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giovedì 10 luglio 2025

UNA CHIESA SECONDO CRISTO O SECONDO ME?

 

UNITI ALLA CHIESA DI GESU' CRISTO


 https://youtu.be/SryZCAY2rNY?si=ntf2gPkjJHEjZtWA

auto-proclamazione di don Alessandro Minutella a una figura di magica invenzione definita “GRANDE PRELATO” sedicente salvatore della chiesa e del mondo.


 https://youtu.be/sNJEUcOgYvE?si=DgL-1rMaarc72SPW

Discorso accorato del Vescovo Mons. Strikland rivolto ai cristiani e al mondo intero.


https://youtu.be/U7-ds9C3Mms?si=5sWJju6Gr2QV5LCA

gravi e ripetute denunce di mons. Viganò contro l’operato dell’antipapa Bergoglio.

 

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Attenzione. E’ giusto alzare la voce e denunciare fatti e misfatti che stridono con la dottrina perenne della Chiesa, soprattutto se promossi dalla persona del “Papa”, ma adesso che abbiamo un Papa fedele, mite, chiaro nell’esposizione della dottrina, dobbiamo essere cauti nel continuare a criticarlo per ogni frase o mossa, perché il Papa, quando dice cose giuste, bisogna sostenerlo, anzi, seguirlo.

E’ vero che il momento storico è gravissimo, soprattutto per i cattolici che vogliono conservare integra la loro fede e la loro dottrina, dopo un lungo periodo di oscurità, anzi confusione spirituale mista a eresia dovuta all’insediamento sul trono pontificio di una figura di cui la Chiesa dovrà verificare bene il profilo e la validità della sua nomina: Jorge Mario Bergoglio.

            Non è la prima volta nella storia della Chiesa cattolica che ci si scontra, per vari motivi già analizzati a suo tempo, con figure emblematiche di Prelati o Vescovi o Cardinali che, salite sul soglio pontificio con votazioni ambigue o complotti di parte, poi in realtà si è scoperto, per verifiche accurate, non essere veri pontefici ma antipapi.

Ma anche da questo si può vedere come la Chiesa sia assistita dallo Spirito Santo per cui, prima o poi, colui che non fa parte della vera successione apostolica, viene identificato ed estromesso e con lui tutti i suoi scritti, eventuali encicliche, discorsi ecc. 

Questo non vuol dire che al Papa sia garantita l’impeccabilità! Assolutamente no, perché lui, come ogni uomo, è soggetto alle tentazioni, al peccato, alla debolezza, tanto da potersi giocare l’anima anche nell’inferno.   Però come Papa, come Vicario di Gesù Cristo, quando parla non solo “ex cathedra” ma anche nei messaggi pubblici, esortazioni, Costituzioni apostoliche ecc. è garantita “l’infallibilità” in quanto ha una particolare assistenza dello Spirito Santo.

Comunque è altrettanto vero che nel governo della Chiesa, il Papa non è un monarca assoluto ma è aiutato dal collegio dei Vescovi e Cardinali che costituiscono la “Chiesa docente”, vale a dire quel “Magistero della Chiesa” che rispetta la vera dottrina perenne e al quale ci si deve ispirare al momento di dover fare determinate scelte di carattere dottrinale o evangelico o ascetico o quant’altro.

Da studi realizzati in tal senso, è emerso che fino a papa Benedetto XVI sono stati calcolati ben 40 antipapi nell’arco di duemila anni della Chiesa.  Perché dove c’è Pietro, c’è Cristo, e pertanto si insinua sempre per rabbia anche il suo nemico per gettare confusione, ambiguità, errori e spesso anche eresie o peggio. Per questo si deve invocare lo Spirito Santo e farsi anche consigliare da sacerdoti preparati al fine di non incappare in errori o peccati dai quali poi è difficile riemergere.

             Comunque, a parte il giusto dovere che hanno tutti i Vescovi di gridare “al lupo, al lupo!” quando vedono arrivare un grave pericolo, sta di fatto che la tentazione dell’orgoglio, di essere il primo di tutti, colui che ha autorità e incarichi eccezionali di fiducia, se non addirittura visioni e rivelazioni personali, è sempre in agguato. Se non si prega con umiltà ma ci si inorgoglisce troppo dagli applausi del “piccolo resto”, si rischia di percorrere una strada assai pericolosa, che può arrivare a una specie di sfida nei confronti del vero Papa e della vera Chiesa, come sta accadendo, purtroppo, con don Alessandro Minutella che si è fatto eleggere con un titolo inventato e altisonante ma privo di autorità che è “GRANDE PRELATO” in vista, dicono, di arrivare lui stesso ad essere nominato Papa!  Può darsi che tutto cada nel nulla col tempo, tuttavia Dio non voglia che si possa aprire la voragine di uno scisma.

Altra figura emblematica di cui abbiamo parlato anche in precedenza è quella di mons. Viganò il quale da sempre ha denunciato l’ambiguo operato di Bergoglio, caduto molte volte in eresia o paganesimo o magia esoterica (non sto ad elencare i particolari ma vi invito a documentarvi su libri interessanti e verissimi). Tuttavia anche Viganò è finito con denigrare anche i grandi Papi del Concilio Vaticano II, in primis Papa Benedetto XVI quando ha vissuto in mezzo ai “lupi” cioè i suoi Cardinali che lo dovevano proteggere e che invece gli hanno teso dei tranelli continui fino a costringerlo a fuggire dalla sua legittima Sede, he per questo è stata dichiarata “Sede impedita”.

            Come accennato altre volte, mons. Viganò ha fatto un gravissimo scivolone, pur essendo tutte vere e verificabili le sue denunce contro Bergolio, perché ad un certo punto, animato da santo zelo, si è lasciato convincere dal nemico di abiurare alla sua ordinazione vescovile da parte di San Giovanni Paolo II per mettersi sotto la protezione e consacrazione di un Vescovo scismatico nel frattempo defunto e finora senza alcun pentimento.  Adesso sarebbe fuori della Chiesa, scomunicato e non pentito per giunta, nonostante le sue giuste denunce.

 A noi il compito di pregare per i nostri sacerdoti, i nostri Vescovi, il nostro Papa Leone XIV in particolare per la loro fedeltà nella prova, nella tormenta, nel buio, perché dai sacerdoti, per volere di Gesù Cristo ci arrivano le grazie attraverso i Sacramenti, in particolare Confessione ed Eucarestia, che solo loro possono realizzare dopo che hanno ricevuto il Sacramento dell’Ordinazione sacerdotale dal Vescovo della loro diocesi.

 Il nostro dovere è anche quello di far aprire gli occhi alle persone affinchè non si lascino incantare dall’ultimo “pifferaio” di turno che sa evidenziare con meticolosità i difetti del Papa e dei Vescovi, ma ha un altissimo concetto di sé stesso e della sua presunta “infallibilità”.

                                          patrizia@patriziastella.com

martedì 13 febbraio 2024

GUERRA O PACE

           

Stanno girando immagini della Madonna con tanto di preghiera per la pace e richiesta urgente di diffusione. Quanta paura della guerra e quanta ipocrisia nasconde la pace! 

La guerra non è altro che la conseguenza dei nostri peccati, dicono i santi, perché Dio stesso, Bontà infinita, si fa garante della nostra pace e progresso e libertà se ci affidiamo a Lui. Purtroppo l’umanità in genere, compreso molti ecclesiastici, hanno emarginato o rifiutato Dio, soprattutto in questi ultimi decenni, sfidandolo con arroganza e mettendosi al suo posto in forza degli ultimi strabilianti progressi della scienza e della tecnica che hanno mandato in visibilio la loro mente ottenebrata dalle false lusinghe del perenne nemico “…tutte queste cose io ti darò se, prostrandoti, mi adorerai” (Mt.2,7)

 

Sembra che Dio col suo silenzio voglia assistere impassibile all’inesorabile rovina delle sue creature. In realtà Dio è Amore e ha preparato per l’uomo un paradiso di delizie su questa nostra terra nell’attesa di un Paradiso eterno di ineffabile meraviglia, tuttavia, davanti al tradimento, alla sfida, alle bestemmie fino al rinnegamento dei suoi figli che gli hanno chiaramente fatto capire che di Lui non hanno bisogno perché se la cavano benissimo da soli, il nostro Dio incarnato nel Figlio Gesù si ritira dalla scena di questo mondo e lascia all’uomo orgoglioso il timone della barca osservando dove andrà a sfracellarsi, non per colpa di Dio ma dell’uomo che si è voluto sostituire a Dio, dietro suggerimento del Maligno. Nel frattempo c’è sempre il piccolo resto o tanti piccoli resti sparsi nel mondo che pregano perché si rendono conto del disastro che sta avanzando e pertanto si sta aprendo un campo di battaglia preternaturale, diciamo così, vale a dire che si dovranno affrontare i due schieramenti opposti: i figli delle tenebre contro i figli della Luce mentre Dio sembra continuare a osservare impassibile. Con chi schierarci?

 

Lo scatenarsi di una guerra dalle proporzioni giganti spaventa tutti, non c’è dubbio. D’altra parte quale garanzia ci può dare la pace tanto invocata se le cose continuano a precipitare inesorabilmente verso la rovina morale e spirituale dell’umanità coinvolgendo ormai tutto il mondo? Che ce ne facciamo della pace se assieme alle armi dobbiamo seppellire anche i nostri valori, la nostra civiltà, la nostra fede cattolica, la nostra dignità e libertà, il nostro lavoro, arte, tradizioni ecc. vivendo come schiavi dei poteri forti che ci vogliono soggiogare “pacificamente” come pecorelle obbedienti entro il 2030!

 

Preferiamo un mondo come il presente, che insegna ai bambini a rovinarsi usando il sesso come un giochetto, cambiando personalità, nome e identità per svanire in un labirinto impersonale senza più relazioni, né famiglia, né amici dove spesso è il suicidio a concludere questo itinerario delirante?

Preferiamo continuare a rovinare il nostro corpo con vaccini mortiferi anziché lottare per far emergere i nostri diritti, la giustizia e la libertà di essere curati come ciascuno di noi desidera?

Preferiamo essere privati dei nostri beni personali, ottenuti magari con sacrificio piuttosto che lottare per difendere la proprietà privata e la giustizia distributiva?

Preferiamo che i nostri terreni agricoli, unica fonte del sano nutrimento per tutti, vengano trasformati in campi elettromagnetici mentre noi dovremo nutrirci di farina di insetti schifosi come fosse un piatto prelibato?

Preferiamo adorare tutti insieme una pericolosa divinità pagana portatrice di calamità, come la dea Pachamama posta come scandalo gravissimo proprio nel cuore della Basilica di San Pietro dal falso Papa seduto abusivamente sul trono di Pietro, rinnegando l’unico vero Dio incarnato in Gesù Cristo, unica Fonte del nostro benessere materiale e spirituale e della nostra libertà di figli di Dio? ecc. ecc.

 

Forse solo la prospettiva di una guerra che spazzi via tutte queste e altre nefandezze resta l’unica vera speranza di ripresa che ci faccia capire finalmente che senza il vero Dio cristiano non possiamo nulla, come afferma Gesù nel Vangelo, e che “a mali estremi, estremi rimedi”, vale a dire che, tranne un miracolo strepitoso, pare che finora solo attraverso la guerra, la sofferenza e la purificazione, potremo forse sperare di salvarci almeno l’anima dai tormenti eterni dell'Inferno.  La mossa strategica semmai è quella di schierarsi con la parte giusta che difende i valori cristiani, liberi dai partiti politici, per non andare a finire stupidamente dalla padella nella brace. 

La Madonna a Fatima ha pronunciato molte volte il nome della Russia che si convertirà. A noi la scelta se stare con la Russia dalle radici cristiane o con la Nato massone e assatanata che dalle Logge inglesi è passata poi all’America del Nord invadendo il mondo con le sue nefandezze.

       patrizia@patriziastella.com




  

martedì 21 marzo 2023

IL CELIBATO SACERDOTALE E LA SUA STORIA.


N.B. Come punto di riferimento per questa esposizione, ho attinto ai documenti del Magistero perenne della Chiesa, in particolare al “Compendio” estratto dal “Catechismo della chiesa Cattolica" del 1992 di Papa Giovanni Paolo II, e al saggio magistrale di Benedetto XVI sul celibato sacerdotale “Dal profondo del nostro cuore” scritto con il card. Robert Sarah nel 2019.

 

CHI E’ IL SACERDOTE. Non c’è da meravigliarsi che, nella crisi generale di tutti i valori, anzi nello stravolgimento di ogni legge naturale e di ogni buon senso, venga attaccato o messo in discussione non solo il celibato sacerdotale, vale a dire la castità che si impegnano a vivere coloro che sono chiamati al sacerdozio, ma addirittura il significato stesso di “sacerdote” come istituzione di origine divina.  Per questo ritengo opportuno ricordare prima chi è il sacerdote, per poi arrivare a capire meglio il motivo per il quale la Chiesa ha da sempre collegato il sacerdozio al celibato, non come peso gravoso e condanna insopportabile, bensì come esigenza dell’amore di predilezione da parte di Dio per compiere il mandato divino che gli è stato assegnato da lui liberamente accettato.

Purtroppo da una decina di anni a questa parte si è offerta una visione di sacerdote che assomiglia a un manager dalla duplice mansione: quella religiosa come preghiera di intercessione per il popolo, (come fanno più o meno in tutte le religioni), e quella sociale, culturale, educativa e assistenziale in genere. Alla stregua di un insegnante di religione nelle scuole che, una volta finita la lezione, si dedica a molte altre attività a sostegno delle persone più bisognose, o di categorie più in difficoltà come drogati, disabili, carcerati, disoccupati ecc. 

            Anche se è vero che molti sacerdoti, purtroppo, dimenticando col tempo la loro missione e responsabilità, possono dare questa deplorevole impressione, noi come popolo cristiano dobbiamo avere le idee chiare e non perdere mai di vista l’aspetto soprannaturale di questa vocazione straordinaria al sacerdozio, anche per aiutare i preti a superare eventuali momenti di difficoltà o dubbio o cedimenti attraverso la nostra comprensione, vicinanza e affetto.

 

SACERDOZIO E CELIBATO. Il Sacerdozio, conferito solo agli uomini dal Vescovo attraverso il Sacramento dell’Ordine Sacro, è di istituzione divina e nessuna autorità al mondo, nemmeno il Papa, lo può modificare a seconda di personali interpretazioni.

·             Il Sacerdote cattolico è l’unico al mondo che, pur nei suoi limiti come persona, mette in comunicazione la terra col cielo, l’umano col divino a tal punto da rendere presente Dio stesso nel Figlio, Gesù Cristo, sotto le specie Eucaristiche del Pane e del Vino dato in cibo per noi, un privilegio così grande da far tremare Angeli e Santi dalla gioia pensando che, solo attraverso il sacerdote, si possono realizzare le parole di Gesù nel Vangelo “Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.

·         Il sacerdote cattolico è l’unico al mondo che, attraverso i sacramenti istituiti da Gesù Cristo, che sono interventi o aiuti soprannaturali per vivere da cristiani, è sempre vicino all’uomo nelle tappe più importanti della sua vita (alla nascita col Battesimo che ci fa figli di Dio; all’età della maturità attraverso la Confermazione che ci fa testimoni di Dio; durante tutta la vita col perdono dei peccati attraverso la Confessione e il nutrimento spirituale nelle difficoltà di ogni giorno con la Santa Eucaristia, (la Messa); durante la malattia con il sollievo che dà l’Unzione dei malati soprattutto in vista del grande passaggio alla Vita Eterna davanti al giudizio di Dio; infine, nella scelta del matrimonio come sostegno spirituale per vivere la fedeltà reciproca nella buona e nella cattiva sorte.

 

Il Sacerdote cattolico in pratica è, o dovrebbe essere, come un secondo Angelo Custode, che ha cura della vita delle persone a lui affidate e fornisce loro i “mezzi soprannaturali” per vivere da cristiani in mezzo al caos infernale di questo povero mondo.

Tutte le altre attività umane, educative, caritative ecc. peraltro importanti come completamento della vocazione sacerdotale, non devono mai avere il sopravvento rispetto al compito primario che è quello spirituale di essere “mediatore” tra Dio e gli uomini, tra la persona e il suo destino di eternità.

Va da sé che un sacramento così eccezionale come l’Ordine Sacro, che conferisce al sacerdote il potere di chiamare sulla terra lo stesso Gesù Cristo vivo e vero, deve per forza avere un contraccambio, una sua “croce” da portare, una rinuncia al mondo, alle sue vanità o comodità che si vive soprattutto nel CELIBATO oltre che nell’obbedienza al Vescovo, nella certezza che il Signore non chiede nulla al di sopra delle nostre possibilità.

 Ma il celibato che la Chiesa lega indissolubilmente al sacramento del sacerdozio, è anch’esso di istituzione divina? Si tratta di un impegno gravoso, dicono molti, e se si permettesse loro di sposarsi, di avere una famiglia, potrebbero esserci più vocazioni. A queste domande cerchiamo di rispondere estraendo molti spunti dai documenti sopra citati.

 

IL SACERDOTE NELL’ANTICO TESTAMENTO. Nell’Antico Testamento erano considerati sacerdoti quegli uomini chiamati da Dio per celebrare il culto sacro per sé stessi e per il popolo. Erano tutti maschi e discendenti di Aronne, fratello di Mosè, perciò eredi di un tale compito per successione di parentela, sposati con figli. Tuttavia durante il periodo in cui erano preposti alla celebrazione del culto divino, dovevano astenersi dai rapporti sessuali con la moglie, come segno di distacco, penitenza e purificazione.

 

L’AVVENTO DI GESU’ CRISTO. Con l’avvento di Gesù Cristo i “chiamati” al sacerdozio non provengono come discendenza da un solo casato particolare come nel Vecchio Testamento, ma da qualunque estrazione, razza, popolo o nazione. Inoltre non solo il concetto di castità è stato reso vincolante e permanente per certe vocazioni speciali, (sacerdozio, monachesimo, vita religiosa), ma anche la verginità, su imitazione della verginità di Gesù, di Maria Santissima e di San Giuseppe, è stata elevata a virtù di importanza basilare per tutti coloro che, anche nel mondo, si sentivano chiamati a viverla. Tant’è vero che le prime martiri cristiane (S. Agnese, Eufemia, Agata, Cecilia, Anastasia ecc.) avevano un concetto così alto della verginità da escludere perfino matrimoni regolari anche di alto rango, allo scopo di conservare la loro verginità per amore di Gesù Cristo e del Regno dei Cieli.

 

I PRIMI DODICI APOSTOLI. Quando Gesù chiamò i primi dodici apostoli, pur non essendo esplicito il Vangelo, si presuppone che fossero tutti liberi da matrimonio, essendo anche giovani, tranne San Pietro che comunque deve essere stato vedovo perché si parla della “suocera di San Pietro” guarita da Gesù e mai della moglie.

In tutti i casi, è certo che i dodici apostoli, una volta preparati da Gesù nei suoi tre anni di vita pubblica per seguire solo Lui, dovevano accettare liberamente gravose rinunce, non solo nei confronti di moglie e figli, ma anche rinuncia alla casa, alla terra, alle sicurezze, alle comodità, al lavoro, ai propri beni ecc. per mettere la loro vita a totale disposizione del Signore nella piena fiducia che Dio stesso avrebbe provveduto a loro, anche attraverso persone di buona volontà, come si legge negli Atti degli Apostoli.

La sequela di Gesù Cristo esigeva questo distacco totale, non solo per la necessità di essere liberi da tutti i legami allo scopo di poter “andare e portare il Vangelo ad ogni creatura, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”, ma soprattutto per un motivo soprannaturale molto importante dovuto alla loro consacrazione sacerdotale che li avrebbe configurati a Gesù Cristo nella celebrazione sacra più sublime che esista sulla terra che è la santa Messa, punto di unione tra cielo e terra, tra umano e divino, tra l’uomo e Dio, nella certezza che Dio stesso avrebbe conferito loro la grazia per poter essere all’altezza di questo compito divino.

 

I PRIMI CRISTIANI. La vita dei primi cristiani dopo l’Ascensione di Gesù al cielo, almeno per i primi secoli fino alla pace di Costantino (13 giugno 313 con l’editto di Milano) è stata caratterizzata da continue persecuzioni, incomprensioni e lotte, intrisa del sangue di molti martiri, molti dei quali erano sposati con moglie e figli, e pertanto impegnati a vivere la castità e la fedeltà coniugale nel matrimonio, ma coloro che, come successori dei primi dodici Apostoli, erano chiamati alla vocazione sacerdotale conferita loro da Gesù stesso nell’ultima Cena del Giovedì Santo con il sacramento dell’Ordine Sacro, erano tenuti all’osservanza del celibato, in modo particolare i Vescovi.

Dopo la pace di Costantino con la libertà di culto, la donazione di molti beni alla Chiesa e il moltiplicarsi delle vocazioni e del lavoro apostolico nel mondo, non sempre è stato osservato nella vita pratica l’obbligo della castità e del celibato, a tal punto che molti avevano contratto matrimonio dopo l’ordinazione o avevano figli irregolari o venivano ordinati sacerdoti uomini già sposati con moglie e figli rendendo in tal modo assai difficile per costoro conciliare i doveri verso la famiglia di sangue con quelli della “famiglia soprannaturale” che sono le anime affidate da Dio al suo Ministro.

 CONCILIO DI ELVIRA. Fu così che nel quarto secolo i Vescovi convocarono il Concilio di ELVIRA (Granada IV secolo) per regolamentare questa situazione confusa e spesso irregolare e decidere quale impostazione ufficiale dare a coloro che si impegnavano a diventare sacerdoti. Fu deciso in forma vincolante che tutti i chierici dovevano astenersi dal matrimonio e dal generare figli, pena la deposizione dall’impegno sacerdotale, sull’esempio dei primi dodici apostoli e di Gesù stesso, nella certezza che non sarebbe mai venuto meno l’aiuto della grazia per coloro che si affidavano alla preghiera e ai sacramenti. Questa decisione però venne sancita solo come esortazione vincolante che molti sacerdoti interpretavano con molta libertà, sia pure nella consapevolezza di non essere in regola con il mandato divino che rimaneva comunque chiaro e vincolante per tutti.

 

CONCILIO LATERANENSE DEL 1215. La prassi del celibato sacerdotale, pur essendo sempre stata consigliata e lodata a livello diciamo esortativo e disciplinare, divenne NORMA VINCOLANTE PER TUTTA LA CHIESA CON IL CONCILIO LATERANENSE IV NEL 1215. Le motivazioni addotte dal Concilio indicato sono essenzialmente le seguenti: “Una delle ragioni per cui il celibato ecclesiastico si diffonde e si “impone” alla Chiesa latina è proprio grazie alla dottrina della “transustanziazione” dove viene ribadita l’identificazione del sacerdote con Cristo in modo molto più profondo rispetto al passato. (…) Il celibato ecclesiastico diventa il modello perfetto alla luce anche del “sacrificio eucaristico” in cui il sacerdote si identifica con Gesù e il suo Corpo per cui la tradizione celibataria richiama nel prete la purezza di Cristo”

Dalla celebrazione quotidiana dell’Eucaristia nacque spontaneamente l’impossibilità del legame matrimoniale. Si può dire che l’astinenza sessuale che nell’Antico Testamento era funzionale solo al momento della celebrazione sacra, poche volte durante l’anno, con Gesù Cristo diventa così una ASTINENZA ONTOLOGICA, che riguarda cioè tutto l’essere e per sempre, in quanto l’Eucaristia celebrata quotidianamente e talvolta anche più volte al giorno a seconda delle necessità, diventa un “habitus” perenne di vita, una donazione di sé come corpo consacrato da offrire a Dio, Sommo ed Eterno Sacerdote, purissimo e santissimo. Il sacerdote è l’uomo di Dio per eccellenza, che deve vivere per Lui e in Lui costantemente e perciò rinuncia al matrimonio e alla famiglia accettando solo Dio come sostegno e garante della propria vita.

 

Benedetto XVI nell’esortazione apostolica “Sacramentum caritatis” afferma “Il celibato sacerdotale nasce dall’Eucaristia. Esso conferisce a tutta la vita del sacerdote un significato sacrificale. Dall’Eucaristia riceve la grazia e la responsabilità (…) pertanto il legame tra continenza e celebrazione eucaristica, da sempre percepito dal “sensus fidei” dei fedeli, tanto in Occidente quanto in Oriente, non ha dunque nulla a che vedere con un tabù rituale relativo alla sessualità. Nessuno può rimanere fedele al celibato senza la celebrazione quotidiana della santa Messa perché nell’Eucaristia il sacerdote riceve il celibato come dono.”

 

Un santo coraggioso difensore del celibato sacerdotale è stato San Josemaria Escrivà, fondatore dell'Opus Dei, che in una omelia del 13 aprile 1973 affermava: “E’ opportuno ricordare, con caparbia insistenza, che tutti i sacerdoti, sia noi peccatori che quelli che sono santi, quando celebrano la santa Messa non sono più sé stessi. Sono Cristo che rinnova sull’Altare il suo divino Sacrificio sul Calvario. Presso l’altare infatti, non presiedo io la Messa che ci ha riuniti, ma è Gesù che la presiede in me. Benchè io ne sia indegno, Gesù è veramente presente nella persona del celebrante. Io sono Cristo: che terribile affermazione! Che tremenda responsabilità! Sono presso l’altare del Signore nel suo nome e al posto suo”

 

CELIBATO E AMORE. Il sacerdote è in grado di vivere il celibato nella misura in cui IMPARA AD AMARE, vale a dire rinuncia a sé stesso per essere con Dio e in Dio, in un rapporto di comunione intima con Lui dove non è il dovere freddo che lo impegna, o la paura del castigo, ma è LA CONSAPEVOLEZZA DI ESSERE AMATO DA DIO IN MODO UNICO ED ESCLUSIVO, TALE DA SENTIRE IL DOVERE DI RICAMBIARE QUESTO AMORE DI DIO CON ALTRETTANTO AMORE.  Infatti la vita ascetica e mistica del cristiano si basa essenzialmente su questo: L’AMORE!  Sempre San Josemaria Escrivà afferma in Cammino al n. 999: “Il segreto per la perseveranza? L’AMORE! Innamorati (di Gesù) e non lo lascerai.” 

         Le famose nozze mistiche di alcune sante come Santa Caterina da Siena, la manifestazione umile e commovente di Gesù quando ad esempio nel vangelo piange davanti alla morte dell’amico Lazzaro perchè lo amava come pure le sue sorelle Marta e Maria, o quando manifesta agli Apostoli il suo amore dicendo che preparerà per loro un posto nel cielo, o quando si commuove davanti alle folle stanche e affamate che lo seguono moltiplicando per esse i pani e i pesci, e così via ecc. Alla fine, quale dimostrazione di amore più grande di quella di essere messo in croce per amor nostro? PER AMORE MIO PERSONALE!  

            Quale amore più grande di quello dei martiri che davano la vita per Gesù e non rinnegavano la loro fede nemmeno quando vedevano avanzare il boia con la spada sulla loro testa e nessun Angelo compariva dal cielo per salvarli!

           Quale amore più grande di quello di certi sacerdoti in concetto di santità come don Dolindo Ruotolo, che perdonava ai suoi confratelli che lo umiliavano e calunniavano mentre lui continuava a pregare per loro? 

        O quale amore più grande di quello manifestato da un altro sacerdote diocesano in concetto di santità, don Ferdinando Rancan, quando il Vescovo lo cacciò brutalmente dal seminario alla vigila della sua ordinazione sacerdotale per un malinteso dicendogli “io non ti ordinerò mai!” mentre lui, cacciato e umiliato, continuò con umile perseveranza il suo cammino di fedeltà, vestendo sempre la tonaca di chierico nella certezza che il Signore lo avrebbe prima o poi chiamato ad essere prete. Come in effetti avvenne dopo ben 4 anni di esilio e solitudine vissuti sotto il giudizio negativo degli uomini, in mezzo a tribolazioni e prove di ogni genere. Ma l'amore ha avuto il sopravvento!

           Il cammino per innamorarsi di Gesù ha un solo nome “SANTITA’” che si realizza attraverso una vita di preghiera, di rinuncia, di umiltà, di comunione con Dio non solo nella celebrazione eucaristica, ma sempre, soprattutto in quei tempi durante la giornata che i santi dedicano alla  “orazione” o meditazione nei quali si rimane da soli con Dio a contemplarlo, a parlargli e ad ascoltarlo, anche attraverso un libro di meditazioni che aiuti a conoscere meglio l’amore di Dio per ognuno di noi.

 

RIVELAZIONI A SANTA BRIGIDA SUL CELIBATO SACERDOTALE. Nelle varie rivelazioni ricevuta da Gesù a Santa Brigida di Svezia, si leggono queste testuali, forti parole: “Guai a quel Papa che si mostrasse incline ad autorizzare il matrimonio dei sacerdoti, ne trarrebbe un giudizio terribile; Dio lo colpirebbe con cecità spirituale e sordità; non potrebbe dire altro, né fare, né gustare dell’ordine soprannaturale, e inoltre dopo la sua morte, la sua anima sarebbe gettata nelle profondità dell’inferno, per rimanervi eternamente in preda dei demoni…” (Santa Brigida di Svezia, Rivelazioni, VII, 10)

 

ASPETTO PEDAGOGICO ANTROPOLOGICO

Considerazioni personali

 Certo il demonio è furbo e mentre suscita errori e abusi da parte di certi ecclesiastici creando scandali nei credenti e in tutta l’opinione pubblica, si serve poi degli stessi per proporre dei rimedi che sono come la benzina per spegnere il fuoco, cioè l’abolizione del celibato sacerdotale, unico vero baluardo per la difesa del sacerdozio come Gesù l’ha voluto mostrando come modello i primi 12 Apostoli: solo uomini, e liberi dal matrimonio.

 

MATRIMONIO.   Come se il matrimonio fosse il rimedio di ogni male e il refrigerio per ogni "bollore" che si passa nella vita! Come se gli uomini sposati fossero immuni da tentazioni o cadute o infedeltà! Perfino il laico sposato, se vuole essere coerente con la sua fede ha la sua croce da portare con la moglie, e non parliamo di eventuali figli scapestrati. Infatti, se è vero che un sacerdote deve rinunciare a tutte le donne, diceva ironicamente un santo sacerdote, anche il laico cristiano sposato deve rinunciare a tutte le donne MENO UNA! Se poi questa “una” risulta essere difficile, caratteriale, lunatica, bisbetica ecc. si salvi chi può…. Meglio il celibato centomila volte!! Senza dire della possibilità che si aprano poi anche per i preti sposati tutte le rivendicazioni tipiche del matrimonio attuale: separazione, divorzio, tradimento ecc. in una voragine di miserie che porta tutti all’inferno, in primis la donna che ha corrotto il prete.

 

LA VOCAZIONE DELLA DONNA.  Assurdo poi pensare che le donne siano discriminate perché non possono accedere al sacerdozio! Secondo i disegni di Dio, dovrebbero averne più che a sufficienza nel mettere al mondo e crescere i figli dando loro la vita materiale, mentre al sacerdote è riservata la vita soprannaturale delle anime.

O volete impicciarvi anche di questo e di tutto il resto, voi care donne che scodinzolate sull’altare mettendo in difficoltà i preti che non hanno affatto bisogno di voi per la celebrazione della Messa! E neppure per la lettura della Parola di Dio che è meglio lasciarla agli uomini.

        GIU’ LE DONNE DALL’ALTARE! 

Se Gesù avesse voluto ordinare sacerdote le donne, avrebbe cominciato dalla Sua santissima Madre, Maria Immacolata. Invece no! Lei, la prediletta fra tutte le creature maschili e femminili, ha accettato con gioia la volontà di Suo Figlio di vivere accanto ai primi Apostoli sacerdoti servendoli con umiltà e piena dedizione senza la pretesa di essere sacerdotessa, perché questo non rientra nei disegni di Dio. E la Chiesa e il Papa devono rispettare la volontà di Dio a costo di creare uno scisma che è necessario e doveroso quando le novità di certo clero infedele rischiano di compromettere la struttura stessa della Chiesa come Gesù Cristo l’ha voluta. Meglio una Chiesa povera, umile, piccola ma fedele al volere del suo fondatore divino, che un'ammasso di persone senza fede, senza testa e senza amore.

 

LA SOLITUDINE DEL SACERDOTE. Parlare della solitudine del sacerdote non ha senso, perché il vero sacerdote che si preoccupa veramente della salvezza delle anime, non dovrebbe avere neppure il tempo di provare la solitudine, primo perché dovrebbe essere così impegnato con le persone a lui affidate (sacramenti, catechesi, liturgia, formazione dei giovani, visite ai malati, aiuto ai poveri e sofferenti ecc.) da non riuscire a trovare neppure il tempo per le sue cure personali; secondo perché quand’anche si trovasse veramente solo in una parrocchia sperduta, la sua unione con Dio e con la croce di Gesù Cristo dovrebbe dargli quella forza interiore che lo aiuta a proseguire il suo cammino con fedeltà eroica in qualunque circostanza e con le persone che si trova vicino. E questo periodo difficile che stiamo attraversando da tutti i punti di vista, spirituale, materiale, economico, sanitario, culturale, legale...non è tempo di piangersi addosso, ma è tempo di vivere la fedeltà eroica fino al martirio, fino alla morte, perchè solo dalla sofferenza offerta a Dio può rinascere dalle catacombe la "vera Chiesa" come l'aveva profetizzata il vero Papa Benedetto "povera, umile, perseguitata, ma fedele a Gesù Cristo". Come dalle parole di Sant'Atanasio durante l'eresia ariana che aveva coinvolto quasi tutto il popolo cristiano, perfino Papa Liberio, quando disse con coraggio ai pochi che lo avevano seguito: "Voi tenetevi le vostre chiese, noi ci teniamo la nostra fede!". E infatti Gesù lo premiò col ritorno alla fedeltà e alla Verità di tutto il popolo cristiano. Con Dio non si scherza, è un Dio esigente perchè la posta in gioco non è una miserabile carriera ecclesiastica o civile, ma LA VITA ETERNA IN PARADISO O ALL'INFERNO.


 BELLEZZA DELLA VITA CRISTIANA. La vita cristiana non è facile ma è felice, diceva un santo prete, se la si vive nella sua completezza, anche sotto l’aspetto di croce, ma di una croce che non ti schiaccia, ma che ti porta, ti solleva, ti sostiene se tu preghi il Signore Gesù e la Vergine Maria tutti i giorni, anche nella Liturgia delle Ore, nel Rosario, nella meditazione o adorazione quotidiana, nella lettura di qualche valido libro spirituale ecc.

D’altra parte non solo la virtù della castità è difficile da vivere, come una tentazione che ogni tanto riemerge per farci toccare con mano la nostra miseria e la necessità di vivere l’umiltà nella confessione, ma tutte le altre virtù sono difficili da vivere: la pazienza, la laboriosità, l’onestà, il rispetto, la sopportazione delle persone moleste, la sincerità, la lealtà, perché l’invidia del bene altrui che cova dentro è sempre in agguato, come il voler emergere sugli  altri, l’attaccamento al denaro in maniera morbosa, il sentirsi presidente del club delle patate fritte pur di credersi “qualcuno che conta” ecc. sono tutti peccati sempre presenti nel nostro cuore, almeno come tentazioni da vincere se si vuole essere fedeli. Senza parlare dei peccati o tentazioni contro le tre virtù teologali di FEDE, SPERANZA E CARITA’.

 

SMASCHERARE IL DEMONIO.  Scopo primario del diavolo comunque, è quello di attaccare la fede in Gesù Cristo ma ne uscirebbe perdente se tentasse subito i sacerdoti su questo argomento di alto livello intellettuale. Perciò lui, astuto serpente che fa? Raggira l’ostacolo e cerca di far crollare il sacerdote partendo dal punto più debole di ogni persona umana: la castità, l’attrattiva sessuale, anche puntando sull’aspetto lecito di una consolazione, di una famiglia, ma l’astuto serpente arriva a un punto tale che, una volta caduta la sua vittima preferita che è il sacerdote e gettato nelle reti diaboliche di coloro che sono esperti nel corrompere e poi ricattare, difficilmente riuscirà a venirne fuori indenne se non lo fa subito con coraggio e determinazione e molta preghiera..

Perché bisogna avere le idee chiare: non si tratta di essere super uomini o donne di ferro, glaciali, perfetti, impeccabili, mai una caduta, mai una tentazione, mai una prova che metta in discussione la tua vita. NOOO! NON E’ QUESTA LA VITA CRISTIANA. Non sono le cadute che devono spaventare, quando ci si rialza e si chiede perdono nella confessione cercando di fuggire determinate occasioni pericolose, ma quello che si deve combattere con coraggio è il considerare il peccato come stile di vita, come diritto, come orgoglio, quando magari è un vizio contro natura che, oltretutto, non produce serenità ma turbamento, ansia, rabbia, rivendicazioni, cattiveria e perfino impulsi di odio contro coloro che difendono i valori cristiani perché in questo il diavolo ha buon gioco.

Ma non dobbiamo scoraggiarci perché Gesù ha detto che con Lui possiamo tutto, anche arrivare alle cime più alte della santità che vuol dire toccare con mano la felicità che si prova quando si vive in comunione con Dio e facendo del bene ai fratelli, contenti di vederli felici, di poter contribuire alla loro felicità e alla loro conversione.

 

SACERDOZIO E GIOVEDI’ SANTO

Il giovedì Santo è per il sacerdote il “SUO GIORNO”, importante come il giorno della sua ordinazione sacerdotale, perché proprio in quel giorno, durante l’ultima Cena e alla vigilia della sua Passione e Morte del Venerdì Santo, il Signore Gesù ha istituito ben due Sacramenti: IL SACERDOZIO E LA SANTA EUCARISTIA, entrambi collegati perché non ci può essere sacerdozio senza Eucaristia, e non ci può essere Eucaristia senza il sacerdote che la celebra.

E’ talmente importante questo giorno che lo si potrebbe considerare allo stesso livello della Santa Pasqua, perché se è vero che il fulcro principale della nostra fede è la RESURREZIONE DI GESU’ CRISTO, (a tal punto da far dire a San Paolo che se non ci fosse la Risurrezione, vana sarebbe la nostra fede) è altrettanto vero che senza il Sacerdozio neppure avremmo la Santa Eucaristia perchè nessuno al mondo, se non il sacerdote, ha il potere per volontà di Dio di rendere vivo e vero Gesù stesso nelle sacre specie del Pane e del Vino, rendendo possibili le sue Parole “IO SARO’ CON VOI TUTTI I GIORNI FINO ALLA FINE DEL MONDO”.

 

              GIOVEDI’ SANTO E  PAPA BERGOGLIO. 

Ebbene se pensiamo che, dal giorno della sua elezione al soglio pontificio, 13 marzo 2013, (vera o falsa che sia la sua elezione, come da dichiarazione del defunto card. Daneels), papa BERGOGLIO SI E’ SEMPRE RIFIUTATO DI CELEBRARE LITURGICAMENTE QUESTA RICORRENZA SACRA MERAVIGLIOSA, come era prassi fare nella piazza di San Pietro di solito gremita di fedeli, sostituendola con una strana, deplorevole celebrazione privata ammantata di falsa carità cristiana in quanto focalizzata sulla lavanda dei piedi a poveri stranieri, (mentre Gesù Cristo li ha lavati solo ai suoi 12 Apostoli, come suoi successori nel sacerdozio e non a estranei), c’è di che sobbalzare inorriditi per questo palese abominio contro la volontà di Dio e la prassi perenne della Chiesa.

Infatti con questo comportamento assai eloquente di Bergoglio vengono eliminati o comunque disprezzati nientemeno che I DUE PIU’ IMPORTANTI SACRAMENTI DELLA NOSTRA FEDE: SACERDOZIO ED EUCARISTIA tra il silenzio colpevole di tutto il Clero, religiosi e laici compresi.

 

Sono dieci anni che si fa silenzio su questo fatto davvero scandaloso, ritenendolo ormai prassi della Chiesa, della falsa chiesa bergogliana che finisce col gettare nel dimenticatoio il cuore della fede cristiana che è il Sacerdozio e la santa Eucaristia sostituendole con celebrazioni pagane o dubbie che nulla hanno da spartire con la nostra vera tradizione cattolica bimillenaria.

Grande è la responsabilità del Clero davanti al giudizio di Dio in questo e in molte altre tristi vicende scandalose che si sono moltiplicate in questi deplorevoli 10 anni di pontificato bergogliano, vero o falso che sia, certamente un pontificato di vera apostasia che sta dilagando a macchia d’olio dal trono pontificio ottenuto con l’inganno dalla mafia del Sangallo che per questo motivo sarebbe passibile di scomunica, secondo l’esortazione di Giovanni Paolo II “Universi Domici gregis”.

 Per i responsabili di questo abominio, anche attraverso il silenzio e l’indifferenza, c’è la probabilità che si possa andare dritti all’inferno. E pare non manchi molto alla resa dei conti finale. 

L’IDOLATRIA IN VATICANO. Se poi pensiamo che è ancora intronizzata dentro il cuore della Basilica di San Pietro, l’orrenda statua della dea pagana Pachamama, senza che nessuno l’abbia più rimossa, per volere del falso papa Bergoglio ma col tacito e colpevole silenzio di tutti i Cardinali e Clero in genere, ci dovremmo meravigliare se dovesse accadere qualcosa di veramente terribile dentro lo stesso Vaticano? Se perfino Roma falsa e bugiarda che non è più la città santa ma la città del nemico di Dio dovesse cadere miseramente nelle mani dei suoi invasori?  Ci sono le profezie che parlano chiaro in tal senso.

Con la Pachamama diabolica in Vaticano, con le proiezioni di bestie infernali sulla facciata di San Pietro il giorno dell’Immacolata, 8 dicembre 2015; con la porta degli Inferi al Quirinale e col dio Moloch davanti al Colosseo, senza dire della statua del caprone infernale a Milano in piazza Duomo, tutti intronizzati e difesi dal Clero traditore, a iniziare da Bergoglio, che altra diavoleria manca per far capire che dovrà capitare a breve qualcosa di veramente tragico e disastroso DENTRO LE MURA VATICANE MA ANCHE NELLA CITTA’ DI ROMA E ALTROVE?

L’ira di Dio trattenuta fino ad ora dalla mano materna di Maria Immacolata, sta per piombare sulla testa di coloro che hanno voluto tradire nostro Signore Gesù Cristo per adorare Satana anche attraverso il loro silenzio colpevole. 

 Dobbiamo ravvederci tutti seriamente prima di giocarci l’anima a forza di voler difendere a tutti i costi un papa che, quand’anche fosse legittimo, sarebbe comunque un papa apostata, passibile di scomunica immediata “latae sententiae”. Preghiamo per lui.

 Che Dio abbia pietà e misericordia di noi che professiamo la nostra Fede e il nostro Amore in Gesù Cristo, nostro Dio, Signore e Salvatore, Maestà infinita, Re dell’Universo, Unico, Sommo ed Eterno Sacerdote per tutti i secoli dei secoli.  Amen.

                                                Patrizia Stella

  Bibliografia

Robert Sarah, Joseph Ratzinger, dal profondo del nostro cuore, Cantagalli, 2020

Paolo VI, lettera enciclica Sacerdotalis caelibatus, 24 giugno 1967

Giovanni Paolo II, Esortazione apostolica Pastores dabo vobis, 1992

Giovanni Paolo II, Costituzione apostolica “Universi dominici gregis” 1996

Benedetto XVI, Esortazione apostolica Sacramentum caritatis, 2007

J. Escrivà, La Chiesa nostra Madre, ed. Ares 1993

Vaticano II, Costituzione dogmatica sulla chiesa “Lumen gentium”





mercoledì 8 febbraio 2023

LA FOLLIA DEL SESSO FLUIDO


La decisione di accettare e sbandierare ufficialmente anche a San Remo la teoria del cosiddetto “sesso fluido” ovvero quello fine a sé stesso, senza impegni, senza sentimento, senza responsabilità perché aperto solo all’istinto primario, bis, plus, trans…  sembra ormai consolidata per buona parte della società senza bisogno di tante leggi. Infatti a che servono le leggi se non sono più in grado di definire l’identità di una persona che adesso c’è e domani sparisce, cambiando nome e responsabilità? In pratica se viene annullata la persona come soggetto di diritto, consapevole della propria identità, dignità e sessualità cos’altro ci resta da difendere? Le nuvole? L’ecologia? L’ambiente? Le idee evanescenti? Se l’uomo è sparito nella sua concretezza reale ed esclusiva, chi mai dovremo difendere? Chi ti sta parlando adesso, domani sarà lo stesso, o avrà cambiato sesso? E tu che ti stai accoppiando con un certo signore o signora X, sei strumento di piacere, usa e getta, o conti qualcosa di più nella sua vita?  Pura strada della follia ormai inguaribile dove la forza dell’intelletto, della volontà e del sentimento viene annullata per annientare la nostra umanità. Non volevano l’uomo trans-umano? Eccolo, anche senza vaccini e microchip; basta un po’ di lavaggio del cervello per trasformare in pecore idiote questa mandria anonima di gente senza Dio e senz’anima.

 

CARRIERA ALIAS E GENDER. Ormai questa moda della liberalizzazione totale del sesso sbandierata come grande conquista perfino dalle logge vaticane di questa falsa chiesa bergogliana aperta a tutte le più stravaganti espressioni peccaminose LGTB ecc. di cui renderanno conto al giudizio di Dio, sta assumendo connotati così forti da incutere perfino paura, soprattutto pensando ai nostri figli e nipoti che potremmo non ritrovare più nella loro vera identità, ma dietro a maschere continue, le cosiddette “CARRIERE ALIAS” così distruttive del proprio “io” da trovare rimedio solo nella droga che è in aumento. Senza dire del crimine del cosiddetto “GENDER” che solo il diavolo poteva inventare tanto è perverso nella sua struttura luciferina. Far bloccare sin dalla adolescenza le tipiche manifestazioni sessuali maschili e femminili attraverso ormoni e interventi chirurgici contro natura provoca danni psicofisici così gravi che, col tempo, possono sfociare nella pazzia, schizofrenia o suicidio.

 

FUNZIONE DELL’INTELLETTO E DELLA VOLONTÀ. Ma l’uomo, la donna, l’intera società non si reggono solo su questioni sessuali che sono state elevate e sublimate come le uniche al mondo! Infatti non esistono solo le pulsioni o tendenze sessuali da governare dentro di noi, ma molte altre come la tendenza alla cleptomania, alla pigrizia, al sopruso, al furto, alla menzogna, all'imbroglio, all’ira, all’aggressività, alla calunnia, al disprezzo, al bullismo, all’egocentrismo, al tradimento ecc. Al contrario esistono anche le tendenze buone che possono essere la generosità, la compassione, l’intraprendenza, la creatività, il genio ecc.  Tutte tendenze buone o cattive che vanno regolate attraverso le nostre facoltà che sono l’intelletto e la volontà che fungono da pilota davanti a tutte le possibilità o difficoltà che si possono incontrare sul cammino della vita. Ecco il rischio della nostra libertà che Dio ci ha lasciato a differenza degli animali che vivono solo per istinto secondo natura ma senza consapevolezza né libera scelta. Essere abbassati a livello inferiore a quello delle bestie è ciò che vuole il maligno e chi combatte per lui. Essere governati ciecamente non più dal nostro cervello ma dai nostri genitali è ciò che di peggio può capitare all’uomo fatto a immagine e somiglianza di Dio e destinato non alla putrefazione della morte ma a godere della Comunione con Lui e con i fratelli nella Vita Eterna con il premio del Paradiso per chi ha scelto la Via dell’Intelletto secondo il disegno di Dio, o la disperazione dell’Inferno per chi ha scelto la via dei genitali, dell’istinto, diciamo così, secondo il comando del diavolo. E questo per tutti gli uomini di tutti i tempi di tutte le lingue, religioni, credenze, leggi … nessuno sfugge al giudizio di Dio che scruta i cuori e legge nella coscienza di ognuno.

 

L’AMORE FONTE DI VITA E DI GIOIA. In questa società della follia sessuale il primo elemento che viene eliminato è L’AMORE! Quell’amore che è essenziale per la sopravvivenza e la felicità dell’uomo e che invece il diavolo ha rifiutato per odio contro Dio e contro l’uomo.

Dalla eliminazione del vero amore come è sempre stato nel disegno di Dio, viene a mancare l’altro elemento costitutivo dell’uomo e della donna che è la FAMIGLIA sostituita da una qualunque ammucchiata sessuale interscambiabile sotto lo stesso tetto. Si comincia con annullare la bellissima fase dell’innamoramento fra un solo uomo e una sola donna dove si fa esperienza dell’amore come dono di sé e non come possesso o pretesa sul corpo dell’altro, per addentrarsi sempre di più sulla strada della prostituzione, depressione e delinquenza. Perché, a detta di molti psicologi non allineati coi poteri forti, esiste una forte connessione fra il cedimento, spesso voluto, alla immoralità privata o pubblica, (il cosiddetto malcostume) e la diffusione di fenomeni abnormi, quali violenza, delinquenza, illegalità, mancato controllo degli impulsi più irrazionali. Salvo poi dare la colpa di tanti disastri alla mancanza della famiglia e dell’amore che non si è avuto da piccoli in famiglia!!!  Quanta ipocrisia.

 

LA BELLEZZA DELL’AMORE SECONDO IL DISEGNO DI DIO. La vita e l’amore secondo natura cioè secondo il disegno di Dio per l’umanità esige delle differenze e regole ben chiare e assolute, tutte per il nostro bene e la realizzazione piena della nostra personalità, maschile o femminile. Tertius non datur!!!.  Ad esempio, parlando di amore, dobbiamo distinguere in modo chiaro tra le varie tipologie: esiste l amore materno, l'amore paterno, l'amore filiale, l'amore di amicizia e... al di sopra di tutte queste tipologie di amore, dobbiamo distinguere l'amore coniugale che, in un certo senso, è il motore di tutto perché dall' amore coniugale nasce la vita secondo il disegno di Dio. Ma se l’amore materno o filiale diventasse amore coniugale??? Orribile!! Si chiamerebbe incesto e non solo Dio lo disapprova ma la natura stessa lo rifiuta e si ribella prima o poi anche con malattie psicofisiche gravissime.

 

DISFORIA DI GENERE! Sono le parolone nuove che certi studiosi hanno dovuto inventare per dare una certa parvenza di “scientificità” a fenomeni che sono sempre esistiti in pochi casi e che, se curati in tempo nel modo giusto, rientrano poi nella normalità della vita di una persona senza creare traumi. Cioè quel fenomeno peraltro raro (ma che si vuole invece considerare comune a tutti per poterlo aggiungere al catalogo delle varie manifestazioni altisonanti LGTB… ), che si può verificare durante la pre-adolescenza, periodo in cui si sviluppano le caratteristiche o maschili o femminili.

In certi casi durante questo sviluppo si può verificare una forma di incertezza fra i due sessi, più che altro psicologica perché biologicamente parlando, tranne casi rarissimi di malformazione genitale (come quando si nasce col piedino storto che va raddrizzato e non elevato a nuova categoria sessuale!), il sesso biologico è quello che contraddistingue la persona, o maschio o femmina, perché non si tratta solo di quello che appare all’esterno del corpo attraverso i genitali che si possono modificare con la chirurgia estetica, bensì tutta la sua struttura organica interna biologica e psicologica che è molto complessa, come si può immaginare, e che costituisce la differenza abissale tra un maschio e una femmina. A questo punto può capitare che educatori, genitori, amici, ecc. spinti da mode perverse, al primo apparire di questi eventuali sintomi, comincino a martellare il povero bambino con le solite idiozie demenziali della “libera scelta” che getta nella disperazione il piccolo perché più forte di lui e della sua capacità di comprensione del problema e quindi della sua possibilità di scegliere una cosa così assurda e inesistente.

Chi dovesse manifestare seriamente questo problema, a qualunque età, va aiutato facendo amare al piccolo o alla piccola il proprio sesso biologico che appare sin dalla nascita e non quello inventato o virtuale, solo per il fatto che il bambino ama giocare con le bambole, o viceversa la bambina con le automobili! Cerchiamo di essere concreti e sorvolare su questi aspetti che gettano inquietudine laddove non ci deve essere e facciamo leva invece sulla realtà biologica da amare e assecondare se non si vuole iniziare un percorso di inferno e di disperazione senza ritorno.

Perché nessuno ha il coraggio di dire che, una volta raggiunto con sofferenze lunghe e atroci questo obiettivo del cambio del sesso che è irreversibile, anziché trovare la tanto agognata felicità, ci si scontra alla fine del percorso, con un muro di piombo che getta in una tale disperazione da essere indotti al suicidio, soprattutto quando si è pentiti e si vuole tornare indietro e non si può assolutamente più!!! Come infatti sta accadendo ovunque nel mondo anche se nessuno ne parla perché anche qui vige, come per il vaccino, la legge dell’omertà e della menzogna. Tutto bene, tutto meraviglioso, tutto da scoprire e da sperimentare sul proprio corpo come cavie impotenti fino alla fregatura finale, irreversibile: muro di piombo.

 

TORNARE A DIO PADRE FIGLIO SPIRITO SANTO. Tutta questa sofferenza che ciascuno si crea stupidamente deriva in molti casi da una certa insoddisfazione generale, da un conflitto interiore con la propria vita, come se si volesse cancellarla perché si è presentata senza il nostro volere, mentre si desidera una vita nuova che ciascuno di noi può scegliere liberamente. Da qui anche il concetto illusorio della reincarnazione, tornato così di moda perché frutto di questa mentalità della scelta libera e della possibilità di revisione o di vita nuova, come e con che risultati non si sa.

Questo è dato anche dal mito del benessere come fonte assoluta di felicità e se non lo puoi avere, ti senti inferiore, fuori gioco; e poi la corsa al successo, alla vanagloria, a primeggiare in tutti i campi, non fosse altro che per sentirsi il presidente del club delle patate fritte; un po’ la constatazione della difficoltà di portare avanti la tua famiglia come vorresti, sullo stesso livello di certi tuoi colleghi quando le tue risorse non te lo permettono perché magari lui, che fa lo stesso tuo lavoro, ha avuto in eredità case e campi che tu non hai… ecc. ecc.  E quando accade che un tuo amico o conoscente ti viene vicino e ti sussurra all’orecchio che tutti questi beni e altro ancora li potresti avere se aderisci a un certo gruppo!?! Perché no? Ti viene spontaneo rispondere, senza chiederti quale prezzo dovrai poi pagare per ottenere tutto questo, magari per poco tempo e con indicibili sofferenze perché aderire a certe imposizioni per lo meno esoteriche è solo fonte di atroci dolori qui sulla terra che si pagano nell’aldilà.

Perciò si deve fuggire qualunque tentazione di questo genere, assolutamente.  Si deve preferire la sobrietà, accettando anche l’indigenza in certi momenti difficili come ci hanno insegnato i nostri nonni e padri che comunque vivevano con molta dignità la loro povertà e alla fine non gli è mai mancato nulla perché avevano fiducia nella provvidenza di Dio che sempre soccorre chi si rivolge a Lui.

Quanto è bello invece, davanti a questo quadro desolante di piaceri effimeri, riscoprire la paternità di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo e le sue leggi d’amore che sono solo per il nostro bene, per la nostra felicità sulla terra e poi nel cielo. Perché dopo millenni dalla comparsa dell’uomo sulla terra, con i rispettivi accoppiamenti della famiglia secondo natura, si è voluto dare questa svolta demenziale solo da qualche miserabile decennio? Come se si fosse scoperto il segreto della felicità col cambio del sesso! Ma questo è la disgrazia più grande, la rovina del corpo e dell’anima peggiore che esista al mondo.

 Ma se tu, uomo o donna, giovane o anziano, avessi già intrapreso questa strada del falso amore e ti fossi pentito come per qualunque altra caduta o delitto o peggio, non farti prendere dalla disperazione ma rivolgiti al Dio della misericordia e alla Madonna Regina dell’Amore, affinchè ti perdoni e ti dia la serenità per vivere bene su questa terra, nonostante tutto, sapendo che il nostro destino di eternità è in Cielo.

Per concludere, riportiamo una frase molto penetrante e incoraggiante del nostro compianto e carissimo Santo Padre Papa Benedetto XVI che richiama anche le parole del suo predecessore Giovanni Paolo II “Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo, Si, aprite, spalancate le porte a Cristo e troverete la vera vita. Amen”.    GESU’ CONFIDO IN TE, ORA E SEMPRE

                                                            Patrizia Stella

lunedì 21 giugno 2021

IL PERICOLOSO EFFETTO VIGANO'. SECONDA ULTIMA PARTE


Molti hanno notato che da un po’ di tempo si sta montando misteriosamente una specie di apparato mediatico che vuole tornare a mettere sotto accusa tutto il Concilio Vaticano II, come se non fosse stato già abbastanza “vivisezionato” studiato, criticato, biasimato, difeso, lodato in tutti questi decenni dai migliori teologi e storici. Si biasima anche in modo aspro il cosiddetto “Novus Ordo”, tutta la nuova Liturgia e l’operato dei grandi Papi del Concilio, da Paolo VI, Giovanni Paolo II con una particolare cattiveria sottile soprattutto contro la figura eccezionale dell’unico vero Papa vivente e martire che è Benedetto XVI.

 

Questa campagna mediatica che sembra voglia far ritornare tutti al “Vetus Ordo”, a meno che non ci siano sotto altre finalità non chiare, non sembra affatto partire dai tradizionalisti Lefebvriani ma da un gruppetto di “nostalgici” millantatori che non si sa bene dove vogliano mirare con queste continue picconate alla Chiesa del post Vaticano II, come se prima di quella data la vita della Chiesa cattolica fosse stata contrassegnata da pace e fecondità, immune da contaminazioni, da persecuzioni, da calunnie, da violenze, da peccati, da sopraffazioni, da imbrogli e miserie di ogni genere, dall’esterno e dall’interno.  Perché è risaputo che la Chiesa cattolica è innanzitutto un “MISTERO” perché composta da noi poveri uomini, sia pure battezzati ma peccatori, sia laici che consacrati, ma sostenuta e guidata dalla Mano Onnipotente di Gesù Cristo che l’ha voluta e fondata perché potessimo, attraverso la Grazia e i Sacramenti, raggiungere la Vita Eterna.

 

Paladino di questa contestazione gravemente accusatoria contro il Vaticano II e i suoi Papi, si sta rivelando ultimamente mons. Carlo Maria Viganò, che all’inizio degli anni 2018/19 era emerso misteriosamente dall’anonimato, (nessuno lo conosceva se non pochi per essere stato Nunzio apostolico negli Stati Uniti) per denunciare certe gravi omissioni nei confronti di Bergoglio che non avrebbe affatto sorvegliato sulla questione della pedofilia del clero, anzi avrebbe addirittura promosso qualche importante cardinale già accusato e messo alle strette sotto il pontificato precedente.

In quei primi anni noi lo ritenevamo una “Voce” venuta dal cielo per incoraggiarci nella via della fedeltà alla Chiesa cattolica, dopo la spaccatura bergogliana che ha creato la presenza scandalosa di due Papi e l’avvio di una specie di nuova “pastorale” impastata di marxismo, materialismo, sociologismo, politichismo, e ultimamente, addirittura composta da idolatria gravissima con l’intronizzazione della dea Pachamama in San Pietro. Ma il guaio peggiore è che viene tutto minimizzato o messo a tacere, tanto che nessuno si rende più conto della GRAVITA’ ENORME DI CIO’ CHE STA AVVENENDO IN SENO ALLA CHIESA, forse anche perché ottenebrati solo dal diavolo e dallo spauracchio del virus. 

Ma quale è stata la nostra delusione nel constatare che, più aumentavano gli interventi pubblici di mons. Viganò e più si inaspriva la sua penna, il suo cuore in modo perfino esagerato e talvolta pungente, non contro questa situazione davvero allucinante nel cuore della Chiesa di Gesù che si è formata quasi come una “setta” dentro la vera Chiesa, ma sempre e solo contro il Vaticano II e soprattutto contro l’unica, vera vittima di tanti compromessi luciferini, Benedetto XVI, colpevole, secondo lui, di aver fatto “il gran rifiuto” di Dantesca memoria.

          Ma quale è stato il nostro sconcerto quando ultimamente è uscito allo scoperto anche il prof. Roberto de Mattei, noto tradizionalista sulla stessa linea di mons. Viganò a condurre una battaglia non assieme a lui, bensì contro di lui, pur essendo stessi compagni di cordata tradizional-sedevacantista, de Mattei da sempre e mons. Viganò, incomprensibilmente, solo da qualche anno, perchè quando venne nominato da papa Benedetto Nunzio Apostolico negli Stati Uniti nulla ebbe mai da obiettare contro il Vaticano II e il Papa che lo investì di un tale compito impegnativo ma anche onorifico.

 Qui i conti non tornano più! Che sta succedendo?  Per qual motivo questa inaspettata guerra intestina? Chi ispira o addirittura scrive le lettere di mons. Viganò? Si è chiesto de Mattei supponendo la presenza di un “direttore d’orchestra” dietro i numerosi scritti di Viganò. Ed ecco il profilarsi due o forse anche più schieramenti l’un contro l’altro armato dentro lo stesso gruppo tradizionalista.  Francamente non si capisce bene dove costoro vogliano parare dal momento che tutti hanno in comune l’avversione per il Concilio e Papa Benedetto, colpevole, secondo loro, di aver dato le dimissioni, causando l’apertura di questa drammatica situazione bergogliana nella Chiesa.  Ma tutto è stato provvidenziale nei disegni di Dio perché, senza le dimissioni di Papa Benedetto, non sarebbe venuto alla luce tutto quel veleno tenebroso da quel singolare “vaso di Pandora” contro il quale siamo tutti tenuti a combattere con fede e coraggio.

 

Sta di fatto che il diavolo, esperto nel seminare ovunque zizzania, di solito rincara la sua "dose" soprattutto laddove ci si stacca dalla vera barca della Chiesa cattolica per cercare salvezza in scialuppe di salvataggio che alla fine non riescono mai ad approdare a riva sicura perché manca loro il vero timoniere che non può essere altro che “Pietro”, per successione apostolica, l’unico vero Vicario di Gesù Cristo. Per cui lo stesso problema di grave crisi che si sta presentando nei confronti di chi segue l’antipapa Bergoglio, si è presentato già da molto tempo anche dentro le chiesuole di coloro che, ritenendosi gli unici fedeli al “Magistero perenne!!” della Chiesa e ai riti antichi del Vetus Ordo, alla fine non hanno fatto altro che scardinarla da dentro rifiutando i veri grandi Papi e tutto il loro sublime insegnamento e probabilmente creando anche le condizioni, sia pure involontarie, per favorire l’attuale crisi gravissima in cui ci troviamo con due Papi, di cui uno solo è il vero. Se avessero invece appoggiato con pazienza, umiltà e fedeltà i veri Papi che si sono succeduti, forse qualcosa di meglio avremmo salvato della nostra martoriata ma pur sempre Santa Chiesa cattolica per volontà di Dio.

 

Anche se le vere motivazioni delle dimissioni traumatiche di papa Benedetto le conosceremo forse solo in cielo, sta di fatto che una fondata testimonianza del perché di questo EVENTO STORICO COSI’ TRAUMATICO PER TUTTI, è stata offerta per iscritto nientemeno che da uno dei Cardinali, il belga Daneels, della cosiddetta “Mafia del Sangallo” prima di morire, come frutto di un complotto decennale da parte di parecchi Cardinali che volevano intronizzare uno di loro, il card. Bergoglio appunto, per portare la Chiesa cattolica verso la loro meta agognata che è “IL NUOVO ORDINE MONDIALE” ed evidentemente la presenza di un Papa tenace e fedele come Benedetto era di impedimento ai loro piani.

Fallito il precedente tentativo con l’elezione di Papa Benedetto nel 2005, non si sono dati per vinti ma hanno continuato con cocciutaggine luciferina su questa strada di voler occupare a tutti i costi il soglio di Pietro, come da chiare e precise tappe programmate che la massoneria si è proposta di raggiungere un po’ alla volta lungo i secoli, di cui non fa più mistero e che ultimamente sta accelerando forse dietro il “pungolo” del diavolo che sa di dover fare presto i conti con la “Regina delle Vittorie”.

 

Pur condividendo certe preoccupazioni espresse più volte da mons. Viganò, perché non siamo così ingenui da non capire le gravi trasformazioni negative realizzatesi dopo il Concilio, le molte defezioni, dissacrazioni ecc. a partire dalla ben visibile riforma o demolizione purtroppo dell’architettura sacra, degli arredi liturgici ecc. come lui giustamente denuncia, tuttavia ci chiediamo: dov’era l’illustrissimo monsignor Viganò, quando i tre ultimi grandi Papi, Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI battagliavano da soli, contro l’incalzare prepotente dei nemici della chiesa, sia da parte progressista che tradizional-conservatrice? Tanto che uno di loro, San Giovanni Paolo II, ha rischiato di rimetterci la vita e l’ultimo, Benedetto, è stato costretto a eclissarsi per non essere sbranato dai lupi che lo incalzavano perché, a quanto pare, era risoluto nel rifiutare la sua firma ad aperture speciali ai divorziati, gay ecc. come poi in effetti è avvenuto con la scandalosa enciclica “Amoris Laetitia” un inno all’adulterio sancito e “benedetto” anche dalla possibilità di comunicarsi, che ha portato il primo grande sconvolgimento nel cuore della Chiesa, tra il solito silenzio colpevole di tutti i Vescovi. 

Questo documento presentato come grande concessione verso tutti, ignorando le precise e severe disposizioni del Magistero della Chiesa sulle modalità di accesso alla Santa Comunione che non è un simbolo, ma il vero e Santissimo Corpo di Nostro Signore Gesù Cristo,  è stato quello che ha segnato il declino irreversibile della Chiesa cattolica, sfociato on l'accordo di Abu-Dhabi firmato con tono trionfalistico il 5 febbraio 2019 tra Bergoglio e gli Emirati arabi con l'Iman Al-Azhar, dove in nome di un Dio ignoto e della fede non certo in Gesù Cristo ma in una vaga "fratellanza umana" ci si illude di aver risolto il problema della pace universale. 

Invocare la pace eliminando l'autore della vera pace che è Gesù Cristo da parte di colui che dovrebbe rappresentarlo in terra, è quanto di peggio si possa auspicare per il mondo. Infatti è proprio dal 2019, anno della firma di Abu-Dhabi e della intronizzazione della dea pagana Pachamama che sono precipitate sulla nostra testa, come una valanga continua e irrefrenabile, le peggiori calamità che non sono ancora finite perchè nessuna autorità ecclesiastica ha voluto indire ufficialmente sante Messe pubbliche di riparazione a tanto peccato blasfemo e sacrilego, neppure mons. Viganò, se non solo attraverso proteste e contestazioni, sia pure doverose e coraggiose.


Ma arrivare ad accusare adesso Papa Benedetto di aver permesso, con le sue dimissioni, una tale gravissima apostasia, è quanto di più indegno e ingiusto si possa pensare.  Infatti Papa Benedetto XVI è stato lasciato completamente solo a combattere contro tutti, dentro e fuori la Chiesa, ed è risaputo che il Papa da solo, senza gli appoggi di cardinali e Vescovi, nulla può fare, perché la Chiesa cattolica, pur avendo nel Papa il suo punto focale di riferimento attribuendogli anche l’infallibilità a determinate condizioni, tuttavia non è una “monarchia assoluta”, ma fa leva al suo interno sul “Collegio episcopale” e se questo è ostile al Papa, è assai difficile governare.

·         Ma a chi giova riesumare questioni passate già risolte, anche se non nel migliore dei modi, in questo frangente storico pieno di difficoltà dove già viene messa a prova la nostra fede?

·         Non si rischia di scardinare ancora di più quella poca fede rimasta nei cattolici coraggiosi che vanno contro corrente da soli, spesso addirittura in piena opposizione contro certe direttive scandalose del Vaticano, ormai chiaramente alleato con i nemici della Chiesa?

·         Quale finalità misteriosa potrebbe nascondere questa operazione davvero anomala e soprattutto pericolosa da parte di un Prelato finora sconosciuto in un periodo tra i più difficili e drammatici della storia italiana e mondiale?

 IL FATIDICO ANNO 1958. Cercando di lavorare con l’intuizione dal momento che ci muoviamo in un campo ancora oscuro, sia pure concreto, e chissà mai se si rivelerà nella sua chiarezza totale, si presuppone che l’obiettivo che questi contestatori del Vaticano vogliono raggiungere potrebbe essere una “riforma” drastica partendo da un evento storico ben preciso che è l’anno 1958, cioè da quell’episodio che ha dato il via ad una specie di elezione papale “anomala” di cui parleremo. Supposizioni? Nessuno ha in mano la certezza assoluta ma sta di certo che esistono tutti i presupposti, purtroppo, perché possa accadere un fattaccio terribile del genere, che POTREBBE DARE IL VIA AD UNO SCISMA DALLE PROPORZIONI GIGANTESCHE E DISTRUTTIVE, perché come si spiega l’accanimento generale contro tutti i grandi, santi Papi del Concilio? Era di moda prenderli in giro, criticarli, biasimarli, esporli alle calunnie, alle derisioni, sempre allo scopo di demolirne la figura come Vicari di Cristo, però… solo fino all’arrivo di Bergoglio, davanti al quale ci si deve inchinare e forse anche inginocchiare, visto che lui non lo fa mai davanti al Santissimo Sacramento, per timore di ritorsioni o peggio, elogiandolo sempre, diffondendo le sue omelie quotidiane e martellanti come mai si era visto prima, interviste, encicliche, battute e altre “amenità” del genere perché è stata detronizzata la figura di nostro Signore Gesù Cristo per mettere al centro di tutta la vita della Chiesa, sempre e solo lui: l’antipapa Bergoglio.

 

Ma è doveroso ricordare che alla fine di tutte le discussioni e diatribe e lotte intestine che portano discredito a tutto il clero in genere a alla vera Chiesa e di cui la gente è satura e stanca, la cosa più importante è saper scegliere giusto, cioè saper scegliere Gesù Cristo che ha fondato la vera Chiesa, sull’unico e vero PIETRO, perchè come dice la Scrittura “UBI PETRUS, IBI ECCLESIA”. “Solo a te, Pietro, darò le chiavi della mia Chiesa e avrai il potere di sciogliere o di legare…” cioè di perdonare o no i peccati degli uomini. Sbagliare scelta è pericoloso perché c’è in gioco la salvezza della nostra anima, anche fossimo animati dalle migliori intenzioni.

 

Illustri Prelati, con tutte queste scandalose diatribe ecclesiastiche, la gente confusa, disperata e messa alla prova da questa situazione generale difficile, non trova sostegno alcuno da parte vostra, anzi se ne allontana scandalizzata, perché voi o rimanete in scandaloso silenzio quando c’è da combattere al nostro fianco di laici coraggiosi in difesa della vita, della famiglia, del lavoro ecc. contro leggi inique, oppure avete solo da offrire parole belle ma vuote, dall’alto della vostra fortezza inespugnabile e dal lusso delle vostre mense sempre imbandite a festa grazie alle nostre offerte di gente umile e spesso anche povera, mentre voi neppure sapete quanta fatica costa guadagnare lo stipendio per mantenere le nostre famiglie e “quanto sa di sale lo pane altrui”.

 

L’EPISODIO DEL CARD. SIRI CHE DOVEVA ESSERE PAPA

 Alcuni di questi nostalgici che vogliono ripristinare chissà quale antica liturgia, sembra che vogliano far leva sul noto episodio del card. Siri che, dopo la morte di Pio XII, sembra sia stato nominato Papa col nome di Gregorio XVII, con tanto di fumata bianca visibile a tutti il 26 ottobre 1958.  Ma che in realtà poi sia stato minacciato o gli abbiano intimato pesantemente di non accettare perché non gradito a quella potente lobby cardinalizia che sin da allora ma anche da molti decenni prima, era ben presente in seno alla chiesa e condizionava addirittura queste scelte così importanti per la vita della Chiesa.

Nulla di nuovo sotto il solo perché cose già avvenute sin dai tempi dello Scisma di Occidente tra il 1370 e 1420 con la presenza di ben tre Papi votati dalle varie correnti cardinalizie che si contendevano miseramente il privilegio di nominare uno di loro e combattere tutti gli altri. Fu in questo contesto che Santa Caterina identificò il vero unico Papa come successione apostolica in Urbano VI, ma anche adesso, come allora, sembra si stiano aprendo scenari molto preoccupanti in merito alla questione “Chiesa e Papato”. E con questi precedenti scandalosi dentro la Chiesa dei secoli passati, ci meravigliamo della Mafia del Sangallo? Ci rifiutiamo di credere che le cose si siano svolte in modo così scandaloso come testimoniato dal defunto card. Daneels? E’ un miracolo se ancora possiamo avere Messa ed Eucaristia.

 Messo da parte il card. Siri, fu eletto un Papa che fosse anziano, dicevano allora, di “transizione” per vedere nel frattempo gli sviluppi della situazione ecclesiastica che, Concilio o no, stava già entrando in una grave crisi che durava da secoli in realtà, la crisi modernista tanto combattuta da grandi e santi Papi come Pio X e Pio XII, come pure in precedenza Pio IX quello che promulgò il dogma dell’Immacolata. 

Con la differenza però, che allora questi Santi Papi coraggiosi potevano contare sull’appoggio di collaboratori fidati e anche su un certo numero di Vescovi e Cardinali, come ad esempio il card. Merry Del Val, figura ascetica di grande appoggio per il Papa Pio X, mentre nel caso dei nostri sia pure Grandi Papi dell’ultimo Concilio, nessun appoggio fu dato loro, perchè tutti, collegio Vescovile, corrente progressista e tradizionalista, lobby nascoste, seminari e associazioni cattoliche varie, insomma tutti erano contrari e addirittura ostili e avversi ai loro rispettivi grandi e Santi Papi che si sono trovati a combattere da soli contro tutti.

 Ricordiamo l’episodio eroico di Papa Paolo VI che dovette ricorrere al consiglio di Padre Pio prima di dare il via definitivo alla “Humanae Vitae”, in quanto li aveva tutti contro, dentro e fuori la Chiesa, anche l’opinione pubblica, e si trovò a un certo punto di difficoltà da dubitare perfino se fosse cosa giusta o no, a tanto arriva l’azione del maligno. Avuto l’incoraggiamento, anzi il dovere da parte di padre Pio di andare avanti con la pubblicazione, non esitò un minuto e a costo di grandi sofferenze e contraddizioni riuscì a pubblicare questo testo.

Narra un teologo di Verona presente a uno di questi dibattiti che, appena dato il via al consenso di pubblicare l’enciclica, Paolo VI entrò nella sala riunioni dove erano ancora presenti alcuni consiglieri, teologi ecc. con passo sicuro e determinato (mentre prima lo si vedeva accasciato e stanco) e battendo un forte pugno sul tavolo delle riunioni, esclamò “E PER QUESTA PUBBLICAZIONE COSÌ TRIBOLATA E SOFFERTA, RINGRAZIERETE ME E LO SPIRITO SANTO”.  In effetti si dice che sia stata la salvezza della Chiesa quella Enciclica anche se poi, purtroppo, è stata cancellata e ignorata non certo dai papi successivi, che l’hanno sempre difesa e sostenuta, ma dall’antipapa Bergoglio che ha distrutto anche tutto il bellissimo Osservatorio voluto da Giovanni Paolo II a sostegno della Vita.  E continua la distruzione mentre tutti gli occhi sono orientati contro il Vaticano II e i Grandi Papi del tempo, anzichè contro l'attuale falsa chiesa bergogliana che non è assolutamente la continuazione della precedente, ma ha creato un abisso incolmabile con la precedente anche perchè Bergoglio si è rivelato un adoratore di idoli: Pachamama che ha intronizzato dentro la basilica di San Pietro, oltre a cerimonie esoterico magiche sataniche nei giardini vaticani attraverso guru, stregoni, shamani, con cerimonie che di cattolico e di sacro nulla hanno a che vedere, anzi sono gravissimi peccati di idolatria.  Ma ormai siamo abituati a tutto e non ci si cura più della Verità che è Gesù Cristo. Silenzio e obbedienza satanica ovunque.

 

La figura di Giovanni XXIII è stata molto discussa in realtà, perché si dice che, nato umile contadino, ma lanciato poi nei luoghi della diplomazia vaticana più difficili abitati da mussulmani e aperti anche alla massoneria come la Bulgaria, Istanbul e Parigi, zone dove lui era stato inviato come Nunzio apostolico, si fosse in un certo senso lasciato attrarre da queste realtà islamico-massoniche-laiciste e che forse per questo lo avevano votato senza problemi quei cardinali che invece avevano rifiutato il card. Siri che era invece su una linea di rigore dottrinale ferreo.

Sono questioni complesse e controverse che non è mai possibile giudicare e misurare con certezza dall’esterno, anche perché risulta che invece papa Giovanni XXIII mantenesse un sincero rapporto intimo e sincero di fede con Dio, come si evince dal suo diario “Il giornale dell’anima”.  Purtroppo noi siamo propensi a fare i conti solo sull’aspetto umano, sulle mosse esterne politico-diplomatiche spesso deludenti all’apparenza perché intrise del dovere non facile di mantenere rapporti di pace anche con altri Stati ecc., senza mai considerare che dentro l’anima di ogni uomo, soprattutto se investito di autorità, lavora in silenzio la grazia di Dio che trasforma i cuori, attraverso la cosiddetta “grazia attuale” e li converte da poveri peccatori magari anche in santi.

In effetti Giovanni XXIII, spinto anche da altri Cardinali che auspicavano di proseguire il Concilio Vaticano I interrottosi traumaticamente a seguito dell’episodio della Breccia di Porta Pia e della fuga di Pio IX da Roma, fu deciso a realizzare questo ambizioso progetto e pertanto diede inizio al Concilio Vaticano II che aprì i suoi battenti in pompa magna il 25 gennaio 1959, Concilio che, come il precedente, fu attaccato ancor più duramente dal diavolo e dai suoi.

 Ma anche nel caso in cui si volesse a tutti i costi riesumare questo episodio storico straordinario della elezione fallita del card. Siri, allo scopo di voler cancellare tutto il Vaticano II o solo qualche Papa o non si sa quale altra manovra luciferina si voglia pensare di realizzare, il fatto certo e inconfutabile dal punto di vista ecclesiastico, canonico, legale, ascetico ecc. è e rimane questo:

I DISEGNI DI DIO NELLE QUESTIONI DI DIO E DELLA CHIESA SEGUONO UN ITER DIVERSO DA QUELLI DEL MONDO, PERCHE’ DIO SA SCRIVERE DRITTO SU RIGHE STORTE E SE PERMETTE, AD ESEMPIO, ANCHE UNA TRUFFA, DICIAMO COSI’, COME QUELLA DI CUI ABBIAMO PARLATO SOPRA CON L’ELEZIONE DI GIOVANI XXIII, DIO POI SA VOLGERE AL BENE ANCHE IL MALE, ANZI A VOLTE SI SERVE DI TRAME OSCURE DI LOSCHI PERSONAGGI PER RAGGIUNGERE POI, PER MEZZO LORO, IL SUO SCOPO CHE E’ LA SANTIFICAZIONE DELLE ANIME E LA GLORIA DELLA SUA CHIESA.

 

Per cui, anche se fosse stato realmente un errore, un imbroglio, poi Dio lo ha sistemato a modo suo e sarebbe distruttivo per la chiesa e per tutti pretendere di rivedere queste cose, addirittura eliminandole o sistemandole secondo la propria volontà prescindendo da quella di Dio perché l’orgoglio umano è sempre l’ultimo a morire e sa combinare solo grossi guai.

 Ricordiamo a tale proposito l’episodio di Esaù e Giacobbe, i due figli di Isacco. Il discendente diretto doveva essere Esaù in ordine di precedenza ma la moglie Rebecca che privilegiava l’altro figlio, ATTRAVERSO UN SOTTERFUGIO, fece dare la benedizione di primogenitura a Giacobbe. E quando il padre Isacco se ne accorse, non tornò indietro rimproverando moglie e figlio, ma accettò la faccenda come voluta o permessa da Dio. E così, sia pure obtorto collo da parte di Esaù il quale comunque aveva in precedenza offerto al fratello la primogenitura in cambio di un piatto di lenticchie!! E Dio lo ha preso in parola. Poi la vita continuò per quella direzione che Dio stesso consacrò anche attraverso questa sorta di imbroglio.


PER FINIRLA COL DENIGRARE

IL CONCILIO VATICANO II

 

Strenuo difensore del Concilio, oltre ai due Grandi Papi che lo hanno preceduto, Paolo VI e Giovanni Paolo II, è stato Papa Benedetto XVI, il quale era talmente preoccupato che il Concilio fosse capito nella sua vera essenza e peculiarità che ne ha fatto l’argomento principale di due importanti omelie rivolte entrambe al Clero di Roma: quella del 22 dicembre 2005, in occasione del suo primo anno di insediamento come Sommo Pontefice, e l’ultima del 14 febbraio 2013 subito dopo le sue dimissioni.  Vengono i brividi quando penso a come sono stati accomunati entrambi nella stessa misera sorte: Papa Benedetto e Concilio!! Entrambi buttati al macero con le loro meravigliose encicliche e accusati di aver rovinato tutto! Lui, Papa Benedetto! Una figura di altissimo livello culturale, spirituale e ascetico umiliato e offeso dai pigmei della cultura moderna che si credono importanti perché si mettono sotto i riflettori a sparare stupidità sull’operato di Papi eccezionali che presto la storia indicherà come Dottori di altissimo livello, così umili e nel contempo consapevolmente superiori che neppure si degnano di rispondere.

 

PIANO DI STUDI SCADENTE.  Conoscendo oltretutto il livello scadente del piano di studi liceali e universitari degli alunni di oggi in genere, seminario compreso, dove a malapena riescono a stilare una misera composizione logica senza errori, viene da chiedersi se queste nuove generazioni sono in grado ancora di capire queste meravigliose omelie ma anche tutti gli altri documenti del Concilio dove emerge con evidenza lapalissiana la necessità urgente di conciliare la Fede con la Ragione (Fides et Ratio) e di contemplare la bellezza della Verità che rende liberi (Veritatis splendor) senza paura di doversi confrontare serenamente con tutte le altre espressioni religiose del mondo purchè non si ceda a falsi compromessi e si tenga sempre ben alta la bandiera dell’unico vero Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo e la dottrina che ci ha insegnato che è fondamentale per non perdere la fede. Perché è risaputo che anche l’intelligenza e la ragione si elevano o si abbassano a seconda del “nutrimento spirituale” che viene somministrato nel tempo. E’ come una persona che a forza di vivere a pane e latte, neppure riesce più a digerire tutto il resto.

 

RIFORMA DEL SEMINARIO.

 E se proprio ci fosse bisogno di una vera riforma, questa deve iniziare dal cuore della Chiesa, che sono i seminari,  e da un piano di studi rigoroso che metta ai primi posti l'apporto dei nostri grandi Santi, i Padri della Chiesa, I Papi più eccelsi, e non una carrellata di pareri di varie estrazioni e religioni dove una vale l'altra e si può scegliere liberamente cosa preferire.

        

Perché se non iniziamo a puntare sul valore dell’intelligenza e della volontà in un rigoroso piano di studi che recuperi la filosofia e teologia tomista, scolastica e patristica oltre che la metafisica anziché assecondare i vani discorsi di teologi protestanti o atei disposti a concedere tutto anche dal punto di vista della morale, non ne verremo fuori dalla crisi e saremo giudicati severamente davanti a Dio.

Seguendo l’insegnamento del grande servo di Dio mons. Fulton Sheen, se alla base di qualunque scelta di vita ascetica o consacrata non esiste il pilastro culturale della vera dottrina cristiana, della vera teologia e filosofia dove l’intelletto viene illuminato dalla vera Fede unita alla ragione, e il cuore si riempie di gioia davanti alla contemplazione della Verità; senza un vero rapporto di amore e di contemplazione con Gesù Cristo, nostro Dio fatto Uomo che dà la forza di vivere le virtù anche eroiche, come è possibile vivere secondo le esigenze del cristianesimo, soprattutto la virtù della castità in un mondo traviato, per non dire del dovere di dare la vita come i martiri piuttosto che tradire?  

Ecco il perché di tanto disastro anche nella vita di relazione e di castità tra sacerdoti e seminaristi in genere! Non capiscono perché devono imporsi questi gioghi e la prima a crollare è la virtù della castità ovviamente, strettamente collegata con la mancanza di tutto il resto! Infatti la mancanza della conoscenza della bellezza della vera Fede che scaturisce dalla contemplazione della meravigliosa e unica figura di un Dio fatto Uomo, Gesù, è il motivo fondante.  

E la meditazione quotidiana davanti al Santissimo, oltre al Breviario, è uno dei rimedi principali per vincere tutti gli attacchi del diavolo. E di questo ci ha dato un esempio coraggioso e perfino eroico il sacerdote veronese morto in concetto di santità, don Ferdinando Rancan, fedele alla sua vocazione sacerdotale contro ogni persecuzione e incomprensione perfino da parte del Vescovo.

 

DISCORSO DI PAPA BENEDETTO AL CLERO DI ROMA

A questo punto, riportiamo uno stralcio importante del discorso di Papa Benedetto al Clero di Roma del 22 dicembre 2005, dove il suo primo argomento da trattare è IL CONCILIO VATICANO II perché lui si rendeva perfettamente conto che, dal modo con cui si poteva distinguere e difendere il vero Concilio da quello falso proposto dai nemici all’interno della Chiesa, dipendeva la fede del popolo di Dio. Fare capire questo ai suoi sacerdoti, senza metterli l’uno contro l’altro perché appartenenti a una visione progressista piuttosto che tradizionalista, entrambe disfattiste del vero Concilio, era di vitale importanza per Papa Benedetto.

 

Brano dell’omelia del 22 dicembre 2005, primo anno del suo insediamento come Papa.  ”L'ultimo evento di quest’anno su cui vorrei soffermarmi in questa occasione è la celebrazione della conclusione del Concilio Vaticano II quarant'anni fa. Tale memoria suscita la domanda: Qual è stato il risultato del Concilio? È stato recepito nel modo giusto? Che cosa, nella recezione del Concilio, è stato buono, che cosa insufficiente o sbagliato? Che cosa resta ancora da fare? Nessuno può negare che, in vaste parti della Chiesa, la recezione del Concilio si è svolta in modo piuttosto difficile. (…) Quanto è avvenuto in questi anni, ci fa ritornare alla descrizione che il grande dottore della Chiesa, san Basilio, fa della situazione della Chiesa dopo il Concilio di Nicea (325): egli la paragona ad una battaglia navale nel buio della tempesta, dicendo fra l'altro: “Il grido rauco di coloro che per la discordia si ergono l’uno contro l’altro, le chiacchiere incomprensibili, il rumore confuso dei clamori ininterrotti ha riempito ormai quasi tutta la Chiesa falsando, per eccesso o per difetto, la retta dottrina della fede” (De Spiritu Sancto, XXX, 77; PG 32, 213 A; SCh 17bis, pag. 524).

 

Ed ecco un brano importante dell’ultima omelia del 14 febbraio 2013 sempre al Clero di Roma: “VORREI ADESSO AGGIUNGERE ANCORA UN TERZO PUNTO: C’ERA IL CONCILIO DEI PADRI – IL VERO CONCILIO –, MA C’ERA ANCHE IL CONCILIO DEI MEDIA. ERA QUASI UN CONCILIO A SÉ, E IL MONDO HA PERCEPITO IL CONCILIO TRAMITE QUESTI, TRAMITE I MEDIA. QUINDI IL CONCILIO IMMEDIATAMENTE EFFICIENTE ARRIVATO AL POPOLO, È STATO QUELLO DEI MEDIA, NON QUELLO DEI PADRI. E mentre il Concilio dei Padri si realizzava all’interno della fede, era un Concilio della fede che cerca l’intellectus, che cerca di comprendersi e cerca di comprendere i segni di Dio in quel momento, un Concilio che cerca di rispondere alla sfida di Dio in quel momento e di trovare nella Parola di Dio la parola per oggi e domani, mentre tutto il Concilio – come ho detto – si muoveva all’interno della fede, come fides quaerens intellectum, il Concilio dei giornalisti non si è realizzato, naturalmente, all’interno della fede, ma all’interno delle categorie dei media di oggi, cioè fuori dalla fede, con un’ermeneutica diversa. Era un’ermeneutica politica: per i media, il Concilio era una lotta politica, una lotta di potere tra diverse correnti nella Chiesa. Era ovvio che i media prendessero posizione per quella parte che a loro appariva quella più confacente con il loro mondo.  (…)

Sappiamo come questo Concilio dei media fosse accessibile a tutti. Quindi, questo era quello dominante, più efficiente, ed ha creato tante calamità, tanti problemi, realmente tante miserie: seminari chiusi, conventi chiusi, liturgia banalizzata … e il vero Concilio ha avuto difficoltà a concretizzarsi, a realizzarsi; il Concilio virtuale era più forte del Concilio reale... 

(Mi si permetta un esempio che potrebbe sembrare banale e invece potrebbe calzare a pennello col discorso del Concilio vero dei Padri e quello montato dei “media” che hanno avuto il sopravvento. Prendiamo il caso del coronavirus e dei vaccini. C’è stato il vero Ordine dei Medici preparati e coscienti che lo hanno identificato e risolto con medicine di sicura e comprovata efficacia però sono stati messi a tacere, anzi addirittura minacciati e perseguitati dai media imposti dalla politica e dalle case farmaceutiche perché contrarie ai loro interessi con la diffusione di vaccini. Chi dei due ha vinto? I veri medici o le false dichiarazioni di “esperti” che, grazie ai media, come affermato da papa Benedetto rispetto al concilio, hanno avuto tutti i mezzi a disposizione per diffondere la menzogna coprendo quasi di infamia la verità?. Umanamente parlando, ha vinto la menzogna con gravissimi danni, nel caso del vaccino, per i corpi e, nel caso del Concilio, per le anime.  In ambo i casi però chi ci ha rimesso è sempre e solo l’uomo, fatto a immagine e somiglianza di dio che, grazie alla menzogna del diavolo che si serve di molte strade per ingannare, ha perso contemporaneamente corpo e anima.)


                     DIFENSORI DEL CONCILIO VATICANO II


 UNO DE PIU’ STRENUI, TENACI E CONVINTI DIFENSORI DEL CONCILIO VATICANO E’ STATO IL PROF. DON IVAN POJAVNIK, Sloveno, teologo di vasta esperienza anche come docente, autore di due volumi sul Concilio “Il Mistero del Concilio” dove ne mette in risalto il grande valore dottrinale e pastorale insieme.  

Egli afferma che il programma del santo Padre Giovanni XXIII per l’ultimo Concilio è stato l’aggiornamento evangelico della Chiesa. Nel suo discorso di apertura, Papa Giovanni, pieno di speranza e di fede, esortò i Padri Conciliari a rimanere da un lato, “fedeli alla tradizione cattolica” e dall’altro a riproporla in modo adatto ai tempi nuovi. (…) Nel grande edificio dottrinale del Concilio è integrata la dottrina dei Concili Ecumenici precedenti, dei Padri della Chiesa, dei Santi Dottori della Chiesa medievale e dell’Evo moderno. In particolare è integrato l’insegnamento dei successori di Pietro, da Leone XIII fino a Paolo VI incluso. Le loro 157 encicliche costituiscono un ponte globale perfetto tra il Concilio Vaticano I e il Concilio Vaticano II, e inoltre assieme alla teologia Scolastica e Patristica. (…)

Tutti i Concili ecumenici sono stati pastorale e dottrinali. Definendo infallibilmente la dottrina della fede e della morale, salvavano le pecore del gregge di Cristo dalle vie dell’errore e dell’eresia. (…) Il Concilio ha integrato la dottrina dell’enciclica “Ecclesiam suam” di Paolo VI (1964) ed ha tracciato una mappa teologica generale della Chiesa, della cristianità, delle religioni non cristiane e dell’umanità odierna secolarizzata. Dal centro della Chiesa cattolica si allontanano in cerchi concentrici varie comunità cristiane separate, le religioni non cristiane e il moderno mondo secolarizzato e ateo.

Il Concilio stabilisce nei diversi documenti il rapporto della Chiesa con questi cerchi, seguendo le orme del Buon Pastore che ha cercato con il dialogo di salvezza di ricondurre tutti i gruppi delle pecore erranti nell’ovile dell’unica famiglia cristiana ed umana. (…) Papa Paolo VI ha parlato chiaramente di un attacco straordinari di Satana contro la Chiesa sulla via della realizzazione del Concilio. Egli con il suo fumo è entrato attraverso una fessura della Chiesa per oscurarla. (S.Paolo VI C, 15.1.1969). (…)

C’è un grande turbamento in questo momento nel mondo e nella Chiesa perché ciò che è in questione è la Fede, come dalle parole di Gesù nel Vangelo di San Luca “Quando il Figlio dell’uomo ritornerà, troverà ancora la fede sulla terra? “Ciò che più colpisce quando si considera il mondo cattolico è che, all’interno del cattolicesimo sembra talvolta predominare un pensiero di tipo non cattolico, e può avvenire che questo pensiero non cattolico, all’interno del cattolicesimo, diventi domani il più forte. Ma non rappresenta mai il pensiero della Chiesa. Bisogna che sussista un piccolo gregge, per quanto piccolo esso sia”. (San Paolo VI ha detto queste parole nel 1977, un anno prima della sua morte e le riporta Jean Guitton nel suo libro “Paolo VI segreto, Milano 2002.)  Nel futuro la fede cattolica sarà conservata solo in un piccolo gregge, previsto profeticamente da santo Padre Paolo VI? Se ciò avverrà, esso però sarà un germe validissimo, un granello di senapa di unità, di speranza e di salvezza per tutta l’umanità.

            E per i soliti contestatori che accusano Paolo VI di aver voluto omologare, in un certo senso, la fede cattolica con altre religioni, lo stesso Papa ribadisce con forza nella “Dignitatis Humanae” da una parte il diritto alla libertà religiosa (erano gli anni in cui iniziavano i viaggi e trasferimenti anche per lavoro dei vari popoli con la necessità di trovare una convivenza rispettosa dei diritti di ognuno, compresa la libertà religiosa, soprattutto dei cristiani nei paesi musulmani). Ma dall’altra IL DOVERE DELLA DIFESA DELLA VERA RELIGIONE.

In nessun modo, ribadisce Paolo VI, sia nella enciclica citata che nell’altra sempre contestata a sproposito “NOSTRA AETATE”, il Concilio in nessun modo fonda questo diritto sul fatto che tutte le religioni e tutte le dottrine che riguardano questo campo, anche erronee, avrebbero un valore più o meno uguale. Fonda invece questo diritto sulla dignità della persona umana, la quale esige di non essere sottoposta a costrizioni esteriori che tendono a opprimere la coscienza della persona nella ricerca della verità della religione e nella libera adesione ad essa. Gli fa eco papa Giovanni Paolo II nella catechesi del 5 giugno 1985 ma anche in molte altre occasioni, “Esiste una differenza abissale tra la religione rivelata cristiana e le religioni non cristiane” ma noi abbiamo il dovere di non lasciare furi della porta i non cristiani, ma di accoglierli in nome di nostro Signore Gesù Cristo.

PROF. STEFANO FONTANA DI VERONA. Altro illustre difensore del Concilio Vaticano II è stato il prof. di filosofia e direttore della rivista "Wan Thuan" sulla dottrina sociale della Chiesa, PROF. STEFANO FONTANA DI VERONA, il quale ha scritto un libro interessante nella sua sinteticità "Il Concilio restituito alla Chiesa" con la prefazione del Vescovi di Trieste, mons. Crepaldi, oltre ad alcuni saggi che hanno come comune denominatore la questione "Chiesa protestante in seno alla vera Chiesa cattolica" soprattutto con l'apertura scriteriata al teologo protestante Karl Rahnner che tanta deviazione portò nella dottrina e teologia cattolica.

Queste e altre segnalazioni scandalose ma doverose, comunque, non sono mai motivo per abbandonare la chiesa perchè sappiamo che la "barca di Pietro" sopravviverà a tutte le intemperie e scossoni dei suoi nemici non solo all'interno del Concilio Vaticano II ma di tutti i tempi e le epoche storiche, perchè Gesù Cristo lo ha garantito con le sue parole "Le porte degli INfri non prevarranno" e "Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo".  Cosa di più entusiasmante?

  Vale la pena combattere con coraggio.                                                                                                                       

   allegati            

In questo link il coraggioso Magistrato Giorgianni parla chiaramente che esiste solo un unico Papa, Benedetto XVI perché Bergoglio è solo un cardinale vestito di bianco, complice del Nuovo Ordine mondiale”.

https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/27623742/giorgianni-benedetto-xvi-mai-abdicato-bergoglio-cardinale-vestito-bianco.html