa, la sostiene sempre e soprattutto nei momenti difficili. Non perdete mai questa visione di Fede, che è l'unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo... Che nel cuore di ciascuno di voi ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore è al nostro fianco, Egli non ci abbandona ... ci è vicino e ci riempie con il suo amore. Invoco su tutta la Chiesa la costante protezione di Maria Corredentrice e degli apostoli San Pietro e San Paolo e a tutti i Figli di Dio imparto con affetto la Benedizione Apostolica Pater et Filius et Spiritus Sanctus ! Amen !

 

“Santità”... dice suor Benedetta... “e ora la sua firma”. Mi ha detto: “Scrivi Benedictus Papa XVI” La sua Santità è scomparsa lasciando un tenue profumo di violette... “Il mio cuore” dice suor Benedetta “si è riempito di una grande nostalgia e non ho potuto trattenere le lacrime, perché avrei voluto abbracciarlo”. Ebbene immaginate cosa sto provando io... sig. Henry: ho già fatto qualche commento in merito, posso solo dirvi grazie per avermi accompagnato in questo programma.

Sia lodato Gesù Cristo ! Sempre sia lodato !

 

 

TESTAMENTO OMEGA DI PAPA BENEDETTO XVI
Ricevuto da suor Benedetta della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023.
Introduzione alla pubblicazione privata e non ufficiale del testamento omega di Papa
Benedetto XVI.
Questo testamento è stato comunicato a suor Benedetta della Santa Croce membro della
comunità delle suore Francescane della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023
sottoforma di dettatura durante un'apparizione di Papa Benedetto con la richiesta che venga
reso pubblico, in particolare che la Curia Vaticana e l'intero collegio cardinalizio ne vengano
a conoscenza; questa è una traduzione provvisoria e anonima basata sul testo audio del
sottocitato video di Radio Rosa Mistica Colombia.
La questione dell'autenticità deve essere decisa da chiunque si trovi di fronte a questo
testamento postumo di Papa Benedetto XVI, morto nel dicembre 2022: in esso vengono
rivelati fatti in parte estremamente scioccanti per la loro natura demoniaca e malefica, ma il
testamento è anche una magnifica testimonianza di una fede eroica in Gesù Cristo l'unica
Via, l'unico Redentore che secondo la Volontà di Dio dovrebbe incoraggiare tutti noi a
imitarlo.
Papa Benedetto XVI in varie frasi fa un chiaro riferimento al “misterium iniquitatis”, il
mistero dell'iniquità che ora, dopo la sua morte, quella dell'ultimo Papa, prenderà il suo
corso; con ciò e con la sua testimonianza della guida sovrana della Chiesa in questo tempo
di tribolazione da parte di nostro Signore Gesù Cristo che ha tutto sotto controllo, ci sta
preparando alla battaglia finale tra il BENE e il MALE che si concluderà con il trionfo degli
eletti, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria attraverso l'intervento di nostro Signore
Gesù Cristo.
A una mente umana, certo, non sarebbe venuto in mente di concepire l'esistenza di una
seconda parte del Testamento Spirituale di Papa Benedetto XVI, e per di più di utilizzarla
per proclamare solennemente il quinto Dogma Mariano come è stato fatto qui; in esso Papa
Benedetto dà testimonianza della Beata Vergine Maria come Corredentrice, Mediatrice e
Avvocata ed é convinto che la proclamazione di questo dogma sarà decisiva per superare la
grande crisi della Chiesa Cattolica. E' significativo che né suor Benedetta, né il signor Henry
direttore del programma di Radio Rosa Mistica Colombia fossero a conoscenza della morte
avvenuta il 1°gennaio di Giulio Colombi, l'amico 97enne del Papa; questo, così come gli
altri nomi corretti degli amici più intimi di Papa Benedetto, la menzione del Presidente
Obama come “mente” del colpo di stato contro il pontificato di Benedetto, nonché lo stile
letterario del testamento tipico per il Papa e certamente non imitabile da una semplice e pia
suora di una congregazione contemplativa, tutto ciò parla dell'autenticità di questo
Testamento Omega del Papa dettato dall'Eternità.
Una questione delicata sorge con la menzione esplicita della Fraternità Sacerdotale di Pio X
che non è ancora stata riunita canonicamente con la Chiesa Cattolica. Qui si potrebbe
sollevare l'obiezione di trattarsi di una possibile falsificazione per fare proselitismo dei
fedeli verso questa comunità; l'autore di questo commento, tuttavia, è giunto alla
conclusione che proprio in questo si manifesta la grandezza pastorale di Papa Benedetto
XVI che dal Cielo si preoccupa ancora della loro unità con la Chiesa e vuole evitare che si
allontanino ancora attraverso i falsi e adulatori compromessi con “Francesco”. Il fatto che al
nome della Fraternità Sacerdotale di Pio X sia stato aggiunto il nome “e di San Paolo” oltre
a quello di “Pio X” è al momento ancora enigmatico, ma potrebbe rapidamente rivelarsi un
indizio particolare dell'autenticità del Testamento Omega nel futuro prossimo.
Infine, questo evento è stato ufficialmente e correttamente predetto dalla nostra signora di

Anguera in Salvador (Brasile) nella sua apparizione del 6 gennaio 2015 e certamente, non a
caso, nell'esatto giorno dei futuri funerali di Papa Benedetto XVI: il messaggio n.4083 inizia
con le parole Amati figli, l'Umanità sarà sorpresa dalla rivelazione fatta da un Re (il
Papa è un monarca). La pubblicazione ufficiale non tarderà ad arrivare e certamente
confermerà la reazione prevista dalla Madonna; altri messaggi della Madonna suggeriscono
anche la confusione e la divisione all'interno del Vaticano e del Collegio Cardinalizio in
seguito alla pubblicazione, il che non sorprende.
TESTAMENTO OMEGA DI PAPA BENEDETTO XVI ricevuto da suor Benedetta della
Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023.
Questo testo è una trascrizione provvisoria fatta sulla base dei sottotitoli scaricabili su
GloriaTV (vedi link sopra).
Salve. Un cordiale saluto a tutti voi cari amici di questo canale di Radio Rosa Mistica
Colombia. Abbiamo un'informazione esclusiva di Radio Rosa Mistica Colombia e di questo
canale ed è un messaggio ricevuto in visione da suor Benedetta della quale abbiamo già
trasmesso messaggi molto precisi e che riceve messaggi dal Cielo; in questa occasione suor
Benedetta delle suore Francescane della Santa Croce ha assistito in visione testimone a un
racconto successo il 2 febbraio 2023 Festa della Candelora, durante l'offertorio della Santa
Messa, celebrata nel suo monastero da un sacerdote che non celebra in comunione con
Bergoglio; le suore francescane della Santa Croce, una testimonianza di Papa Benedetto
XVI che ci ha raccontato in un testo che abbiamo e anche in un audio che conserveremo per
la storia... giusto ? Leggo il testo e cercherò di non fare ulteriori commenti perchè un po'
lungo, inedito nel suo contenuto, perché Papa Benedetto XVI (l'ho già letto tre volte) spiega
la realtà all'interno del Vaticano che tutti noi sospettavamo ... se ciò avviene all'interno di
una Messa, al momento dell'offertorio, allora questo ha, suppongo, un grande valore.
Ebbene il 2 febbraio 2023 Festa della Candelora, durante l'offertorio della Santa Messa,
ecco il relato scritto di suor Benedetta:
Mentre il sacerdote incensava le offerte del pane e del vino, questo improvvisamente è
scomparso davanti ai miei occhi e quello che vedevo era Papa Benedetto XVI; era vestito
di paramenti bianchi e dorati, ha incensato le offerte e l'altare... poi si è girato per
incensare l'assemblea... è così che ho potuto vederlo chiaramente, perché all'inizio potevo
vedere solo le sue spalle... Stava celebrando la Messa Tradizionale... i suoi paramenti
erano di un bianco scintillante e sul suo petto c'era una croce pettorale di smeraldi e
sulla casula c'erano gigli ricamati in argento intrecciati con i Sacri Cuori di Gesù,
Giuseppe e Maria in oro scintillante. Sono rimasta scioccata nel vedere Papa Benedetto
XVI splendente, tutto il contrario di come l'avevo visto la volta precedente nei miei sogni,
il giorno del suo funerale; allora era vestito come un Papa, ma non aveva alcuno
splendore, era come un normale essere umano invecchiato con l'età, ...ma oggi l'ho visto
in modo diverso, oggi l'ho visto pieno di gloria, ringiovanito pieno di vigore... tutto in lui
risplendeva, non solo i vestiti, ma anche la sua pelle, come se la luce lo illuminasse
dall'interno... il suo volto sereno era quello di una persona giovane e allo stesso tempo
matura, sembrava molto concentrato incensando, poi nel canone ho ascoltato le parole di
Papa Benedetto XVI in perfetto latino secondo il Rito Straordinario cioè la Tradizionale
Messa Tridentina; la cappella era piena di incenso, di un colore squisito con una miscela
di mirra molto profumata... c'era una sensazione di santità nell'aria... credo che tutti i
presenti abbiano provato la stessa sensazione, c'era un santo timore di Dio... eravamo
tutti in soggezione, è stato molto solenne mentre Papa Benedetto XVI alzava la Sacra
Ostia consacrata nel Corpo del Signore; ho visto che molto incenso è stato elevato al
Cielo, ...a un'estremità dell'altare c'era un angelo, lo si vedeva vestito regalmente e

sabato 8 aprile 2023

IL GRANDE GIORNO: LA RESURREZIONE DI GESU'

BRANO PRESO DAL LIBRO

 “IN QUELLA CASA C’ERO ANCH’IO”

di Ferdinando Rancan

ed. Fede & Cultura

 

 

SABATO SANTO:  L’ATTESA


 Il sabato dopo la sepoltura      Quel sabato vide il “riposo di Dio”. Dal giorno della creazione nessun altro sabato conobbe un simile “riposo”. Gesù, Figlio di Dio, Verbo del Padre, colui per il quale tutto è stato creato, giaceva nel sepolcro. Era stata portata a termine la Redenzione. Tutto dunque era compiuto, il tempo era chiuso, non restava che attendere l’eternità. Tutto questo lo sappiamo ora, ma in quel giorno ben altri sentimenti occupavano il nostro cuore. Quanti eravamo nella casa di Marco ci sentivamo in balia dei pensieri più diversi. I discepoli consideravano ormai definitivamente crollato il progetto di Regno che essi avevano accarezzato in cuor loro; a quel punto, eravamo tutti convinti che l’unica cosa che potevamo fare era di tornare in Galilea, come Maria ci aveva ricordato, e attendere.

 

Attendere! In mezzo a quella repentina e assurda catastrofe era questa l’unica cosa che riuscivamo a capire. Attendere, perché eravamo convinti che sulle ceneri delle nostre speranze e dei nostri progetti qualcosa doveva nascere, qualcosa doveva accadere. Non poteva essere un inganno o un’illusione tutto quello che avevamo visto e udito in Gesù; due anni e mezzo di meraviglie, di prodigi, di sapienza così nuova e così alta, non potevano essere cancellati in quel modo. I discepoli tuttavia non riuscivano a dire una parola su tutto questo, si sentivano vuoti e come storditi, e d’altra parte non avevano la più pallida idea di ciò che li attendeva.

Conoscendo Gesù fin dalla nascita e avendo assistito ai fatti più importanti della sua vita, quelli segnati dal sigillo del Padre e dal soffio dello Spirito, io ero sicuro che le cose non sarebbero finite lì, ma cercavo di saperne di più. Perciò durante quel sabato mi tenni il più possibile vicino a Maria; speravo di cogliere da lei qualche accenno su quello che sarebbe accaduto dopo tutto il dolore e tutte le lacrime del giorno precedente. Sì, dovevamo andare in Galilea e attendere, ma attendere che cosa? Attendere Gesù? Sarebbe forse risorto anche lui alla maniera di Lazzaro? Sarebbe poi venuto in Galilea da solo o accompagnato da qualcuno? E avrebbe ricominciato lì il suo ministero? In che modo?... Queste e molte altre erano le domande che si affollavano alla mia mente e che erano nascoste in quell’attesa. Ma da Maria non una parola, non un cenno. Era in mezzo a noi la più serena; si preoccupava di tutti, cercava che fossimo fiduciosi e uniti, e anche che ci riposassimo e ci rifocillassimo; era lei l’unica che in mezzo a quella catastrofe conservava la fede. Tuttavia nessun accenno da parte sua a una qualche previsione.

 

Notizie ci giunsero invece da fuori. Nel tardo pomeriggio arrivò da noi Giovanna, la moglie di Cusa. Era molto agitata e impensierita. Ci disse che era passato da lei Giuda in preda a una forte agitazione; aveva la borsa con molto denaro e voleva consegnarla a lei, ma ella non sapendo che cosa pensare, aveva rifiutato di accettarla e gli suggerì di usare il denaro, come tante volte aveva detto lui stesso, per i poveri. Se n’era andato, sconvolto.

A completare le notizie, arrivò poco dopo Nicodemo. Veniva dal Tempio dove si era incontrato con i sacerdoti e con gli altri del Sinedrio; si mostravano tutti preoccupati come se una strana inquietudine li avesse contagiati. I sacerdoti in particolare apparivano profondamente turbati e scossi da quanto era accaduto la sera precedente. Era accaduto che verso l’ora nona, l’ora della morte di Gesù, si era udito un sordo boato che scosse le fondamenta del Tempio, e un bagliore simile a uno strano lampo si era abbattuto sulla parte più interna del Tempio. Dopo qualche esitazione il sacerdote di turno entrò nel “Santo” dove si trova l’altare dell’incenso per il sacrificio vespertino; enorme fu la sua sorpresa quando vide lacerata da cima a fondo la cortina che separava il “Santo” dal “Santo dei Santi”, che è l’aula più interna e più sacra del Tempio. Era come se fosse stata annullata la separazione, che doveva essere rigorosissima, tra i due luoghi più sacri del Tempio. Quella cortina, impressionante per la grandezza e preziosità, era di un tessuto spesso, pesante, tutta ricamata d’oro, difficilissima quindi da lacerare. Perciò nei sacerdoti, allo stupore si aggiunse il tremore, come se una oscura minaccia gravasse sul Tempio.

I Sinedriti, invece, erano interessati a un ben diverso problema. Si erano riuniti per deliberare su una questione, a loro parere, importantissima: si ricordarono che Gesù aveva parlato di risurrezione e, poiché lo giudicavano un impostore, temevano un colpo di mano da parte dei discepoli, che avrebbero potuto far sparire il corpo di Gesù dando adito alla falsa notizia della sua risurrezione. Deliberarono quindi di inviare una richiesta a Pilato perché sigillasse il sepolcro e vi mettesse a guardia un picchetto di soldati. Dopo quello che aveva concesso, Pilato non ebbe alcuna difficoltà a concedere anche questo.

“Stavo uscendo da quell’incontro - continuò Nicodemo - quando vidi Giuda arrivare di corsa; era trafelato e sconvolto da mettere paura. Lo chiamai: ‘Giuda!’, ma non rispose. Si infilò dov’erano i sacerdoti gridando: ‘Ho tradito! Ho tradito l’innocente! Prendetevi il vostro denaro, non voglio più saperne!’, e agitava la borsa col suo peso maledetto. I sacerdoti lo guardarono - era uno sguardo di ghiaccio - e con un sorriso tra il beffardo e il compiaciuto: ‘Non è questo - dissero - il compenso che hai pattuito? Il nostro impegno noi l’abbiamo assolto; il resto non ci interessa. Non è affare nostro’. A quelle parole Giuda scagliò la borsa verso di loro con gli occhi divorati dal rimorso. I sicli d’argento, usciti dalla borsa, sghignazzarono sul pavimento. Avrei voluto fermare Giuda che, voltatosi, stava dandosi a una fuga disperata. Ma sentivo su di me gli occhi dei Sinedriti pronti a giudicare ogni mia mossa che fosse contraria alla loro legge. Perciò restai fermo, ma li guardai a uno a uno in silenzio. Allora il principe dei sacerdoti: ‘È denaro di sangue, - disse, facendo raccogliere le monete da un inserviente per non contaminarsi - non possiamo usarlo per il Tempio. Avevamo il programma di acquistare un terreno per farne un cimitero per gli stranieri: lo useremo per questo’.”. Nicodemo tacque, ma il silenzio della sala si riempì di nuovi interrogativi e di nuovo tremore.

 

Verso sera arrivarono Marta e Maria di Lazzaro per prendere accordi con Myriam e Salome su come completare la sepoltura di Gesù e avere anch’esse la possibilità di vedere, almeno per l’ultima volta, il Maestro. Sarebbero passate di buon mattino ad acquistare gli aromi necessari ed altre bende per poi recarsi insieme al sepolcro. Maria seguiva tutti quei discorsi in silenzio, continuando a occuparsi dei lavori di casa, e a incoraggiare Pietro e gli altri. Alle donne suggerì soltanto di non fare troppe spese per la sepoltura di Gesù, perché essa non esigeva più di quanto era già stato fatto. Il giorno dopo ci rendemmo conto del perché di questa raccomandazione: Gesù non ne avrebbe più avuto bisogno.

Alla sera ci invitò tutti alla preghiera. Scelse i salmi della fiducia e della speranza. Alla fine ci distribuimmo tutti nelle varie stanze, anche se quasi tutti eravamo ben poco convinti di poter prendere sonno. Solo a tarda sera ebbe il sopravvento la stanchezza.

 

                               IL GRANDE GIORNO:  LA RESURREZIONE


 Il “grande giorno” (n. 1)      Alle prime luci dell’alba le donne erano già in piedi e si affaccendavano nei loro preparativi per andare al sepolcro. Sarebbero passate da Giovanna e con lei avrebbero fatto gli ultimi acquisti di aromi e di quant’altro fosse necessario per completare la sepoltura di Gesù. Quando partirono tornò il silenzio nella casa. Noi, ancora mezzo indolenziti e sonnolenti, restammo nei nostri giacigli, tutti tacitamente d’accordo sul fatto che dovevamo recuperare sonno e riposo.

Era rimasta in casa solo Maria la quale, come sempre, si muoveva in silenzio, leggera come un angelo, per risparmiare rumori e fastidi al nostro riposo. Nel frattempo si era adoperata a prepararci la colazione del primo mattino.

 

Arrivarono intanto i primi raggi del sole e i primi rumori del giorno che misero fine al nostro riposo notturno. Io, indossati in fretta sandali e tunica, mi mossi subito cercando di lei, di Maria. Salii al piano superiore, nella sala grande, il Cenacolo, sicuro che l’avrei trovata lì. Fu così, infatti, ma arrivato sulla porta della stanza mi dovetti fermare: nel vederla fui preso da uno strano senso di stupore e di trepidazione. Stava accanto alla finestra, immobile, come estasiata. Era soprattutto la sua figura a sorprendermi; sembrava un’altra persona: i suoi occhi scintillavano di gioia e di tenerezza, il suo volto era illuminato da un sorriso che mi ricordava quello del giorno dell’Annunciazione quando fu visitata dall’Angelo, tutta l’espressione del suo viso tradiva una felicità intima e misteriosa che doveva nascere da qualcosa di straordinario e di immensamente commovente.

Quando mi vide, mi venne incontro e, abbracciandomi forte: “Figlio mio, - cominciò - il nostro Gesù è ancora con noi! È ancora con noi!... Lo vedrai presto! Lo vedremo tutti! Non dobbiamo più temere, non dobbiamo più soffrire. Il dolore è finito, la paura è passata. Si è avverata la sua promessa, si è compiuta la sua parola. Sia ringraziato il Signore, nostro Dio, sia benedetto nei secoli! Egli ha realizzato per noi le meraviglie del suo amore, ha fatto trionfare la sua potenza e la sua misericordia!”.

Mi parlava con una commozione vivissima e indescrivibile, e nello stesso tempo, raccolta e dignitosa; non aveva nulla di scomposto e di eccitato. Solo alcuni lagrimoni le rigavano le guance come stelle luminose che brillavano di gioia. Stette in silenzio qualche istante; poi mi lasciò e si recò di nuovo alla finestra spingendo lo sguardo in direzione del sepolcro, poi verso il Tempio, poi in alto verso il cielo che andava tingendosi di rosa, poi ancora verso il Monte degli Olivi, infine tutto intorno come se contemplasse un panorama sconfinato o rileggesse in quei luoghi una struggente storia di dolore e di amore. Tutt’intorno tripudiava una primavera che riempiva l’aria di profumi e tingeva la luce di colori.

 

Venne di nuovo verso di me, si fermò a guardarmi con infinita tenerezza e tornò ad abbracciarmi come se volesse trasmettermi la sua gioia. Poi con voce sommessa, quasi mormorando, come se parlasse con sé stessa: “Era bellissimo! - continuò - Bellissimo! I suoi capelli erano tersi e splendenti, i suoi occhi traboccavano bontà e amore, le sue ferite erano pulite e vive, la sua carne luminosa, la veste bianca e splendente! Era bellissimo! Prese le mie mani fra le sue e le stringeva forte; erano ardenti e piene di tenerezza. Le guardai intensamente: erano mani vere, in carne ed ossa. Me le portai alle labbra coprendo le sue ferite di baci, finché Lui me le pose sul capo benedicendomi e infine mi strinse forte al suo Cuore in un abbraccio di paradiso. Era bellissimo!”.

 

Io, fino a quel punto, ero rimasto come interdetto, senza parole e senza pensieri precisi. Approfittai allora di quella pausa per chiederle che cosa mai significasse tutto questo e di che cosa intendesse parlarmi. Allora, come se improvvisamente si svegliasse da un’esperienza ineffabile e tornasse alla realtà: “Hai ragione, figlio mio - disse sorridendomi - hai ragione! Ma lo saprai, saprai tutto molto presto”. Poi si asciugò il volto, si ricompose nell’espressione e: “Andiamo, disse, andiamo a chiamare i tuoi amici. Hanno bisogno di cominciare la giornata con una buona colazione!”.

Pur sapendo che tutto il suo discorso si riferiva a Gesù, avrei voluto chiederle tante cose: “Com’era, da dove era entrato e da dove era uscito, che cosa le aveva detto e perché non s’era fatto vedere anche a noi...”; ma lei mi prese per mano e mi portò verso l’uscita del Cenacolo.

 

Il “grande giorno” (n. 2)      Stavamo scendendo al piano inferiore, quando si udirono pressanti colpi alla porta e la voce di Maddalena che chiamava con insistenza. Andarono ad aprire Giovanni e la madre di Marco. “L’hanno portato via, l’hanno portato via! - cominciò a gridare entrando tutta sconvolta - Il sepolcro è vuoto e chissà dove l’hanno messo!...”. Accorse anche Pietro che cercò di calmarla per capire di chi stava parlando. Ma la sua agitazione era incontenibile, e solo uno scoppio irrefrenabile di pianto mise fine alle sue grida. “Di Gesù, capite? - continuò dopo il primo sfogo - del suo corpo! Il sepolcro è aperto e lui non c’è più!”. E riprese il suo pianto dirotto.

Pietro e Giovanni si guardarono in silenzio e, come se si fossero capiti, infilarono di corsa la porta e presero la strada che conduce al sepolcro. Frattanto erano accorsi anche gli altri e facevano capannello intorno alla Maddalena che, tra i singhiozzi, rispondeva alle loro domande con lo stesso ritornello: “L’hanno portato via!”.

 

Intervenne la Madonna con Maria di Marco che aveva preparato la prima colazione: latte fresco, focaccia di pane azzimo, frutta secca e formaggi. L’invito a tavola incontrò il favore di tutti, e tutti si avviarono parlottando e scuotendo il capo in riferimento alle “allucinazioni” di Maddalena. Essa, con gli occhi gonfi di pianto, era andata a cercare qualche parola di conforto o di chiarimento da Maria, ma prima ancora di riceverne risposta, se n’era già andata correndo verso l’uscita.

I commenti dei discepoli continuarono, tutti improntati allo scetticismo e alla incredulità, non senza qualche frecciata ironica verso quella “esaltata” di Maddalena. Comunque ognuno cercava di esprimere una propria interpretazione e suggeriva proposte sul comportamento da prendere. Ma ecco improvvisamente arrivare il drappello delle altre donne capeggiato da Myriam e Salome, anch’esse sconvolte e in preda a forte agitazione. Furono immediatamente assalite da un fuoco di domande che si incrociavano da ogni parte aggiungendo confusione allo sconcerto.

 

Intervenne allora di forza la padrona di casa, Maria di Marco, imponendo il silenzio e chiedendo a Myriam di raccontare per filo e per segno quello che era accaduto. Myriam, sforzandosi di contenere l’emozione, cominciò a raccontare come, dopo essere uscite di casa, erano passate da Giovanna per fare insieme le spese necessarie per completare la sepoltura di Gesù, mentre Maddalena era corsa per conto suo al sepolcro. Dopo le opportune spese, si diressero anch’esse al sepolcro, preoccupate di come poter levare la pietra dall’imboccatura. Entrate nel giardino, restarono stupite nel vedere intorno al sepolcro i resti di un bivacco militare, ma restarono ancora più stupite nel constatare che il sepolcro era aperto, e la grossa pietra dell’imboccatura rovesciata.

Prese da timore, non ardivano avvicinarsi al sepolcro, anche perché esso appariva illuminato all’interno da due personaggi in vesti sfolgoranti che sembravano fare la guardia. Uno di loro, uscito fuori: “Non abbiate paura, - disse con voce invitante e amabile - voi cercate tra i morti colui che è vivo, Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è più qui. Entrate e guardate il luogo dove lo avevano deposto”. Così dicendo lasciò libera l’entrata e sedette sulla grossa pietra.

 

Incerte e tremanti, Giovanna e Myriam si affacciarono a guardare. Videro il sepolcro effettivamente vuoto; allora il personaggio celeste che era seduto all’altro capo della tavola di pietra, le incoraggiò dicendo: “Non vi ricordate quando, ancora in Galilea, vi diceva che bisognava che egli fosse consegnato in mano ai peccatori, e crocifisso, ma che sarebbe risuscitato il terzo giorno? Non abbiate dunque paura!”. E subito l’altro angelo aggiunse: “Presto, andate a dire ai discepoli e a Pietro che egli vi precede in Galilea”. A queste parole, tutte furono prese da trepidazione e da gioia incontenibile e vennero di corsa a portare a tutti l’inatteso e sconvolgente messaggio.

Durante il racconto di Myriam, le altre donne riuscivano con fatica a trattenere la felicità che traspariva dai loro volti, mentre la faccia dei discepoli, muta e immobile, esprimeva perplessità e scetticismo. A riconciliare un poco gli animi, arrivarono a quel punto Pietro e Giovanni. Effettivamente era vero: Gesù non era più nel sepolcro e, precisò Giovanni, non poteva essere stato rubato perché le fasce erano intatte al loro posto e afflosciate, e il sudario ancora come avvolto. Che cosa dunque era accaduto? Giovanni in cuor suo era convinto della risurrezione di Gesù, ma gli altri Apostoli continuavano ad arrovellarsi in mille domande, rimanendo sempre più perplessi e confusi, combattuti tra speranza e scetticismo, senza approdare ad alcuna certezza.

 

Fu in mezzo a tutto quel trambusto che irruppero in casa Cleopa e Mattia; erano stravolti e costernati. Dopo i fatti di quei giorni, avevano deciso di tornare a Emmaus, il loro paese di origine, convinti che ormai era tutto finito. Avevano preso la strada che scende nella valle di Hinnon e che poi risale verso occidente in direzione del mare. Erano arrivati all’altezza della Geenna quando in un campo vicino alla strada notarono un gruppo di persone che guardavano inorridite giù da una scarpata, ai bordi del campo. Scesero anche loro per vedere di che si trattava. In fondo alla scarpata si presentò ai loro occhi uno spettacolo orribile: aveva ancora il cappio attorno al collo, gli occhi sbarrati, la lingua penzoloni, il viso cianotico e il ventre squarciato, forse dai morsi degli sciacalli o di altri animali notturni. Era quasi irriconoscibile, ma era proprio lui: Giuda.

Presi da orrore e raccapriccio, erano tornati per darne notizia ai discepoli, e per ricevere da loro qualche parola di incoraggiamento. Trovarono invece un ambiente surriscaldato, dove le notizie e i pareri più contrastanti si incrociavano in tutte le direzioni, ma tutti all’insegna del dubbio e dello scoraggiamento. Nemmeno la paura era del tutto passata, e ormai non si aspettava altro se non il momento di tornarsene al sicuro in Galilea.

Le donne, in particolare, erano mortificate per la fredda accoglienza riservata alla loro testimonianza e alle loro affermazioni. I più ostinati demolitori di tutto erano Tommaso, Giuda Taddeo, Simone e altri, vicini alla parentela di Gesù. Il più pensoso e incline all’ottimismo era invece Giovanni, che continuava a muoversi intorno a Maria con la convinzione che solo da lei si potevano avere notizie certe e sicure. Maria infatti, oltre che conservare la sua consueta serenità, mostrava la consapevolezza e la tranquillità di chi sa, mentre un’intima gioia traspariva dal suo volto. Si vedeva però che essa si teneva volutamente fuori da ogni discussione e, come sempre, aspettava l’intervento del Cielo.

Cleopa e Mattia, da parte loro, visto che l’ambiente degli Apostoli non era di nessun aiuto, pensarono che la cosa migliore era riprendere il cammino e tornare a Emmaus, seguendo però la strada che esce dalla porta occidentale di Gerusalemme per evitare la valle della Geenna. Dietro ai due discepoli se ne andarono anche le donne alle quali si erano aggiunte nel frattempo Marta e Maria di Lazzaro, Giovanna di Cusa e Maria di Marco, desiderose anch’esse di vedere il sepolcro e rendersi conto dell’accaduto.

Partiti i discepoli e le donne, in casa tornò la quiete e gli animi si placarono alquanto. Ne approfittò Pietro per uscire anche lui con l’intenzione - diceva - di recarsi da Nicodemo o da Giuseppe d’Arimatea per avere da loro qualche conferma.

La quiete tuttavia durò poco. Improvvisamente si udirono i soliti colpi alla porta e la voce di Maddalena che chiedeva insistentemente di entrare. Giovanni corse ad aprire e, come aprì la porta, vide Maddalena buttarglisi al collo abbracciandolo e gridando: “L’ho visto! L’ho visto! È proprio lui; è vivo, è vivo! Mi ha chiamata per nome, come faceva quand’era vivo… cioè quand’era con noi… insomma come mi ha sempre chiamata, con la sua voce calda, inconfondibile! È proprio lui; gli ho baciato i piedi trafitti e le mani piagate, e l’ho chiamato: Rabboni! Maestro mio! Maestro mio!”. E così dicendo si mise a saltellare sulla punta dei piedi come se ballasse, percorsa da fremiti di gioia incontenibile. Giovanni abbozzò qualche tentativo per calmarla e poter capire quello che stava dicendo, mentre accorrevano gli altri Apostoli attirati dalle grida gioiose di Maddalena. Appena se la videro davanti, si fermarono con la faccia coperta di delusione; Tommaso, Simone e qualche altro si allontanarono subito scuotendo il capo, convinti che si trattava di crisi isteriche: “È impazzita! - mormorava Tommaso - È impazzita!”.

 

Calmatasi un poco, Maddalena si guardò intorno e fissò una a una la faccia dei discepoli. Dalla loro espressione e dal loro silenzio capì che le sue parole non avevano riscosso alcun credito. Allora si recò da Maria e prendendole le mani: “Madre! - disse - tu almeno mi devi credere! Non mi sono sbagliata e nemmeno sono vittima di allucinazione. Credimi! Era proprio Gesù, il nostro Gesù, il tuo figlio diletto, il mio amato Maestro e Salvatore! Io lo credevo il guardiano del giardino, ma poi si manifestò chiaramente, con la sua fisionomia, con la sua figura, con la sua voce che tu ben conosci. E mi ha parlato di loro, dei suoi discepoli; li ha chiamati fratelli, e mi ha incaricato di venire qui a dir loro che è vivo e che li vedrà tutti in Galilea”.

Maria le sorrise amabilmente e la invitò a calmarsi, poi se la prese in disparte e: “Figlia mia, - le sussurrò - certo che ti credo! Sono sicura che era Gesù la persona che tu hai visto e che ti ha parlato. Ma tu non meravigliarti se loro non ti credono. Sono ancora troppo sconvolti e impauriti per tutto quello che è accaduto in questi giorni. E poi, ciò che tu hai visto, è un miracolo troppo grande e troppo lontano da ogni aspettativa per essere creduto subito. Inoltre, anche se Gesù ti ha incaricata di avvertire i suoi ‘fratelli’, l’apparizione che tu hai ricevuto, rimane una cosa particolarmente tua, è un dono che il Signore ha fatto a te e lo ha fatto per te; è una carezza che egli ha voluto darti. Perciò conservala nel tuo cuore, custodisci nell’intimo della tua anima la gioia che essa ti ha procurato e che ti ricorda l’affetto e la predilezione di Gesù. Con loro poi non insistere, li convincerà il Signore”.

 

Giovanni, che s’era avvicinato a Maria, chiese a Maddalena di raccontargli di nuovo l’accaduto anche nei particolari. Lo vedevo pensoso e sempre più convinto che si trattava di una cosa seria, per niente inverosimile.

La quiete che l’intervento della Maddalena aveva per un momento compromesso, andò completamente perduta quando, poco dopo, arrivò il gruppo delle donne. C’erano tutte, ed erano vistosamente eccitate. Era successo che, ritornate di nuovo al sepolcro, avevano avuto una apparizione di Gesù che le salutava con affetto nuovo impregnato di pace e di gioia, e le incaricava di annunciarlo agli Apostoli.

Piene di entusiasmo e insieme di timore di non essere credute, tornarono da noi con il desiderio di far rinascere in tutti la ritrovata speranza in Gesù e con la preoccupazione di non riuscire a convincere gli Apostoli. In preda al loro entusiasmo, cominciarono a raccontare l’accaduto agli Apostoli che erano accorsi e a tutti gli altri che erano in casa. Parlavano tutte insieme e tutte volevano manifestare i propri stati d’animo, le proprie emozioni, e raccontare qualche aspetto particolare del loro imprevedibile incontro con Gesù.  La prima conseguenza fu una indescrivibile confusione, tanto che, non riuscendo a interferire con le proprie domande, gli Apostoli cominciarono a dare segni di fastidio e di insofferenza. Man mano che le donne raccontavano, cresceva il loro entusiasmo e diventava sempre più manifesta la loro gioia. Ma tutto questo era controproducente: più esse si infervoravano e più perdevano in credibilità davanti agli Apostoli. Alla fine, il risultato fu che essi le considerarono delle esaltate e giudicarono il loro racconto come vaneggiamento.

La verità è che Gesù volle manifestarsi a coloro che lo avevano cercato con amore e perseveranza, e non a quelli che si erano chiusi nella loro paura e nel loro scetticismo, premiando la generosità delle donne e la sincerità dei loro sentimenti.   (…                                                                     

                                     Don Ferdinando Rancan

 

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