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di Giovanni Zenone
La libertà dell'ordine, un’antologia di scritti del grande “filosofo-contadino” sulla necessità di riportare Dio al centro per dare un senso alla libertà, all’individuo e alla società. Facendo il verso ai "sentieri interrotti" di quel disgraziato di Heidegger il sottotitolo di questa vera perla è significativamente "Un sentiero aperto per il ritorno". Gustave Thibon è semplicemente un genio di proporzioni omeriche. Leggerlo è un balsamo per l'intelletto e per l'anima in questi tempi terribili. Leggendo questi brani acuti e penetranti, arguti e profondi si ritrova quella pace del pensiero della verità che rischiamo di smarrire nel flusso ossessivo di un presente che non finisce mai di stupirci per la bestialità che lo caratterizza.
Eccone un brano fulminate:
Chiesa moderna (così come viene rappresentata da parte di certi chierici “aperti” al mondo): un’anziana signora che tenta maldestramente di ringiovanirsi imbellettandosi secondo il gusto del giorno, con il trucco che finisce per sottolinearne la decrepitezza. Vuol far dimenticare di essere vecchia nella misura in cui ha dimenticato di essere eterna. (p. 117)
Eccone un brano fulminate:
Chiesa moderna (così come viene rappresentata da parte di certi chierici “aperti” al mondo): un’anziana signora che tenta maldestramente di ringiovanirsi imbellettandosi secondo il gusto del giorno, con il trucco che finisce per sottolinearne la decrepitezza. Vuol far dimenticare di essere vecchia nella misura in cui ha dimenticato di essere eterna. (p. 117)