lunedì 27 aprile 2020

ESPOSTO CIRCA LE CELEBRAZIONE DELLA MESSA

Cari amici,


      trasmettiamo questo esposto già inviato dalla sottoscritta e da più persone o gruppi ai destinatari indicati, con l'auspicio che possa essere condiviso e spedito anche da eventuali lettori interessati a far sentire la loro voce agli organismi competenti, tenendo lo stesso testo, con firma di chi invia ovviamente, oppure modificandolo in qualche parte, ma non nell'aspetto essenziale degli articoli di legge. Per il fatto che è stato revisionato e corretto da legali competenti i quali garantiscono la piena validità di quanto scritto.
      
Potete fare copia e incolla, piccole modifiche, ad esempio la PROCURA DELLA REPUBBLICA DELLA PROPRIA CITTA' DI APPARTENENZA, LA VOSTRA FIRMA O DEL GRUPPO CHE RAPPRESENTATE E POI ... INVIO O PER MAIL O PER RACCOMANDATA.
          Otterremo qualcosa o il solito enigmatico silenzio sia da parte della Chiesa che dello Stato? Non sappiamo!  In tutti i casi, questo nostro dovere morale di impiegare tempo e fatica per far sentire la nostra voce di credenti in Gesù Cristo non andrà certo sprecato, perchè il Signore che legge nei cuori, ci ricompenserà di questa testimonianza pubblica che faremo, e sicuramente la grazia che pioverà dal cielo sarà di grande beneficio per ognuno di noi, per la Chiesa e per la nostra povera Italia.  D'altra parte per adesso è tutto quello che possiamo fare per far valere i nostri diritti di credenti cattolici. 
  Coraggio e grazie.
                                               Patrizia
                            
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29 aprile 2020

AL SIGNOR PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI VERONA
Via dello Zappatore, 1– 37122 Verona

AL SIGNOR PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA       procura.roma@giustizia.it

Al PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
 DOTT. SERGIO MATTARELLA
protocollo.centrale@pec.quirinale.it

PREFETTO PER IL CULTO DIVINO 
E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI   cultdiv@ccdds.va

SPETT. CEI ITALIANA  segrgen@chiesacattolica.it

SPETT. CONGREGAZIONE DOTTRINA FEDE         cdf@cfaith.va

SPETT. VICARIATO ROMA                  vicariodiromasegreteria@vicariatusurbis.org


Oggetto: Esposto

In data 26 aprile 2020 il Presidente del Consiglio dei ministri ha firmato, unitamente al ministro della salute, il cosiddetto decreto Fase 2. Nell’art. 1 comma I) sono state ”… sospese le cerimonie religiose…”.
Ciò premesso ritengo doveroso esporre le seguenti considerazioni giuridiche.
  
L’art. 7 della Costituzione italiana dichiara che “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi”.

Il nuovo Concordato firmato nel 1984 dispone che:
·       La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti ed alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene del Paese” (art. 1);
·       La Repubblica italiana riconosce alla Chiesa cattolica la piena libertà di svolgere la sua missione pastorale, educativa e caritativa, di evangelizzazione e di santificazione. In particolare è assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione, di pubblico esercizio del culto, di esercizio del magistero e del ministero spirituale nonché della giurisdizione in materia ecclesiastica” (art. 2);
·       Gli edifici aperti al culto non possono essere requisiti, occupati, espropriati o demoliti se non per gravi ragioni e previo accordo con la competente autorità ecclesiastica; salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per l'esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso all'autorità ecclesiastica (art. 5), essendo passibili di sanzioni penali secondo l’art 405 c.c.

Tali norme sanciscono che lo Stato e la Chiesa cattolica sono enti indipendenti e sovrani e ciò si traduce nel divieto per l’uno di interferire nell’ordinamento dell’altra e viceversa; non solo, tra le altre cose viene assicurata alla Chiesa la libertà di organizzazione e di pubblico esercizio del culto. Ne deriva che all’interno degli edifici di culto la Chiesa ha il potere di decidere ciò che ritiene giusto, come viene ben evidenziato anche dal dott. Giacomo Rocchi, Magistrato di Cassazione, nel seguente Intervento

Inoltre, l’art. 19 della Costituzione italiana proclama che “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”.
Pertanto la sospensione o il rinvio a tempo indeterminato delle cerimonie religiose cattoliche, si pone in palese contrasto con l’art. 7 della Costituzione e con gli artt. 1 e 2 del nuovo Concordato.

Ovviamente la partecipazione alla Santa Messa può essere tranquillamente disciplinata secondo quanto previsto dalle norme utilizzate per i centri commerciali e/o per altre attività consentite, la distanza, mascherine ecc. Dove sta quindi il problema? Che il covid 19 è più aggressivo in chiesa che negli altri edifici? Quale esperto ha potuto dimostrare ciò su basi scientifiche?

Tenuto conto anche della protesta della Cei, (anche se troppo debole a nostro avviso, perché non si tratta di chiedere un favore all’autorità civile, bensì l’osservanza da parte del Presidente del Consiglio delle norme giuridiche anzidette che regolano i rispettivi “diritti-doveri” fra Chiesa e Stato):

Ciò premesso, chiedo a codesta Autorità di effettuare gli opportuni accertamenti volti a stabilire:

a)    Se è di competenza del presidente del Consiglio decidere di questioni che, a norma di legge e concordato, spettano solo ed esclusivamente all’autorità ecclesiastica;
b)    Nel caso negativo, chiediamo che vengano ripristinate le giuste competenze giuridiche al fine di “Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”, e poter riavere quanto prima la possibilità di assistere a quella Santa Messa che per il cattolico non è una cerimonia religiosa tra le tante, ma è “lo stesso Gesù Cristo che si fa vivo e presente in mezzo a noi, attraverso il sacerdote, suo indegno ministro”.

Ringrazio e porgo distinti ossequi.

                                                                     Per i fedeli di Verona

                                                                     Patrizia Stella



venerdì 10 aprile 2020

LA SETTIMANA SANTA CON GESU'


LA SETTIMANA SANTA CON GESU’

Brani tratti dal libro “IN QUELLA CASA C’ERO ANCH’IO”
di Ferdinando Rancan


BREVE INTRODUZIONE

Per chi non avesse ancora letto questo libro di don Ferdinando Rancan citato nel titolo, la cui prima edizione è del 2005, è doveroso fornire alcune spiegazioni di base per poterlo comprendere meglio, riportando il commento dalla quarta pagina di copertina:
Essere un personaggio tra gli altri” nelle scene del Vangelo, nella vita di Gesù e dentro la Famiglia di Nazareth, è questo il filone principale di tutto il libro, cioè il desiderio che conduce l’Autore ad entrare nella storia di Cristo per viverla dal di dentro, in prima persona.
Volendo mettersi nelle scene del Vangelo come un personaggio tra gli altri, l’Autore non ha trovato niente di meglio che farsi piccolo e sentirsi come un bambino che Maria ha adottato introducendolo nella sua casa e poi nella sua famiglia. Da allora il Vangelo non viene considerato come semplicemente un libro, ma diventa una vicenda personale vissuta e raccontata in prima persona. E così il desiderio si trasforma in stupore, entusiasmo e infine amore appassionato e felice.
Il racconto è arricchito dalla fantasia dell’Autore il quale, pur muovendosi con libertà in mezzo ai vari personaggi, cerca di rispettare il più possibile la loro verità senza arbitrarie forzature che possano alterarne la realtà storica, e così il tratto intimo e diretto con Gesù e con la Vergine Santa trasforma la lettura del Vangelo in un itinerario contemplativo impregnato di fede e di amore”.

Il libro ha avuto la presentazione dell’allora Vescovo di Verona, Mons. Flavio Roberto Carraro (2005), l’approvazione con “imprimatur” di teologi cattolici, alcuni scritti di congratulazioni da parte di sacerdoti e Vescovi, oltre che di persone della cultura soprattutto veronese dove l’autore è più conosciuto. E’ stato tradotto per ora in spagnolo con diffusione in Spagna e nel sud America e ha vinto alcuni premi a seguito di concorsi culturali nell’ambito della letteratura di carattere religioso-ascetico.

Crediamo molto significativo riportare la “Presentazione” di S. Ecc.za Mons. Flavio Roberto Carraro:

Risuonerà per sempre nel mondo, perché consegnato alla Storia, il grido appassionato con il quale Giovanni Paolo II ha dato inizio al suo Ministero Petrino: “Aprite le porte a Cristo!... Non abbiate paura!... Permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo Lui ha parole di vita eterna”.  L’Uomo-Gesù, Figlio di Dio e Redentore nostro, al centro dell’intera vicenda umana. Egli deve entrare negli ambienti della cultura, dell’economia, della politica, in tutti gli ambienti dove l’umanità esprime se stessa, i suoi valori, ma anche i suoi problemi, le sue ansie, le sue aspirazioni. Soprattutto Egli deve entrare nella coscienza di ogni uomo per dare un senso divino, soprannaturale, all’esistenza umana di ognuno. Si tratta di un’antropologia cristocentrica che nei credenti dovrebbe diventare un cammino ascetico e spirituale.

A questo grido di Giovanni Paolo II si è aggiunto in questi giorni