PREMESSA: Questo mio articolo risale a qualche anno fa, 2018, tuttavia siccome lo ritengo di sempre viva attualità, soprattutto in questi ultimi tempi aperti superficialmente a una pericolosa "fratellanza" allargata e variegata, ho pensato di riproporlo nella speranza che possa dare idee dottrinali chiare a chi fosse nel dubbio. Soprattutto a coloro che non si accontentano di un dialogo o discussione sterile ma che cercano sinceramente LA VERITA'. PERCHE' SOLO LA VERITA' CI FA LIBERI. PERCHE' CHI CERCA E TROVA LA VERITA', CERCA E TROVA GESU' CRISTO. E allora la vita diventa una gioia anche nel dolore.
LE TRE RELIGIONI MONOTEISTE
HANNO LO STESSO DIO?
Ebrei, Cristiani e Musulmani: sono tutti figli
dello stesso Dio?
Assolutamente NO! Vediamo il perché.
Non è la prima volta che Papa
Bergoglio, ricevendo gruppi di varie confessioni o associazioni, come ad esempio
i rappresentanti della Croce Verde sabato 27 gennaio 2018, rifiuta di impartire
la benedizione cattolica pronunciando invece una specie di benedizione
sincretista, non certo nel nome di Dio, “Padre Figlio e Spirito Santo”, bensì
nel nome di un solo Dio, “Padre di tutti gli uomini e di tutte le confessioni
religiose”. Che Dio possa essere padre di tutti gli uomini intesi come sue
creature in senso lato, potrebbe anche starci, ma che tutte le confessioni
religiose abbiano un solo Dio è completamente falso, anzi piena negazione di
una delle più importanti verità della nostra fede: la filiazione divina che si
consegue solo col Sacramento del Battesimo, sigillo di Dio per i suoi figli.
Gli ha fatto eco in questa sorta
di benedizione “urbi et orbi” anche l’Osservatore Romano del 31 gennaio 2018
dove, a pagina 7 dice così “Una sola casa per tre religioni secondo il
progetto House of One” che si propone di riunire in un unico tempio le tre
religioni monoteiste”. Questo progetto non è altro che un sincretismo delle tre
religioni cosiddette “monoteiste” affinché si realizzi la “religione
universale” progettata da secoli dalla gnosi esoterica e dal “Nuovo Ordine
Mondiale” massonico.
A questo progetto di distruzione della fede cristiana, che in pratica annulla i dogmi, la dottrina e, in ultima o prima istanza, tutto il cristianesimo, eliminando lo stesso Gesù, vero uomo e vero Dio, si oppongono con forza non solo i cattolici, ma tutti i cristiani che non si riconoscono affatto in questa specie di “globalizzazione dello spirito” e non hanno alcuna intenzione di pregare nello stesso tempio accanto a un islamico, per esempio, ma neppure a un ebreo.
Il primo perché un abisso di
differenze ci distingue dall’Islam che non fa alcuna distinzione fra ordine
civile e religioso, tanto per citare solo una differenza essenziale, e il
secondo, l’ebreo, perché, pur avendo in comune buona parte del Vecchio
Testamento, non ha ancora riconosciuto in Gesù Cristo il Figlio di Dio, unico
Salvatore del mondo, rifiutando Lui e tutto il Nuovo Testamento, tranne alcune
eccezioni come diremo.
Come risposta all’argomento che stiamo trattando, riportiamo un brano dal
libro “Il senso del vivere” di don Ferdinando Rancan, sacerdote di Verona deceduto
in odore di santità lo scorso anno: “Dio
non ha lasciato gli uomini nell'ignoranza e nemmeno nella confusione e
nell'incertezza riguardo alla verità primaria e fondamentale della nostra vita.
Non ci ha lasciati in balia di un Dio vago e generico che appaghi i desideri di
tutti. Dio ha voluto andare oltre la natura e con la Rivelazione ci ha aperto
gli orizzonti sconfinati della sua realtà divina e le meraviglie compiute dal
suo amore. Questa Rivelazione ci fa conoscere le due Verità fondamentali della
nostra fede: l'Unità e Trinità di Dio; l'Incarnazione, la Passione, la Morte e
la Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. È questa la fede cristiana. Una
fede che non solo illumina il nostro intelletto, ma stabilisce tra noi e
l'unico vero Dio un rapporto di comunione nuovo, soprannaturale, divino e umano
nella Persona del Figlio di Dio: Gesù.
Questa Rivelazione divina cristiana non è un optional qualunque a cui aderire o meno, ma è fortemente vincolante soprattutto per chi ha avuto la fortuna di conoscere e abbracciare la fede cristiana, la quale va difesa con tutte le forze a costo del martirio. Ricordiamo recentemente l’eroica donna “Asia Bibi” pakistana, da nove anni in un carcere durissimo senza finestre solo per aver dichiarato a delle vicine musulmane la sua fede in Gesù. Condannata a morte per impiccagione ma poi commutata in carcere durissimo. Da notare che due suoi difensori pakistani sono stati uccisi proprio per aver osato difendere una cristiana, Asia Bibi, e gli assassini sono stati protetti e lodati non solo dal popolo fanatico, ma perfino dalla loro legge civile, a motivo di questa loro “ideologia politico-religiosa” che nulla ha da spartire con l’unico vero Dio. Questo è l’Islam, non quello estremista, ma quello comune, ufficiale, riconosciuto legalmente. E noi dovremmo pregare assieme a loro nello stesso tempio? Ma qui, oltre che perdere la dignità e il ben dell’intelletto, ci stiamo giocando l’anima per tutta l’eternità.
Il cristiano riconosce
innanzitutto come vero Dio e vero uomo Gesù Cristo, unico Salvatore e per
conservare e testimoniare questa fede nell’unico, vero Dio che è “Padre, Figlio
e Spirito Santo”, per Rivelazione divina, deve essere disposto a tutto, anche
alla morte. Altrimenti a cosa è servito il sacrificio della vita di milioni di
cristiani in tutto il mondo che hanno rifiutato di abbracciare altri “dèi”?
Questa nostra vita sulla terra passa in fretta… poi viene la Vita Eterna, ossia
la felicità o la dannazione per sempre.
Vediamo
brevemente le caratteristiche di queste tre religioni monoteiste menzionate
soprattutto in relazione con la Rivelazione e la Sacra Scrittura.
Il Dio dell’Islam
La gente è convinta che Ebraismo, Cristianesimo
e Islamismo derivino dall’unico Patriarca Abramo, al quale Dio ha affidato la
promessa attraverso i due figli: Isacco, figlio della moglie Sara, e Ismaele,
figlio della schiava Agar, perché a entrambi Dio avrebbe dato la sua
benedizione facendoli capi di numerose Nazioni. Assolutamente NO! In realtà le
benedizioni che soprattutto nell’antichità i padri solevano dare ai propri
figli erano molteplici e per varie circostanze, ma quella messianica è una
sola, per una sola persona, un “eletto”, in un certo senso, e Dio l’ha data ad
Abramo il quale l’ha trasmessa solo a Isacco, per comando di Dio, il quale l’ha
trasmessa al figlio Giacobbe, sempre per volere di Dio, e non a Esaù,
nonostante fosse il primogenito. Lo stesso Giacobbe poi, trasmise la
benedizione messianica a uno solo dei suoi dodici figli, (pur amandoli tutti
indistintamente), non al primogenito Rubens, e neppure al ben noto Giuseppe,
che portò il suo popolo in Egitto a motivo di una gravissima carestia, ma solo a Giuda, alla tribù di Giuda, per
ispirazione diretta di Dio, perché si adempisse la Scrittura secondo cui da
quella discendenza sarebbe venuto il Re Davide e poi Gesù Cristo.
Si
tratta infatti di benedizioni particolari, quasi un’Investitura divina,
come le Unzioni per i Re, in un certo senso, che a quei tempi aveva un
significato assai particolare perché legato anche a un ben preciso mandato di
provenienza divina, quello messianico, appunto. In tutti i casi, se
consideriamo la successione dal punto di vista etnico, cioè della discendenza
carnale, quella genealogica, diciamo, i discendenti di Isacco, figlio della
promessa che Dio fece ad Abramo, sono gli Ebrei, ma i discendenti dell’altro figlio di Abramo, Ismaele, figlio della
schiava Agar, al quale pure Dio promise protezione e lunga discendenza, chi
sono?
Molti a
questo punto pensano che i discendenti di Ismaele siano i
palestinesi-musulmani, e che pertanto facciano anch’essi parte dell’unico Padre
Abramo e delle promesse messianiche di Dio, invece niente di più
sbagliato! I discendenti di Ismaele secondo il sangue, come razza, sono le diverse
etnie arabe che avevano elementi di religione ebraica e pagana, mentre i
musulmani non discendono affatto da Ismaele, ma da Maometto, il fondatore dell’Islam (anno 570
circa), che ha creato una frattura insanabile tra la religione ebraica e
cristiana presente a quei tempi in Arabia dove vivevano pacificamente sia
ebrei, che cristiani che pagani, animisti ecc. Maometto fu un guerriero
violento e passionario che, nell’intento di ricondurre idolatri e pagani all’unico
Dio dell’Islam, Allah, in realtà fece della sua “missione” una guerra continua,
una vera carneficina, vantandosi di aver sgozzato alle porte di Medina oltre
700 ebrei che rifiutavano di convertirsi, e obbligando i suoi seguaci a fare
altrettanto attraverso la cosiddetta “Jihad”, “la guerra santa” che egli stesso
ha voluto stigmatizzare nel Corano come indiscutibile volontà di Dio. Lo stesso
Maometto che si vantava di avere ottenuto da Dio il permesso di avere venti
mogli, mentre i fedeli possono averne al massimo quattro. Quel Maometto che nel
Corano sanciva l’obbligo della mutilazione anche ai minori per determinati
reati o colpe irrisorie, e che incitava alla lapidazione delle donne ritenute
colpevoli di adulterio, mentre l’uomo si poteva permettere di tutto e di
peggio. Questi “dettagli” ed altri
simili, non sono da sottovalutare se ci si vuol fare un’idea dell’Islam e di
Maometto.[1]
Il messaggio dell’Islam è trasmesso dal Corano,
suddiviso in 114 capitoli, o sure, e dalla Sunna che, insieme ai detti e
racconti di Maometto, costituiscono la shari’a islamica, che è la legge, cioè
la costituzione dei musulmani, l’unica fonte del diritto islamico, religioso,
civile, politico legislativo e quant’altro: tutto ciò che vi si oppone è nullo,
e chi osa contraddire, merita la morte.[2]
Il “Dio” dei Musulmani, dal nome arabo
“musliman”, musulmano, cioè aderente all’Islam (Islam a sua volta significa
sottomesso) è un “monarca-assoluto”, inaccessibile e solitario che esige
punizioni terribili per chi infrange la legge e tributi di sangue per tutti gli
infedeli, un “Dio” che premia i suoi credenti con sensualità e gozzoviglie di
ogni tipo in un ipotetico paradiso dei godimenti perenni che solo la fantasia
di Maometto poteva inventare. [3]
Pertanto il Dio islamico non è assolutamente lo stesso Dio
di Abramo.
Quando nel Corano si parla di un Dio
misericordioso, nulla ha da vedere con la misericordia del Vangelo, di un padre
che ama il figlio molto al di là dei suoi meriti, anche nei peccati, lo perdona
e attende il suo ritorno. La misericordia di Allah è quella di un imperatore
che alza il pollice in alto invece che in basso a salvare da morte il “combattente”
ferito. Tutti applaudono alla sua “misericordia”, ma siamo su di un altro
pianeta. Il Corano, praticamente incomprensibile, è invece chiarissimo riguardo
alla guerra che i musulmani devono ingaggiare contro gli infedeli, e presenta
come eccezione straordinaria una grande considerazione di Maria, come madre del
profeta Gesù, ovviamente, e non come Madre di Dio. Infatti il Corano parla di
Gesù, ma solo come Profeta, e di gran lunga inferiore a Maometto. Si pensa che
questa tradizione orale sia stata trasmessa a Maometto dai cristiani presenti a
quel tempo in Arabia e che possa costituire, come diceva recentemente il
Vescovo di Beirut, un “elemento di unità” quasi miracoloso sul quale fare leva
per impetrare da ambo le parti l’aiuto della Madonna soprattutto nella
difficilissima impresa del dialogo e della convivenza pacifica. Purtroppo siamo
ancora molto lontani dalla ipotetica realizzazione di questa speranza che
affidiamo alla diretta interessata, alla Vergine Maria, perché intervenga a
fare luce e a infondere nel cuore dell’uomo il desiderio della Verità.
Il Dio degli Ebrei
Visto
che noi cristiani proveniamo dalle radici giudaiche e attingiamo tutti al
Vecchio Testamento, possiamo dire di avere almeno con gli Ebrei lo stesso Dio
dell’Alleanza? Vediamolo brevemente.
·
Al
popolo ebraico, il popolo della promessa che viveva in ambienti idolatri, Dio
si è rivelato, attraverso Abramo, Mosè e i Profeti, proclamandosi l’Unico, vero
Dio, “IO SONO” e, mentre da una parte gli dimostrava la sua predilezione
proteggendolo contro i suoi numerosi nemici, nel contempo esigeva dal suo
popolo adorazione e obbedienza, in vista di una missione specialissima alla
quale era stato chiamato per volontà di Dio: la venuta del Salvatore del mondo, un Ebreo, figlio di Ebrei, della
discendenza di Davide!
Sappiamo
dalla Storia Sacra come il “popolo eletto” fu comunque anche più volte punito
dallo stesso Dio soprattutto quando si macchiava del peccato di idolatria,
tant’è vero che a motivo dell’idolatria gli Ebrei subirono la punizione più
terribile, la deportazione in Babilonia dalla quale furono liberati grazie al
re Ciro. Tornati a Gerusalemme, ricostruirono il tempio e le mura, nell’attesa della
realizzazione della “grande promessa”, cioè l’avvento del Messia, ma essi non
hanno voluto riconoscerlo in Gesù di Nazareth.
Nel Vangelo Gesù Cristo conferma la
validità di tutto il Vecchio Testamento con le sue parole e con la sua stessa
vita, citando più volte Abramo, Mosè e i profeti davanti ai Farisei increduli,
addirittura apparendo davanti agli Apostoli nella trasfigurazione assieme a
Mosè e ad Elia, come segno di continuità con il passato del popolo ebraico. “Non pensate che io sia venuto ad abolire la
Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento”
(Mt, 5,17).
Forti
di questa consapevolezza, gli ultimi due Papi, Giovanni Paolo II e Benedetto
XVI hanno cercato un riavvicinamento col popolo ebraico attraverso visite alla
sinagoga laddove, facendosi carico con grande umiltà degli errori di molti,
hanno chiesto perdono in particolare per le mancanze dei figli della Chiesa se
in qualche modo hanno potuto favorire le piaghe dell’antisemitismo.[4]
·
Tuttavia Gesù Cristo,
nel confermare la continuità, mette anche in risalto con fermezza la
distinzione, data dalla “novità assoluta” costituita dalla sua Presenza Divina
come Figlio di Dio, un tutt’uno con il Padre dal cui amore promana lo Spirito
Santo: la Santissima Trinità, cioè un solo Dio in Tre Persone divine! Rivelazione davvero
sconvolgente e vincolante per la salvezza eterna. Prima di ascendere al cielo,
Gesù disse agli apostoli: “Mi è stato
dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate, dunque, e fate miei discepoli
tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo!” (Mt. 28,16) Da quel momento
gli Ebrei dovranno adorare l’unico Dio in Tre Persone perché il Dio del Vecchio
Testamento si è rivelato in Cristo e ha parlato di sé proclamando la sua piena
unità con il Padre e lo Spirito Santo “Io
e il Padre siamo una cosa sola, il Padre è in me e io sono nel Padre” (Gv.
10,30).
E
quando i Giudei, increduli, per sfidare Gesù gli ricordano che loro discendono
da Abramo e hanno Dio come padre, Gesù risponde loro “Se Dio fosse vostro Padre mi amereste, perché da Dio sono uscito e
vengo. (…) Perché non potete dare ascolto alle mie parole VOI CHE AVETE PER
PADRE IL DIAVOLO e volete compiere i desideri del padre vostro. (…) Abramo,
vostro padre esultò nella speranza di vedere il mio giorno, lo vide e se ne
rallegrò”. Gli dissero allora i Giudei “Non hai ancora cinquant’anni e hai
visto Abramo?” Rispose loro Gesù: “In
verità, in verità vi dico “prima che Abramo fosse, io sono”.(Gv.8,31-59)
Forte e terribile questo brano di Giovanni,
dove Gesù appare in tutta la sua maestosità, autorità e potenza. Pur essendo
egli stesso ebreo, tuttavia non esita a definire i suoi connazionali “figli del
diavolo” e non figli di Abramo, perché? Dio non ha rotto l’alleanza con i figli di
Abramo però, con l’avvento di Gesù Cristo e soprattutto con la sua Morte e
Risurrezione, il “Dio di Abramo” è ormai solo nella fede in Cristo e pertanto qualunque parentela o
discendenza è solo di ordine spirituale. Si possono definire “figli di
Abramo” solo coloro che nascono alla fede in Cristo, pertanto anche i pagani
che si convertono a Cristo, cancellando definitivamente il valore della
successione carnale, etnica per privilegiare solo quella della fede in Lui,
aperta a tutti gli uomini di tutte le razze.
“Abramo vide il mio giorno e se ne rallegrò”
ha affermato Gesù. Com’è possibile se Abramo è vissuto circa duemila anni prima
di Cristo? San Tommaso da questa risposta: “Era
necessario che il mistero dell’Incarnazione di Cristo in qualche modo fosse
creduto da tutti, diversamente, a seconda dei tempi e delle persone…” (S
Tommaso d’Aquino, Summa Theol” II,
q.2-7). Quindi anche Abramo, Mosè, Davide e i Profeti dell’Antico Testamento si
sono salvati non per le opere della Legge e neppure per la fede in un unico
Dio, MA PER LA FEDE IN CRISTO, cioè per la fede nel Dio Trinitario.
Pertanto, pur avendo con gli Ebrei le stesse radici e lo stesso Vecchio
Testamento, ciò che fa la differenza è l’atto di fede in Gesù Cristo, vero Dio
e vero Uomo, che gli Ebrei non hanno ancora compiuto come popolo ma solo
singolarmente come conversione individuale o di piccoli gruppi sin dai tempi di
Cristo fino ad oggi. In tutti i casi noi cristiani siamo incomparabilmente più
vicini al Dio degli Ebrei che a quello dei musulmani, ovviamente, non solo come
fede ma anche come cultura, costumi ecc.
Ben altro discorso è la questione dell’ebraismo
come SIONISMO dove la fede cede il posto alla politica ammantata di una falsa
fede, che diventa fanatismo, orgoglio, presunzione, potere, sfida… con tutta la
corruzione vendicativa che spesso ne deriva, come si può trovare esemplificata
in alcuni capitoli del libro del “Talmud”. Ma questo esula dal nostro tema
specifico che riguarda l’Ebraismo solo nel suo aspetto di fede religiosa
plurimillenaria rivelata nel Vecchio Testamento.
Il Dio dei Cristiani “Padre, Figlio e Spirito Santo”.
Un solo Dio in Tre Persone
Alla
luce di quanto detto, ne deriva che per i cristiani l’unico vero Dio è Colui
che si è manifestato in Gesù Cristo, Figlio di Dio, circa duemila anni dopo
Abramo e che ha rivelato l’essenza più intima e peculiare della natura divina:
Tre Persone in una sola Natura: Padre, Figlio e Spirito Santo, cioè la
Santissima Trinità, inconcepibile per gli Ebrei, bestemmia per i musulmani.
Quel Gesù Cristo che si è incarnato nel seno
della Vergine Maria, che ha dato le prove della sua divinità, che ha parlato di
Dio come Padre, che lo ha fatto conoscere come Amore, identificandolo col
Figlio a tal punto che anche il Figlio è venuto sulla terra per Amore, e solo
per Amore ha dato la sua vita per gli uomini, quel Cristo che è risorto e che
ha promesso anche per noi la risurrezione dai morti è un fatto storico, reale,
meraviglioso, a dir poco sconvolgente che esige da ciascuno di noi un preciso e
consapevole atto di fede, in quanto non siamo di fronte a un sistema religioso
tra gli altri che prevede delle verità in cui credere e dei riti da celebrare,
ma ci troviamo di fronte a una Persona Divina, Gesù Cristo, vero Dio e vero
Uomo”.
Perciò chi
adora Gesù Cristo adora anche Dio, e chi non adora Gesù Cristo non adora
assolutamente Dio,
come ha espresso Giovanni Paolo II nell’Enciclica Redemptor hominis laddove afferma che: “Gesù Cristo è il centro di tutta la storia e di tutto il cosmo”
Ecco perché
manipolare la figura di Cristo è un “deicidio”, un grave peccato contro lo
Spirito Santo che potrebbe avere delle conseguenze terribili per tutta
l’umanità! Se
si esclude Gesù Cristo, o lo si considera solo un Profeta, o lo si confonde con
altre divinità si vanifica la stessa Redenzione, la sua Risurrezione, tutto il Nuovo Testamento,
l’Amore divino, lo Spirito Santo, la Santissima Trinità, si esclude la Chiesa
da Lui voluta, il Sacerdozio, i Sacramenti, insomma si esclude lo stesso Dio. E
senza Dio l’uomo perde sé stesso.
Per concludere
prendiamo come punto di riferimento il “Prologo del Vangelo di S. Giovanni”
cap. 1,9-14 che riporto “Veniva nel mondo
la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo e il mondo fu
fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua
gente ma i suoi non l’anno accolto. A
quanti però lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a
quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne,
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e
venne ad abitare in mezzo a noi…” Si evince chiaramente che sono figli
di Dio solo coloro che “sono stati generati da Dio stesso” e non dalla carne.
Come? Attraverso il Battesimo. Chiarissimo!!!
Conclusione
“Le
religioni in sé non salvano, poiché procedono dalla religiosità naturale insita
in ogni uomo, non hanno la forza di redimere, non sono salvifiche come non lo è
tutto ciò che nasce dall’uomo, dalle sue forze naturali. Tuttavia, la
religiosità naturale unita alla buona fede e sostenuta dalla retta coscienza,
può costituire un valido presupposto affinchè la Grazia, scaturita dal
sacrificio della Croce, possa operare anche sull’uomo non cristiano la salvezza
che Gesù Cristo ci ha conquistato con la sua passione e morte in croce”. [5]
[1] Robert Spencer, Guida all’Islam e alle crociate. Tutto ciò
che sapete sull’Islam e le crociate è falso. Ed. Lindau, 2005
[2] Stanley L. Jaki, Gesù, Islam, Scienza, Ed. Fede &
Cultura, 2009
[3] Per ulteriori
approfondimenti, utile l’opuscolo “Islam e Cristianesimo” della Conferenza
episcopale dell’Emilia Romagna, ed. Dehoniane, Bologna
[4] Benedetto XVI, discorso
durante l’incontro con le comunità ebraiche di Roma, 17 gennaio 2010.
[5] Ferdinando Rancan, Il senso del vivere, Uomo, Tempo, Eternità,
Edizioni Ares, Milano 199, p. 32.
Patrizia Stella, L'Islam, cultura e legge, ed. Fede & Cultura.