NEL LINK INTERVISTA AL SACERDOTE AFRICANO ESPULSO A DIVINIS PER AVER DIFESO IL MAGISTERO PERENNE DELLA CHIESA.
Patrizia Stella
La Verità vi farà liberi
sabato 3 giugno 2023
BERGOGLIO NON E' PAPA
lunedì 8 maggio 2023
MAGGIO, MESE DI MARIA COL LIBRO "LA MADONNA RACCONTA" BRANI N. 1,2,3
“LA MADONNA RACCONTA” brano n. 1
In occasione del mese di maggio dedicato alla Madonna, proponiamo la lettura di qualche brano di un libro speciale di don Ferdinando Rancan: “LA MADONNA RACCONTA”
Presentazione da parte di mons. Luigi
Negri
Accompagno con poche ma intense osservazioni questo libro che mi si è rivelato, nel corso della lettura, come singolarmente straordinario nel senso di non riducibile a un’ordinarietà di esperienza e di discorso. La natura specifica di quest’opera è di contenere una serie di confidenze che la Madonna Santissima comunica a un’anima innamorata di Lei e della fede. Certamente l’immagine della Madonna è quella di colei che ha condiviso fino in fondo la vita del Signore in tutti i momenti della sua esistenza, ma significativamente l’attenzione è rivolta al periodo in cui — dalla Risurrezione all’Ascensione — ella ha rappresentato il punto di riferimento umanamente affettivo per gli apostoli e i discepoli, ovvero quella prima comunità ecclesiale che si è formata a Gerusalemme dopo la Risurrezione e che avrebbe avuto la sua inesorabile e obiettiva realtà nella Pentecoste.
Inizialmente ho provato un certo disagio,
avvertendo su di me la legittima domanda dei lettori: è davvero soprannaturale
la provenienza di queste confidenze? Oltre a verificare che in queste
confidenze non c’è altro se non il puro dogma cattolico, e mai una frase di
esagerazione o di esorbitanza, mi sono tranquillizzato — appunto perché non
tocca a me formulare un giudizio sulla natura di questa confidenza — quando ho
capito un aspetto che io reputo essenziale e che ritengo l’apporto più
significativo di questo libro: che sia una grande testimonianza di affezione
alla Madonna, a Cristo e alla vita della Chiesa.
La confidenza è come l’espressione di un rapporto straordinario
fra la Madonna e l’anima di questo sacerdote, dove si fa fatica a distinguere,
come avviene sempre nei rapporti intensi, l’oggetto della comunicazione della
Madonna e l’oggetto della comunicazione dell’anima.
In altre parole la chiave del libro è questa
confidenza reciproca che si presenta come un unico dialogo che fluisce nella
profondità di un rapporto personale senza nessuna particolare connotazione di
soprannaturalità, perché è lo stesso dialogo che il popolo cristiano ha avuto
per secoli con la Madre del Signore, fatto di invocazioni e di confidenza.
(…)
Così, allo stesso modo, coloro che sono coinvolti,
non sullo sfondo ma nel centro di questo dialogo — perché gli apostoli, i
discepoli e le donne fanno parte di questo dialogo fra la Madonna e l’anima
assetata di Lei — sono presenti ciascuno con la propria personalità, con le
proprie caratteristiche e sono oggetto da parte di Maria di incoraggiamento, di
sostegno e qualche volta di discretissimo rimprovero.
La comunità è fatta di persone vive che portano
dentro di essa ciascuno la propria personalità, senza riduzioni, senza
amplificazioni, senza indebite limitazioni. È una comunione in cui ciascuno
emerge e cresce nella sua obiettiva personalità.
L’insegnamento che ho ricevuto da queste pagine è
che vi sia rappresentata in maniera singolare l’esperienza della comunione
cristiana, che nasce dal riconoscimento di Cristo fra i discepoli e viene
rinnovata dopo la discesa dello Spirito Santo in modo assolutamente definitivo.
È l’immagine della Chiesa nella sua oggettività solenne o istituzionale, e
insieme nella sua tenerezza familiare.
Mi sembra che attraverso il dialogo fra il cuore di
Maria e il cuore di quest’anima appassionata di Lei sia significativamente
raccolta la verità dell’espressione “la Chiesa è la famiglia di Dio”.
Arcivescovo di
Ferrara-Comacchio.
Nel link qui sotto troviamo il video della
intervista fatta all’autore, don Ferdinando Rancan, il giorno della
presentazione ufficiale del libro, maggio 2016, alla presenza del Vescovo di
Verona, mons. Zenti, nel salone di Castelvecchio, a pochi mesi dal suo passaggio
al cielo. Questo è stato il suo ultimo libro da vivo perché quello
autobiografico “Storia di un somarello”, è uscito dopo la sua morte nel 2018.
(il testo intero si può
trovare presso la casa editrice Fede & Cultura, euro 15,00 pag. 204)
INTRODUZIONE
DELL’AUTORE
Tutto questo costituiva
per l’autore un ostacolo insormontabile e gli forniva un motivo più che valido per
non prendere in mano carta e penna, così da evitare il rischio di cadere su un
terreno scontato, su cose già dette mille volte, con tanta unzione e sapienza,
da santi e da teologi. Bastava quindi attingere all’immenso patrimonio di
dottrina e di pietà mariana che è a nostra disposizione nelle mani della
Chiesa.
Sennonché nella mente
dell’autore rimaneva, sia pure in sordina, il conflitto sulle decisioni da
prendere. Il rifiuto gli appariva un’ingratitudine verso Colei che fin dalla
tenera infanzia l’aveva custodito e protetto, mentre l’accettazione della
proposta, anche se nessuno avesse letto queste pagine, poteva diventare un
gesto d’amore personale verso Colei che gli aveva dato Gesù e gli aveva
insegnato ad amarlo.
Fu
a questo punto che affiorò nella mente dell’autore un’affermazione, attribuita
a San Bernardo, che dice: “De Maria numquam satis”, “Non si parla mai
abbastanza di Maria”. Questa
affermazione mise fine a ogni interiore incertezza e spinse l’autore ad aderire
pienamente alla proposta. Ma allora, che fare?
Forse ridire in modo nuovo le molte cose, o almeno le principali fra le
tante, scritte sulla Madonna lungo i secoli?
L’autore
si accinse a prendere in mano i testi mariani a cominciare dal primo millennio.
Davanti a migliaia di pagine che raccolgono le riflessioni profonde e
commoventi dei Padri e dei Dottori della Chiesa, e pensando poi alle altre
migliaia di pagine scritte nel secondo millennio, l’autore fu assalito dallo
scoraggiamento e dalla tentazione ancora più forte di abbandonare l’impresa.
Cosa poteva mai balbettare, lui, fra tutte quelle voci solenni che hanno fatto
risuonare nel tempo le glorie di Maria e le suppliche degli uomini?
Già!
gli uomini. Tutte quelle pagine contengono ciò che gli uomini hanno detto di
Maria. Uomini dotti e santi che hanno cercato di penetrare profondamente il
mistero della Vergine Madre, ma pur sempre uomini. E la Madonna? Avrà pur detto anche lei qualcosa agli
uomini! Non solo a qualcuno in qualche apparizione privata, il cui contenuto si
limita spesso alla materna esortazione alla penitenza, alla conversione e alla
preghiera per i peccatori, ma una parola di sé, una qualche confidenza di ciò
che lei ha vissuto ed è passato nel suo cuore l’avrà pure compiuta la Vergine
Santa!
Questo pensiero, che in
fondo rivela un desiderio nascosto nel cuore di ciascuno di noi, trova
riscontro in una preghiera che San Giovanni Paolo II rivolge alla Madonna di
Loreto. Così egli si esprime: Maria,
Madre del sì, tu hai ascoltato Gesù, conosci il timbro della sua voce e il
battito del suo cuore. Ebbene… parlaci
di Lui, raccontaci il tuo cammino per seguirlo nella via della fede. Maria, che
a Nazareth hai abitato con Gesù, imprimi nella nostra vita i tuoi sentimenti,
la tua docilità, il tuo silenzio che ascolta… Maria, parlaci di Gesù, perché la
freschezza della nostra fede brilli ai nostri occhi e scaldi il cuore di chi ci
incontra…
Ora,
il luogo ovvio dove cercare eventuali confidenze di Maria dovrebbe essere
naturalmente il Vangelo. Agli Apostoli e ai primi discepoli la Madonna avrà
certamente raccontato molte cose. Ma proprio lì, nel Vangelo, scopriamo che
Maria è la donna del silenzio. Si sa che
per una donna il silenzio rasenta l’eroismo, ma qui il silenzio di Maria non
rappresenta semplicemente il dominio sulla propria femminilità, ma
l’atteggiamento tutto soprannaturale di chi custodisce nel cuore, avendolo
servito fedelmente, il disegno di Dio che opera silenziosamente ma
efficacemente per la salvezza dell’umanità.
Tuttavia,
il Vangelo riporta alcune espressioni della Madonna che, pur essendo
pochissime, sono però preziose perché fanno riferimento a interventi
fondamentali di Dio nella vita di Maria. Innanzitutto l’incontro con l’Angelo,
quando la Madonna si dichiara la “serva del Signore”, e fa un riferimento a
Giuseppe per dire che non l’avrebbe mai “conosciuto”; l’incontro poi con
Elisabetta, quando esplode nel Cantico di lode al Signore perché ha guardato
all’umiltà di questa sua serva per compiere in lei cose grandi; infine in due
circostanze Santa Maria si rivolge direttamente a Dio: una nel tempio a
Gerusalemme alla ricerca di Gesù, per chiedergli quale significato avesse il
suo comportamento umanamente ingiustificabile, l’altro a Cana per chiedergli di
dare un segno della sua identità messianica che confermasse nella fede i suoi
primi discepoli.
Queste
espressioni della Madonna sono importanti perché riferiscono verità
fondamentali della nostra fede, ma lasciano ancora avvolto nel mistero il mondo
interiore della Madonna. A questo punto il nostro desiderio di ascoltarla
sarebbe rimasto inappagato, se l’evangelista San Luca, colui che raccolse le
più intime confidenze di Maria, non ci avesse suggerito una strada ricordandoci
che Maria conservava tutte queste cose
meditandole nel suo cuore.
Ecco
il luogo dove possiamo ascoltare la voce di Maria, le sue confidenze, il
racconto delle sue emozioni e della sua esperienza interiore nel vivere accanto
a Gesù. Gli uomini hanno parlato molto di lei, vorremmo ora che fosse lei a
parlare di sé agli uomini, a raccontare la sua vita e, vincendo quel pudore
materno che ha tenuto sigillate tante cose nel suo cuore, partecipasse ai suoi
figli i suoi sentimenti e le vicende che hanno forgiato il suo mondo interiore
così squisitamente umano e così profondamente divino.
Occorre
dunque entrare nel cuore di Maria. Ora, se è vero che solo una madre può capire
un’altra madre, è vero anche che entrare nel cuore di una madre può farlo solo
un bambino. Per lui, infatti, nessuna madre ha segreti. L’autore quindi, non ha
avuto alternative; ancora una volta ha dovuto farsi bambino e bussare. Una
madre non può chiudere il cuore alla propria creatura. E così, con sforzo, è
riuscito ad accoccolarsi davanti a Maria e ascoltare in silenzio le sue
confidenze.
Quando una
madre racconta, i ricordi, i pensieri e i sentimenti che hanno accompagnato le
esperienze della sua vita, nell’uscire dalle sue labbra diventano consigli,
raccomandazioni, esortazioni per i propri figli. Anche Maria, che è donna e
madre, quando racconta, lo fa per noi, perché impariamo a comportarci da buoni
figli di Dio, a imitazione del suo figlio Gesù.
D’altra
parte è inevitabile e giusto che le meraviglie compiute in lei da Colui che è
onnipotente e santo suscitino in tutti noi una filiale curiosità, perché tanta
ricchezza di grazia che è nel suo cuore materno e che un giorno contempleremo
nella gloria del Cielo ci possa allietare, confortare e sostenere fin d’ora, nelle
fatiche del nostro viaggio sulla terra.
L’autore
si rende perfettamente conto che la pretesa di entrare nel cuore di Santa Maria
e ascoltare le sue confidenze può apparire una presunzione eccessiva e un po’
strana, ma il desiderio di conoscere e di ascoltare i battiti del suo cuore
dolcissimo ha prevalso. Sono battiti che diventano parole dell’amore materno
verso i suoi figli.
Tuttavia,
pur cercando di restare bambino, sforzandosi di ricuperare la semplicità
dell’innocenza, non sempre ha saputo prescindere dalla sua deformazione
professionale di uomo adulto: un po’ teologo, un po’ esegeta, un po’ pastore
d’anime, e così le confidenze materne di Maria potrebbero aver subito qualche
interferenza.
L’autore
ne ha chiesto scusa alla Madonna che gli ha risposto – così immagina – con un
sorriso, e chiede scusa anche all’eventuale lettore che – così spera – gli risponderà
anche lui con un benevolo sorriso.
La MADONNA RACCONTA . brano n. 2
TI SALUTO, O PIENA DI GRAZIA
Quel mattino del mese di Nisan avevo, dunque, cominciato, come sempre, la mia giornata dicendo, in ginocchio e baciando la terra: “Eccomi, ti servirò, o Signore!”. E subito mi salirono alle labbra le parole del salmo che esprimono il desiderio di Dio e la gioia di cantare la sua lode:
o Dio, tu sei il mio Dio, fin dall’aurora io ti cerco,
di te ha sete l’anima mia,
a te anela tutto il mio essere;
sono come una terra sitibonda,
arida, senz’acqua.
Ti ho cercato nel tuo santuario
Per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Così finché avrò vita ti benedirò
Innalzerò a te la mia preghiera
E con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
Nel mio giaciglio di te mi ricordo
Penso a te nelle veglie notturne
Tu sei stato il mio aiuto;
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe l’anima mia.
La forza della tua destra mi sostiene
Il
desiderio è sempre stato il segno dell’amore, anzi qui sulla terra l’amore
stesso è desiderio perché non possediamo pienamente ciò che amiamo. Questo vale
per le persone che si vogliono bene, ma vale soprattutto per l’amore di Dio.
Dio è infinitamente più grande del nostro cuore, e non possiamo amarlo
veramente se non desiderando. Il desiderio è proporzionale all’amore, ma anche
l’amore è proporzionale al desiderio.
Figlio
mio, prova a domandarti quanto desiderio di Dio c’è nel tuo cuore. Il tuo
desiderio dipende da quanto ami il Signore, ma anche dipende da quanto lo stimi
importante per la tua vita. Prova a dire insieme con me – io fin da piccola lo
ripetevo frequentemente – “Sei tu, Signore, l’unico mio bene!”. Nessuna
creatura per quanto attraente, appetibile e preziosa può competere con Dio, il
Bene sommo e perfetto, creatore di ogni dono.
Gli
uomini si creano molti idoli e li mettono al posto di Dio; inseguono vane
illusioni credendo di appagare i desideri del cuore. Ma sono inganni che creano
continue inquietudini a mano a mano che le cose rivelano il loro vero volto, la
loro fragile e precaria consistenza, la loro vera identità sotto la maschera
delle apparenze. La mente umana ha bisogno di verità, e la verità delle cose
sta nel rapporto che esse hanno con Dio. Non essere superficiale, figlio
mio! Sforzati di essere un’anima di
profondità, che va oltre, che rompe la crosta delle cose e sa incontrare Dio in
ogni circostanza della vita. Ti vorrei un’anima serena che sa lavorare e
riposarsi in Dio.
Ripeti
con me molte volte: “Senza di te, Signore, non ho alcun bene!”. Dillo con
convinzione, con sincerità di cuore, con l’intenzione di attuarlo con l’aiuto
di Dio, progressivamente, nella tua vita.
Ne verrà tanta pace dentro di te, e con la pace tanta gioia, perché la
gioia nasce dalla pace quando lasciamo che il Signore occupi tutto il nostro
cuore.
Quella
mattina del mese di Nisan ero particolarmente felice. Dentro di me avevo
l’anima che cantava dolcemente: “All’ombra
delle tue ali, o Signore, esulterò di gioia; sei tu il mio aiuto; la forza
della tua destra mi sostiene. Con voci di gioia ti loderà la mia bocca; finché
avrò vita ti benedirò, Signore!”.
Fu
a questo punto che un bagliore improvviso illuminò la stanza e riverberò in
tutta la casa. Era una luce non di questo mondo; fuori, infatti, stava appena
sorgendo l’aurora a pennellare di rosa le bianche casupole di Nazareth. Era una
luce intensa, ma non abbagliava. Era concentrata come un nembo bianchissimo
nell’angolo della stanza, ed emanava all’intorno raggi come lamine d’oro. C’era
quanto bastava per essere presa da grande timore; invece una pace fatta di
serenità e fiducia s’era impossessata di me. Solo quando in quel nembo di luce
apparve una figura in forma umana dall’apparenza translucida come se fosse di
cristallo, fui presa da turbamento e invocai in cuor mio il Signore: “Mio Dio,
proteggi la tua serva, salvala da ogni inganno, custodiscila all’ombra delle
tue ali”. Quella figura mi guardò sorridendo, si inchinò profondamente e: “Ti saluto, disse, o piena di Grazia! Il Signore è con te”. Poi, alzatosi, continuò:
“Io sono Gabriele, uno degli Angeli che
stanno davanti al trono di Dio per servirlo”.
Per
servirlo! Allora non è un inganno! Non può venire che dal cielo un personaggio
tutto intento a servire Dio! E tornò in me la pace, più profonda e più serena
di prima.
Figlio
mio, gli uomini sono stati ingannati da angeli. Fu un angelo a ingannare i
nostri progenitori, un angelo che si era presentato come amico, ed era invece
un perfido nemico, ribelle a Dio e geloso dell’uomo. Bada a non lasciarti
ingannare. Viene spesso come angelo di luce, ma è una luce fatua, putrida, che
sa di marcio. Vi fa credere che solo questa luce può illuminare la vostra
intelligenza, liberandola dall’oscurità e dall’ignoranza, e così la scienza vi
fa credere di essere dominatori di voi stessi e del mondo, e legislatori del
bene e del male. In realtà egli fa la scimmia di tutte queste cose, perché è la
scimmia di Dio. Il Signore mi ha preservata dalle sue suggestioni: esse non
sono mai entrate dentro di me. Tuttavia
l’ho sentito abbaiare come un cane furioso nelle persone che hanno creduto alle
sue seduzioni.
Fai
attenzione, figliolo, perché quest’angelo nemico ha molti amici nel mondo; sono
legioni. Molti sono amici inconsapevoli, come i credenti in buona fede di tante
religioni, ma tanti altri sono volutamente amici del Maligno, il quale utilizza
perfino le religioni per impedire agli uomini di conoscere il vero Dio. Per non
dire delle “Sette” dove il nemico si veste di menzogna per inquinare la
coscienza degli uomini deviandola dalla Verità. Lo spirito mondano ti presenta
i suoi disvalori come fuochi d’artificio, disorienta la tua anima con le sue
luci farneticanti, luci alienanti da discoteca o da lunapark che non ti
lasciano riflettere e ti rubano il silenzio.
Gli
angeli che vengono da Dio non fanno strepito, e continuano a contemplare il
volto di Dio per servirlo. Anche a te il Signore ha mandato il suo angelo; ti
ha affidato alla sua custodia e lo manda a suggerirti i suoi voleri. Non
contristarlo e non disprezzare i suoi consigli. Ti sarà buon amico davanti al
Signore. Figlio mio, hai bisogno di
silenzio. Entra dentro di te; c’è un angelo dal cielo che vuole parlarti!
“Ti saluto, o piena di Grazia, il Signore è con te!”.
Questo saluto, con
queste parole e così improvviso, mi causò stupore e anche trepidazione. Stupore
perché non era abituale a quei tempi presso gli ebrei rivolgere un saluto a una
donna, specialmente se, come era nel mio caso, si trattava di una donna sola ma
legalmente vincolata ad un uomo come promessa sposa.
C’era
in questa consuetudine la convinzione che si deve un grande rispetto alla
donna, alla sua persona e alla sua dignità. Se tu che mi ascolti sei una
ragazza, ricorda che tu per prima devi avere rispetto di te stessa. Non sei un
giocattolo, un oggetto in vendita, una figurina da esporre. Abbi un senso vivo
della tua femminilità e della missione ad essa affidata. Non essere fatua, o
superficiale, e soprattutto guardati dalla volgarità. Se c’è una cosa che
stride in una donna è la volgarità: volgarità nell’abbigliamento, volgarità nel
linguaggio, volgarità nei comportamenti. Non imporre aggressivamente e non
rivendicare rabbiosamente la tua femminilità; sarebbe il segno che mal sopporti
di essere donna. Ti aspetta una grande missione nella vita; non sciuparla
lasciandoti sedurre da altri miraggi o false ambizioni che sono menzogne del
Maligno. Se cerchi di scimmiottare l’uomo, egli perderà
la stima di te. Il nemico sa che, corrotta la
donna, è corrotta la famiglia ed è corrotta la società.
Se
poi tu che mi ascolti sei un ragazzo, o comunque un uomo, devo dire anche a te
di avere rispetto di te stesso; è un rispetto che suppone ed è contemporaneo al
rispetto verso la donna. Per questo devi ricordarti di tua madre, di quello che
lei ha fatto per te portandoti in grembo con trepidazione e crescendoti con
amore e sacrificio. Perciò da parte tua il rispetto verso la donna comincia
dentro di te, dai pensieri, dal tuo modo di vederla e di pensarla. Se vedendo
una ragazza non la rispetti col tuo pensiero ricordandoti della grande e nobile
missione alla quale è chiamata, il tuo pensiero si intorbida e arriva a
suscitare nell’animo meschini egoismi, e spesso finisce col portare il cuore
verso ignobili desideri che offendono la dignità e il ruolo della donna
umiliandola e degradandola a puro strumento. Figli miei, imparate dal Cielo a
portarvi rispetto gli uni agli altri.
Quella
mattina il Cielo si era aperto su di me rivolgendomi il suo saluto attraverso
un Angelo che si è chinato profondamente davanti a me, e ha voluto in questo modo
farmi comprendere la mia dignità di donna, soprattutto la mia dignità di “serva
del Signore”.
MIA MADRE
ANNA E MIO PADRE GIOACCHINO
Ero una giovane ragazza poco più che quattordicenne. Mia madre Anna era passata al Signore da poco tempo. Prima di lasciarci, preoccupata com’era del mio futuro rimanendo io sola in giovane età, si fece promettere da Giuseppe che si sarebbe preso cura di me, mi avrebbe protetta e custodita come sposa. Mia madre e tutti quelli della mia parentela non sapevano che il Signore era entrato nella mia anima e l’aveva occupata totalmente, così che non potevo più appartenere come moglie a nessun uomo. La proposta di Anna fu quindi accolta con favore da tutta la parentela.
Mia
madre Anna e mio padre Gioacchino vivevano a Gerusalemme ed erano in stretto
rapporto di amicizia e di parentela con Elisabetta e Zaccaria che abitavano nei
pressi di Gerusalemme, ad Ain-Karim. Infatti mia madre Anna era prima cugina di
Elisabetta alla quale era legata da sincero affetto fin dall’infanzia. Oltre
che dalla parentela, erano unite anche da un comune dolore: avevano
oltrepassato gli anni della fecondità e non avevano avuto il dono dei figli.
Mia madre aveva innalzato a Dio molte preghiere, e ricordandosi di un’altra
Anna che nei secoli passati, dopo molte lacrime e preghiere, aveva ottenuto di
diventare madre di Samuele, con la promessa che avrebbe offerto al servizio del
Signore il figlio che Jahvè le avrebbe dato, aveva anche lei, mia madre, fatto
al Signore la stessa promessa e il Signore mise nel suo cuore la certezza che
un giorno avrebbe appagato il suo desiderio con il dono della maternità.
La cugina si chiamava
Elisabetta e abitava col marito, il sacerdote Zaccaria, ad Ain Karim, un
villaggio a pochi chilometri da Gerusalemme. Quando seppe che mia madre era
incinta di me, fu presa da contrastanti sentimenti, di gioia e di sofferenza.
Di gioia perché vide che il Signore aveva accolto le preghiere di Anna e
l’aveva allietata con la mia nascita, e di sofferenza perché vedeva ormai
tramontata ogni speranza umana di una sua possibile maternità. Trovò un qualche
conforto assistendo mia madre nel parto e accudendo me nei primi passi della
mia crescita. Perciò fu per me un motivo di grande gioia quando, quattordici
anni dopo, seppi dall’Angelo che anche Elisabetta, nonostante la sua età, era
stata benedetta dal Signore col dono della maternità.
Nel
frattempo, mio padre Gioacchino, vista la situazione pesante che si era creata
in Gerusalemme – erano tempi difficili, tempi di tensione e di sorda ostilità
tra Erode, i Sommi Sacerdoti e i capi del popolo – decise di trasferirsi in
Galilea, dove già erano trasmigrati diversi membri della nostra parentela che
avevano preso dimora a Sefforis, a Cana e a Nazareth. Del resto anche Giuseppe,
dopo la morte di suo padre Giacobbe, si era trasferito a Nazareth, in Galilea,
dove altri parenti e antenati di discendenza davidica lo avevano preceduto fin
dal tempo dei Maccabei.
Gli
anni della mia infanzia furono anni di grande serenità e di intima gioia. Il
calore e l’affetto dei miei genitori avevano fatto della mia casa un luogo
ideale per una convivenza di pace e di allegria. Papà Gioacchino e mamma Anna
si volevano molto bene, si trattavano con grande rispetto ed estrema
delicatezza; non li ho mai sentiti litigare o alzare la voce. Benedicevano Dio in ogni cosa ed erano pronti
con naturalezza a portare aiuto dovunque c’era un bisogno o una sofferenza. Da
loro ho imparato l’amore alle Sacre Scritture e la preghiera dei Salmi. Pregare con loro faceva ardere il cuore ed
era un riposo per l’anima.
Figlio
mio, che mi ascolti, pensa al dono grande che Dio ha fatto all’uomo: la
famiglia. L’essere umano nasce, cresce e
vive in una famiglia che Dio ha voluto a immagine della sua paternità. La
famiglia porta il sigillo di Dio. Fare violenza alla famiglia distruggendo i
legami che la costituiscono e ne sono il fondamento – l’amore coniugale, la
paternità e la maternità – è un atto contro Dio e contro il suo amore. Il primo
e fondamentale diritto di un figlio è che i genitori si vogliano bene al di là
di ogni merito, e il primo dovere dei genitori verso i figli è di considerare i
figli come un dono e di lasciare a loro un esempio di fedeltà, di saggezza e di
timore santo di Dio. I figli non sono mai un diritto, così da pretenderli ad
ogni costo; sono sempre un dono da chiedere e da accogliere con l’atteggiamento
umile e riconoscente di chi si riconosce collaboratore di Dio.
L’affetto
di papà Gioacchino e la tenerezza di mia madre Anna sono stati nella mia
infanzia un segno vivo e commovente di quanto è grande e amabile la paternità
di Dio.
Figlio
mio, porta rispetto e venerazione verso i tuoi genitori; copri i loro difetti e
prega per loro. E se sei genitore, cerca
di meritarti questo rispetto e questa venerazione; e sii per i tuoi figli lo
specchio della paternità di Dio.
Il
Cielo ti accompagnerà con le sue benedizioni.
Fine
del brano n. 2 La Madonna racconta
BRANO N. 3 DEL L IBRO “LA MADONNA RACCONTA”
di Ferdinando Rancan
CONCEPITA SENZA PECCATO
Dopo il saluto dell’Angelo passarono alcuni minuti di silenzio. Penso che l’Angelo abbia voluto lasciare alle sue parole il tempo di scendere nella mia anima, per illuminarla sul significato del suo saluto e invitarmi alla fiducia. Non mi chiamò infatti per nome, mi salutò chiamandomi “Piena di grazia”. Quelle parole entrarono nella mia anima accompagnate da una luce nuova che improvvisamente mi aprì la mente su tutto ciò che era accaduto nella mia anima negli anni della mia infanzia e giovinezza.
Furono gli anni dei presentimenti silenziosi, presagi che
nascevano da una esperienza sempre più viva e profonda della mia intimità con
Dio. Il Signore, infatti, ha voluto che io non facessi l’esperienza del
peccato, nemmeno del peccato originale, compiuto dai nostri progenitori,
essendo io stata non redenta, ma preservata da ogni peccato. Per cui non ci fu
un solo momento nella mia esistenza nel quale il demonio avesse il minimo
potere su di me, e durante la mia vita non ci fu mai un “no” di rifiuto da
parte mia alla volontà di Dio. Il demonio si era infuriato nel vedere che Dio
aveva scelto me, semplice creatura a lui immensamente inferiore, per realizzare
il suo disegno d’amore verso l’uomo riparando la sua ribellione. D’altra parte
non poteva una creatura che fosse stata anche solo per un momento succube del
maligno, diventare Madre del Redentore! Questo ci fa capire la furia di
Lucifero contro di me, furia che continua nel tempo, perché io rappresento la
sua sconfitta dal momento che non c’è stato mai posto per lui nella mia anima.
Pertanto libera da ogni suggestione e cedimento di fronte al
maligno, percepivo la presenza di Dio quasi fisicamente, senza alcuno sforzo da
parte mia. Mi
parlava senza parlare. Mi comunicava i suoi pensieri e i suoi voleri per “contatto”.
Dio permeava la mia vita con la sua vita.
E pur sentendomi assolutamente libera, mi sentivo anche a lui talmente
vincolata da non riuscire a pensare la più piccola cosa che potesse a lui
dispiacere. Ero io, ma anche non ero
soltanto io: ero io più Dio che impregnava totalmente la mia anima.
Figlio
mio, non ci sono parole per descrivere la condizione di un’anima quando è
interamente posseduta da Dio e dal suo amore, ed esprimere ciò che prova il
nostro povero cuore quando il nostro essere creatura diventa un tutt’uno con il
suo Creatore.
Ti
dicevo che l’Angelo non mi aveva chiamata per nome, ma in quei brevi istanti di
luce ho capito che quel “piena di grazia” era il mio vero nome perché
descriveva le condizioni della mia anima nella quale si era riversato
immensamente l’amore di Dio. Grazia e Amore. Sono la stessa cosa, sono Dio.
Sono Dio non nella sua infinita solitudine, ma nel suo farsi dono alle sue
creature, soprattutto a quella creatura, l’uomo, che egli ha voluto non solo
sua immagine, ma anche sua somiglianza, così come un figlio somiglia a suo
padre perché partecipa della sua stessa vita.
Figlio
mio, siamo connaturali con Dio. Renditi conto di questo grande dono che Dio ti
ha fatto, e capirai quanto male fa alla tua anima, e quanto sia indegno e
ingiusto nei confronti di Dio il rifiuto che impedisce la tua somiglianza con
Lui o la rende così povera e imperfetta da essere quasi irriconoscibile. Te lo
dice colei – sono confidenze di tua madre – colei che mai è stata sfiorata da
pensieri di rifiuto o di resistenza all’Amore, colei che mai si è sentita
prigioniera del Nemico e, libera da tutto ciò che impedisce la propria
somiglianza divina, ha sempre goduto della pienezza della grazia e ha
assaporato la gioia della perfetta comunione con Dio.
Col
tempo, quel “piena di grazia” mi fece ricordare la condizione dei nostri
progenitori nell’Eden. Dio aveva creato l’uomo, Adamo ed Eva, nella grazia che
permeava tutta la loro anima nella misura di cui erano capaci. Le parole che
sentivo leggere nei libri di Mosè, che cioè Dio camminava nel giardino accanto
ai progenitori e conversava famigliarmente con loro, mi ricordavano la
meravigliosa intimità che legava l’uomo a Dio e la grande armonia che regnava
nelle creature e nel cuore dell’uomo. Perché allora tanto male e tanto
disordine intorno a noi e nel mondo? Perché tante sofferenze?
Figlio
mio, il Signore non vuole il male, non vuole il dolore, non vuole la morte. Dio
è Sommo Bene, Dio è felicità senza limiti, Dio è la vita. E se noi abbandoniamo
Dio o ci separiamo da Lui, perdiamo tutto questo, restiamo impoveriti e feriti.
Dove non c’è Dio non ci può essere né bene, né pace; non ci può essere vera
felicità. E quando l’uomo si è reso conto di aver perduto tutto e di essere
rimasto nudo e solo con sé stesso e con la sua vergogna, il suo cuore si è
riempito di paura. Guardati intorno, figlio mio: quanta paura c’è nel mondo e
quanto buio e quanto freddo c’è nel cuore degli uomini!
L’uomo
è creatura e non può sradicarsi da Dio che lo ha creato e lo vuole realizzato
nella verità e nell’amore. Ma gli uomini hanno sostituito la verità con le
proprie opinioni nelle quali il Maligno ha seminato il suo inganno e le sue
menzogne, e al posto dell’amore hanno messo l’egoismo, la sopraffazione e la
tirannide.
Quella
mattina del mese di Nisan le parole dell’Angelo hanno illuminato la mia anima e
l’hanno resa trasparente a sé stessa. Mi vidi creatura tutta di Dio, senza
ombra e senza macchia, avvolta dalle sue mani ardenti di amore. In quel momento
compresi le parole di un salmo che avevo ascoltato tante volte nella sinagoga
senza comprenderne pienamente il significato: Nella tua Luce vedremo la
luce.
Purtroppo
quella creatura andò in frantumi sotto i colpi della superbia e della
disobbedienza. Ma Dio, che non può
essere sconfitto, non ha sopportato che la sua creatura che porta il suo
sigillo andasse definitivamente perduta. La donna dell’Eden, ingannata, si
rifiutò di obbedire a Dio, ma Dio volle che un’altra creatura gli dicesse: Eccomi, sono la tua serva, o Signore!
Così
lo Spirito Santo ha forgiato la mia anima nella sua grazia e nella sua luce, e
io vidi in me la donna che doveva servire Dio per la salvezza degli uomini.
Nella tua Luce vedremo la luce… Lasciati illuminare dalla luce dello Spirito
Santo e vedrai nella tua anima, al di là delle tue miserie, l’immagine del tuo
Creatore che ti chiama alla comunione con lui. È un’immagine a volte imbrattata
o deformata ma, lavata e restaurata, rimane sempre l’immagine di Dio, tuo
padre, e del Figlio suo, Gesù. Hai bisogno di Spirito Santo, della sua luce e
della sua grazia.
Figlio
mio, sei creatura di Dio, porti la sua firma e gli appartieni. Non
dimenticarlo!
IL SIGNORE È CON TE
Il saluto dell’Angelo, in un primo momento, mi aveva turbato, e solo la luce dello Spirito Santo mi tolse dall’imbarazzo illuminando la mia anima su tutto, sulla mia realtà interiore e su tutte le vicende della mia vita. Furono pochi istanti, ma avevano la dimensione di una intera esistenza. A confermare tutto questo vennero le parole con le quali l’Angelo concludeva il suo saluto: Il Signore è con te!
Il
Signore è con te. La presenza del Signore aveva sempre accompagnato la mia
vita. Era stata una presenza silenziosa
che, pur occupando tutto lo spazio del mio essere personale, così da farmi
capire che ero tutta sua e totalmente per lui, non mi aveva ancora rivelato il
perché di una presenza così piena e assoluta. Il Signore così mio, e io così
sua, e che impregnava così intimamente la mia anima con la sua presenza, aveva
in un certo senso il volto velato. Chi sei tu, o Signore? Era la domanda che
accompagnava continuamente i miei pensieri.
Ascoltando
le letture nella Sinagoga e i racconti di papà Gioacchino, avevo conosciuto la
storia dei nostri antenati, anzi la storia dell’intera Umanità sgorgata come un
fiume dai nostri progenitori dopo che l’Angelo li ebbe cacciati dall’Eden, e
ricordavo i gesti di pietà quasi materna di Dio verso le sue creature, dal
gesto con cui coprì di vesti di pelli le loro nudità, alle cure amorose con cui
ha sempre accompagnato la storia del popolo d’Israele. Si manifestò così come
il “Dio della Promessa”. L’umanità cominciò a vagabondare per le strade della
terra, ma il Dio della Promessa non perse mai di vista la sua creatura, e
trasformò la promessa in Alleanza, l’Alleanza in Elezione, e l’Elezione in
Benedizione. E così il Dio dei progenitori fu anche il Dio di Noè, il Dio di
Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio dei Patriarchi, di David e dei Profeti,
e infine il Dio di Israele; era il Dio che aveva accompagnato la storia degli
uomini. Questo Dio era con me!
Sì,
figlio mio, quel Dio che ha compiuto meraviglie nella storia dell’umanità era
con me! Vidi la mia anima come il nuovo
Eden dove il Signore del cielo e della terra era presente con la sua Promessa,
con la sua Alleanza, con la sua Elezione. Anzi, oltre che il nuovo Eden dove
Dio conversava familiarmente, la mia anima era anche la nuova Arca
dell’Alleanza, il cielo stellato di Abramo, il roveto ardente di Mosè,
Il Signore è con te!… Il Signore della
Promessa, il Signore dell’Alleanza, il Signore della Elezione. Figlio mio, il
Signore è un Dio fedele! Egli non manca alle sue promesse. Non possiamo fargli il torto di dubitare di
Lui. L’hanno fatto i nostri progenitori e hanno pagato amaramente la loro
insensatezza: hanno creduto alle insinuazioni del Maligno, alle sue menzogne e
hanno dubitato di Dio. Da quel giorno l’imbroglio funesto ha dilagato nel
mondo. Il cuore dell’uomo travolto dalla propria stoltezza ha prestato fede
agli idoli creati dalle proprie passioni e, schiavo della propria ignoranza,
non ha saputo discernere e ascoltare la voce di Dio.
Figlio
mio, l’inganno persiste ancora nel mondo ed è alle porte anche del tuo
cuore. Non ti fidi di Dio ogni volta che
non osservi i suoi comandamenti, non ti fidi di Dio ogni volta che non cerchi
il suo perdono e dubiti del suo amore, non ti fidi di Dio quando ti preoccupi
soltanto delle cose della terra e dubiti o rifiuti di pensare alle cose del
Cielo, non ti fidi di Dio quando ascolti soltanto la voce del tuo io, le sue
vanità, le sue voglie malsane, i suoi egoismi, non ti fidi di Dio quando non
credi alla sua parola, alle sue ispirazioni, alle sue promesse, quando ti
affidi alle sole speranze umane, alla speranza sulle promesse umane, sulle tue
povere risorse personali.
Soltanto
Dio è veramente fedele. Dio non mente, non inganna, non si pente di ciò che ha
creato. Egli mantiene sempre e comunque le sue promesse e non viene meno alla
sua alleanza, anche di fronte alle innumerevoli infedeltà degli uomini. Perfino
le infedeltà di Israele, il suo Popolo che egli ha scelto con amore di
predilezione unendolo a sé con legami sponsali, non hanno impedito a Dio di
essere fedele a sé stesso, e di conservare immutabile lungo i secoli la sua
Alleanza.
Figlio
mio, beato l’uomo che confida nel Signore. È una beatitudine che esige umiltà,
l’umiltà di saperti fragile e inaffidabile, bisognoso in tutto della mano di
Dio. Se ti affidi a Lui, il Signore - Dio fedele - egli sarà con te e non
deluderà la tua fiducia. Egli non si stanca mai di invitarci: Mi invocherete e io vi esaudirò. È la
sua promessa, e se qualche volta hai l’impressione che il Signore ritardi, non
temere. Una sola parola di Dio è più vera che tutte le tue esperienze, anche se
queste sembrano contraddire la sua promessa. Non devi mai dubitare di lui, devi
semmai dubitare della tua orazione e della tua umiltà. Dio ascolta sempre; ha i
suoi tempi e i suoi modi che noi non conosciamo, e che a volte mettono alla
prova la nostra fedeltà e la nostra perseveranza.
Figlio
mio, sii fedele, sii perseverante. Se tu non lo lasci, Lui non ti lascia. E
anche se tu lo abbandoni, Lui non ti abbandona. Vorrei tanto che anche a te
l’Angelo potesse dire: “Il Signore è con
te!”
Fine brano n. 3 dal libro “La Madonna racconta”
sabato 29 aprile 2023
O CON GESU' O COL DIAVOLO
LINK. N. 2 CIONCI AL PROF. GIOVANNI ZENONE https://youtu.be/A7EgeyYbwNs
LINK. N. 3 CIONCI AL PROF. MASSIMO VIGLIONE.
Egregio
dott. Cionci,
l'esortazione
accorata che lei sta rivolgendo alla coscienza personale di noti rappresentanti
del mondo culturale cattolico che, pur criticando Bergoglio, si ostinano a
volerlo riconoscere come papa, ignorando il vero Papa Benedetto e la vera successione apostolica, è ammirevole! Complimenti!
Vedasi link di apertura. Anche perché vi traspare una buona dose di pazienza,
umiltà e tenacia, fondate sulla consapevolezza che “la posta in gioco!” è a dir
poco incommensurabile, visto che non si tratta di tifare per un presidente
della Repubblica piuttosto che un altro, come avviene nella società civile, ma riguarda
una questione escatologica di origine divina, il cuore pulsante della Chiesa, direttamente
collegata a un intervento di “investitura” soprannaturale che è il cosiddetto
“MUNUS” voluto da Gesù Cristo per il suo Vicario in terra che è il Papa, quello
giusto però, secondo la successione apostolica, e non quello proveniente da
complotti di cardinali massoni, come da testimonianza pubblica di uno di loro
in punto di morte, il card. belga Godfried Daneels, che ha dichiarato la nomina
di Bergoglio come conseguenza di un complotto di cardinali detto “mafia di
Sangallo”, situazione passibile di scomunica per tutti, Bergoglio in primis,
secondo la dichiarazione “Universi Dominici gregis” di San Giovani Paolo
II.
Ma chi crede più a questi documenti papali? Alla stessa legge imperitura di Dio attraverso la sua bimillenaria Chiesa cattolica? Ognuno del Clero se la fa e se la disfa a suo piacimento, incurante del giudizio di Dio e della Sua volontà, come se Dio non ci fosse, ma solo il loro parere personale che nessuno osa contestare.
Lo stesso
Bergoglio infatti ha voluto togliere il titolo di “Vicario di Cristo” dall’Annuario
pontificio, mentre si guarda bene dal togliere quella statua sacrilega della
dea pagana Pachamama dal cuore della basilica cristiana per eccellenza che è
San Pietro, causa di tutte le pestilenze e calamità di questi ultimi tre anni e
di cui non riusciamo a liberarci.
Ma anche per coloro che credono solo nella vita presente dovrebbe avere molta importanza la vita della vera Chiesa cattolica come Gesù l’ha voluta perché, come stiamo toccando con mano, senza la vera Chiesa cattolica voluta da Gesù Cristo, niente più funziona neppure nella società civile, perché, abolita la presenza di Gesù Cristo come vuole il Nuovo Ordine Mondiale con a capo il falso papa Bergoglio, non avremmo una società libera, laica, aperta pacificamente a tutte le religioni, come molti ignoranti anche cattolici credono, bensì avremmo un susseguirsi di guerre, carestie, devastazioni, ingiustizie, soprusi, angherie, imbrogli ecc. come frutto di una società satanica con a capo il diavolo e le sue legioni perché “laddove non regna Cristo, regna satana” e non la laicità, oltre alla grande probabilità che ci aspetti l’Inferno dopo la morte, avendo preferito le tenebre alla Luce. Già si parla di dover invalidare tutto quello che ha operato il falso papa Bergoglio in questo terrificante decennio! Figuriamoci se dovessimo proseguire su questa strada della infedeltà dopo di lui.
Chi si
scandalizza di queste mie parole, vuol dire che è immerso nelle tenebre e non
vede la terribile realtà di guerre e apostasia che sta avanzando e pertanto lo
invito ad ascoltare bene le considerazioni di Cionci soprattutto nel primo link
di apertura, dove fa una carrellata veloce, non di sue invenzioni ma di fatti
gravissimi accaduti ai quali purtroppo non si da’ tanta importanza perché le
tenebre hanno invaso non solo il Tempio, come da affermazione di San Paolo VI,
ma addirittura i cuori dei credenti. I quali ignorando la vera dottrina della
Chiesa e il Magistero perenne, non sono più in grado di distinguere il peccato
dalla grazia, il bene dal male, il sacrilegio dalla profanazione, l’obbedienza
vera dalla sottomissione servile, il giudizio temerario dal dovere del
discernimento, l’ecumenismo lecito dalle concessioni sacrileghe, ecc.
Vista questa
chiusura mentis o ignoranza crassa davanti a fatti ormai documentati, sconcertanti,
oltre che scandalosi per la loro gravità, perché si tratta ormai di apostasia
vera e propria accompagnata da peccati miserabili che riguardano, come diceva
San Giovanni “la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la
superbia della vita” (1Gv. 2,16) viene da chiedersi: ma questi bravi cattolicissimi
professoroni imbevuti di cultura e di saggezza, credono o no alla Parola di
Dio, al Magistero perenne della Chiesa, al Giudizio di Dio col premio o col
castigo eterno, dopo aver accusato di modernismo tutti quelli che non la
pensano come loro, credendo così di mettere al sicuro la loro coscienza e forse
anche la loro anima?
Egregio
dott. Cionci, alla fine di tanti discorsi, penso che tutti, o quasi tutti,
nell’intimo del loro cuore siano d’accordo su queste fondate motivazioni, però
poi, nella pratica, si sentono frenati a motivo di interessi da difendere, o
privilegi da mantenere, o compromessi e giudizi da salvaguardare, o perché
sentono la responsabilità della direzione di Istituti o Congregazioni che
rischiano la soppressione senza la loro vile sottomissione a Bergoglio, (che
poi non durerà in eterno nemmeno lui con tutta la sua falsa corte papale di
leccapiedi), a tal punto da preferire queste misere realtà alla Verità che è
Gesù Cristo, incuranti del fatto che siamo in tempo apocalittico e si esige la
fede eroica.
In pratica
non si fidano di Dio nella prova ma contano di più sulle loro sicurezze umane alle
quali stanno ben aggrappati e che li trascineranno all’inferno quando si
presenteranno davanti al giudizio di Dio, assieme alle anime che loro hanno
coinvolto con il loro silenzio colpevole.
Che la Vergine
Santa, Regina delle Vittorie, apra gli occhi del cuore, della fede e della
ragione a tutti coloro che hanno delle grosse responsabilità davanti a Dio e
agli uomini per compiere sempre e dovunque la volontà di Dio, costi quello che
costi.
lunedì 17 aprile 2023
TESTAMENTO "OMEGA" DI PAPA BENEDETTO XVI DOPO LA SUA MORTE
commento al testo ufficiale Radio Rosa Mistica
Ricevuto da suor Benedetta della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023. Introduzione
alla pubblicazione privata e non ufficiale del “testamento omega” di Papa Benedetto
XVI.
Questo testamento è stato comunicato a suor Benedetta della Santa Croce membro
della comunità delle suore Francescane della Santa Croce in Colombia il 2
febbraio 2023 sotto forma di dettatura durante un'apparizione di Papa Benedetto
con la richiesta che venga reso pubblico, in particolare che la Curia Vaticana
e l'intero collegio cardinalizio ne vengano a conoscenza; questa è una
traduzione provvisoria e anonima basata sul testo audio del sottocitato video
di Radio Rosa Mistica Colombia.
La questione dell'autenticità deve
essere decisa da chiunque si trovi di fronte a questo testamento postumo di
Papa Benedetto XVI, morto nel dicembre 2022: in esso vengono rivelati fatti in
parte estremamente scioccanti per la loro natura demoniaca e malefica, ma il testamento
è anche una magnifica testimonianza di una fede eroica in Gesù Cristo l'unica Via,
l'unico Redentore che secondo la Volontà di Dio dovrebbe incoraggiare tutti noi
a imitarlo.
Papa Benedetto XVI in varie frasi fa
un chiaro riferimento al “misterium iniquitatis”, il mistero dell'iniquità che
ora, dopo la sua morte, quella dell'ultimo Papa, prenderà il suo corso; con ciò
e con la sua testimonianza della guida sovrana della Chiesa in questo tempo di
tribolazione da parte di nostro Signore Gesù Cristo che ha tutto sotto
controllo, ci sta preparando alla battaglia finale tra il BENE e il MALE che si
concluderà con il trionfo degli eletti, il trionfo del Cuore Immacolato di
Maria attraverso l'intervento di nostro Signore Gesù Cristo.
A una mente umana, certo, non
sarebbe venuto in mente di concepire l'esistenza di una seconda parte del
Testamento Spirituale di Papa Benedetto XVI, e per di più di utilizzarla per
proclamare solennemente il quinto Dogma Mariano come è stato fatto qui; in esso
Papa Benedetto dà testimonianza della Beata Vergine Maria come Corredentrice,
Mediatrice e Avvocata ed é convinto che la proclamazione di questo dogma sarà
decisiva per superare la grande crisi della Chiesa Cattolica. E' significativo
che né suor Benedetta, né il signor Henry direttore del programma di Radio Rosa
Mistica Colombia fossero a conoscenza della morte avvenuta il 1°gennaio di
Giulio Colombi, l'amico 97enne del Papa; questo, così come gli altri nomi
corretti degli amici più intimi di Papa Benedetto, la menzione del Presidente Obama
come “mente” del colpo di stato contro il pontificato di Benedetto, nonché lo
stile letterario del testamento tipico per il Papa e certamente non imitabile
da una semplice e pia suora di una congregazione contemplativa, tutto ciò parla
dell'autenticità di questo Testamento Omega del Papa dettato dall'Eternità.
Una questione delicata sorge con la
menzione esplicita della Fraternità Sacerdotale di Pio X che non è ancora stata
riunita canonicamente con la Chiesa Cattolica. Qui si potrebbe sollevare
l'obiezione di trattarsi di una possibile falsificazione per fare proselitismo
dei fedeli verso questa comunità; l'autore di questo commento, tuttavia, è
giunto alla conclusione che proprio in questo si manifesta la grandezza
pastorale di Papa Benedetto XVI che dal Cielo si preoccupa ancora della loro
unità con la Chiesa e vuole evitare che si allontanino ancora attraverso i
falsi e adulatori compromessi con “Francesco”. Il fatto che al nome della
Fraternità Sacerdotale di Pio X sia stato aggiunto il nome “e di San Paolo”
oltre a quello di “Pio X” è al momento ancora enigmatico, ma potrebbe
rapidamente rivelarsi un indizio particolare dell'autenticità del Testamento
Omega nel futuro prossimo. Infine, questo evento è stato ufficialmente e
correttamente predetto dalla nostra signora di Anguera in Salvador (Brasile)
nella sua apparizione del 6 gennaio 2015 e certamente, non a caso, nell'esatto
giorno dei futuri funerali di Papa Benedetto XVI: il messaggio n.4083 inizia con
le parole “Amati figli, l'Umanità sarà sorpresa dalla rivelazione fatta da un
Re (il Papa è un monarca)”. La pubblicazione ufficiale non tarderà ad arrivare
e certamente confermerà la reazione prevista dalla Madonna; altri messaggi
della Madonna suggeriscono anche la confusione e la divisione all'interno del
Vaticano e del Collegio Cardinalizio in seguito alla pubblicazione, il che non
sorprende.
TESTAMENTO
OMEGA DI PAPA BENEDETTO XVI
ricevuto da suor Benedetta della Santa
Croce in Colombia il 2 febbraio 2023. Questo testo è una trascrizione
provvisoria fatta sulla base dei sottotitoli scaricabili su GloriaTV (vedi
link)
Salve. Un cordiale saluto a tutti
voi cari amici di questo canale di Radio Rosa Mistica Colombia. Abbiamo
un'informazione esclusiva di Radio Rosa Mistica Colombia e di questo canale ed
è un messaggio ricevuto in visione da suor Benedetta della quale abbiamo già trasmesso
messaggi molto precisi e che riceve messaggi dal Cielo; in questa occasione
suor Benedetta delle suore Francescane della Santa Croce ha assistito in
visione testimone a un racconto successo il 2 febbraio 2023 Festa della
Candelora, durante l'offertorio della Santa Messa, celebrata nel suo monastero
da un sacerdote che non celebra in comunione con Bergoglio; le suore
francescane della Santa Croce, una testimonianza di Papa Benedetto XVI che ci
ha raccontato in un testo che abbiamo e anche in un audio che conserveremo per la
storia... giusto ? Leggo il testo e cercherò di non fare ulteriori commenti
perchè un po' lungo, inedito nel suo contenuto, perché Papa Benedetto XVI (l'ho
già letto tre volte) spiega la realtà all'interno del Vaticano che tutti noi
sospettavamo ... se ciò avviene all'interno di una Messa, al momento
dell'offertorio, allora questo ha, suppongo, un grande valore.
**********************************************
Ebbene il 2 febbraio 2023 Festa della Candelora, durante l'offertorio della Santa Messa, ecco il relato scritto di suor Benedetta: “Mentre il sacerdote incensava le offerte del pane e del vino, questo improvvisamente è scomparso davanti ai miei occhi e quello che vedevo era Papa Benedetto XVI; era vestito di paramenti bianchi e dorati, ha incensato le offerte e l'altare... poi si è girato per incensare l'assemblea... è così che ho potuto vederlo chiaramente, perché all'inizio potevo vedere solo le sue spalle... Stava celebrando la Messa Tradizionale... i suoi paramenti erano di un bianco scintillante e sul suo petto c'era una croce pettorale di smeraldi e sulla casula c'erano gigli ricamati in argento intrecciati con i Sacri Cuori di Gesù, Giuseppe e Maria in oro scintillante. Sono rimasta scioccata nel vedere Papa Benedetto XVI splendente, tutto il contrario di come l'avevo visto la volta precedente nei miei sogni, Il giorno del suo funerale; allora era vestito come un Papa, ma non aveva alcuno splendore, era come un normale essere umano invecchiato con l'età, ...ma oggi l'ho visto in modo diverso, oggi l'ho visto pieno di gloria, ringiovanito pieno di vigore... tutto in lui risplendeva, non solo i vestiti, ma anche la sua pelle, come se la luce lo illuminasse dall'interno... il suo volto sereno era quello di una persona giovane e allo stesso tempo matura, sembrava molto concentrato incensando, poi nel canone ho ascoltato le parole di Papa Benedetto XVI in perfetto latino secondo il Rito Straordinario cioè la Tradizionale Messa Tridentina; la cappella era piena di incenso, di un colore squisito con una miscela di mirra molto profumata... c'era una sensazione di santità nell'aria... credo che tutti i presenti abbiano provato la stessa sensazione, c'era un santo timore di Dio... eravamo tutti in soggezione, è stato molto solenne mentre Papa Benedetto XVI alzava la Sacra Ostia consacrata nel Corpo del Signore; ho visto che molto incenso è stato elevato al Cielo, ...a un'estremità dell'altare c'era un angelo, lo si vedeva vestito regalmente e Ganswein dare ordini da parte di Francisco alle suore che mi servivano, ho sentito quello che ha detto: “Continuate a dargli la medicina... fate tutto in modo che sembri molto naturale non sollevate sospetti, non fate domande; ordini dall'alto ! Non preoccupatevi, sarete ben ricompensati...”
“Facevo finta di non sentire nulla e da questo momento, ogni cibo, medicina che mi davano era un tormento... evitavo di mangiare per paura che fosse avvelenato e questa mancanza di cibo danneggiava ulteriormente la mia salute già fragile. Ho sempre benedetto le medicine perché ero sicuro che le cambiassero... la mia vita in prigione, durata quasi 10 anni, stava per finire, Dio aveva fretta con me. Anche se avessi voluto parlare chiaramente, non potevo farlo, non mi avrebbero nemmeno creduto, avrebbero distorto le mie parole, non avevo nessuno intorno a me di cui potermi fidare... era una situazione molto stressante, così Dio mi illuminò affinché potessi comunicare in qualche modo attraverso codici e parabole e precisamente attraverso i libri nella speranza che almeno qualcuno capisse il mio modo di parlare.
In occasione del mio 95esimo
compleanno, Francisco venne a trovarmi e mi portò una bottiglia di vino e dolce
di latte e chiese di rimanere solo con me: non avrei mai pensato che il suo
cinismo e la sua capacità di male fossero così elevati in lui; vidi ancora una volta
il suo odio per me, per la Chiesa e soprattutto un odio smisurato per la Madre
di Dio. Mi ero sempre considerato un uomo pacifico e diplomatico... cosa potevo
fare ? Solo soffrire in silenzio, in grande solitudine, perché alla fine della
mia vita, in perfetta conformità con il Cristo sofferente, mi sono trovato
abbandonato da ogni aiuto divino; faceva parte della mia purificazione, avevo
capito questo... il mio ufficio di Vicario di Cristo richiedeva una grande
purificazione... molto mi era stato affidato e presto avrei dovuto rendere
conto a Dio di tutta la mia amministrazione; dovevo rendere conto non solo per
la mia anima di cristiano battezzato, ma per tutta la Chiesa. Che grande responsabilità
! Che pesante Croce da portare come Papa ! Da quel momento in poi , tutto mi fu
chiaro e questa consapevolezza mi causò una doppia sofferenza.
In confessione e con il suo solito
atteggiamento adulatorio di falsa fratellanza, Bergoglio o meglio “Francisco”
mi disse con tono beffardo e con il suo tono molto cinico e spietato che gli
piaceva avere la Chiesa nelle sue mani, che l'avrebbe distrutta completamente e
avrebbe seppellito l'Eucarestia per sempre... mi disse: “Cancellerò il tuo Dio
dalla faccia della terra ! Ho molti alleati che mi aiutano, non solo
dall'interno ma anche dall'esterno; la Curia è inginocchiata ai miei piedi, il
collegio Cardinalizio sono cani fedeli, lo sai ! Non puoi negare che sono
fedeli, che obbediscono !” ... e sorrise maliziosamente...”Qui te li ho
portati... e nel caso non lo sappia te lo confermo, prendilo come una cortesia
da parte mia... non sono così cattivo come dicono...” Sorrise di nuovo questa
volta freddamente...
Ero terrorizzato dal suo sguardo e
averlo davanti era come vedere Satana... mi confessò che uno dei suoi obiettivi
era di sporcare di fango la Madre di Dio e se possibile cancellare i dogmi e
calpestare l'Eucarestia. Mi disse che avrebbe sterminato il Rito Straordinario
in un colpo solo, lasciando solo quello attuale con le sue numerose
profanazioni e sacrilegi; alla fine il nuovo rito era stato elaborato da un
massone esperto di liturgia e mi confessò di aver provato piacere quando, andando
al Tepeyac, insultò in faccia la Regina del Cielo... stava parlando del Messico
... e poi gli piacque molto la messa in scena che fece con una presunta Consacrazione
della Russia e del Mondo al Cuore Immacolato di Maria... mi disse avvicinandosi
ancora di più e con ironia: “Vuoi sapere a chi ho invocato davanti all'amata
immagine di nostra Signora di Fatima ?” Gli risposi che non era necessario...mi
disse che me lo avrebbe detto comunque, perché sapeva che mi avrebbe fatto
male...“Ho invocato il re delle tenebre, mi capisci ?” Rimasi in totale silenzio,
poi lui disse : “Ci sono i fascicoli di Papa Giovanni Paolo I e del grande
Giovanni Paolo II a cui avevano fatto vari tentativi falliti e alla fine è
stato messo a tacere con una chirurgia alla gola non necessaria e
convenientemente eseguita. Infine ci sono io e posso assicurarvi che ci sono
molti modi per uccidere.”
Il suo sguardo era uno sguardo verso
l'infinito... lo sguardo di Benedetto XVI... “Non potevo credere”... dice suor
Benedetta ...“a quello che stavo sentendo”. Sentivo un grande dolore nel cuore
e una grande indignazione, ma ero lì seduta sul bordo del letto in totale
silenzio a scrivere come se fossi la segretaria del Papa e mi dicevo: “Che orrore
... Dio mio ! Che malvagità !”...Allora il Santo Padre mi ha guardato e mi ha
detto: “Sii forte e continua a scrivere... ho ancora molto da dire: tutto
questo già fa parte della storia... scrivi figlia”... ho detto: “L'ascolto
Santo Padre” ed egli ha continuato: “Da Papa ho sempre vestito la talare bianca
nella speranza che il mondo si rendesse conto che non mi ero mai dimesso e che
ero sotto pressione ad attuare e prendere decisioni per il bene della Chiesa.
Nelle poche comunicazioni che riuscivo ad avere usavo sempre un linguaggio
velato per non destare sospetti dei miei nemici che mi osservavano
continuamente e dovevo essere estremamente prudente... i miei nemici erano
molti e con molti microfoni.
Ora godo di una grande pace, perché
Dio è giusto e i suoi tempi sono perfetti... Sono tempi in cui molti pensano di
possedere la verità e di conoscerla. La Verità è una sola: Cristo ! E a lui
solo dobbiamo sempre rimanere fedeli, anche se ci costa la vita, come è successo
a me.
L'8 dicembre 2022, con un gesto di
fiducia e di buona volontà ho comunicato al mio segretario di aver scritto
diverse lettere e la mia ultima dichiarazione enciclica: MARIA CORREDENTRICE,
MEDIATRICE E AVVOCATA” ... Lo dissi molto incoraggiato dal mio predecessore il
grande San Giovanni Paolo II fedele difensore di Maria Corredentrice ai piedi
della Croce. Ho detto al mio segretario dove si trovavano; la sua sorpresa non
si fece attendere... mi disse: “Lettere ?” e allo stesso tempo mi disse con un
sorriso obbligato che mi ringraziava per il voto di fiducia; lo avvertii che
queste lettere erano confidenziali ed erano indirizzate principalmente al Governo
Centrale, la Curia Vaticana, alla Congregazione per la Dottrina della Fede e della
Liturgia, al Collegio Cardinalizio, ai signori Cardinali Gerhard Ludwig Muller
e Raimond Leo Burke, al Cardinale Zen, al Cardinale Robert Sarah, alla
Fraternità Sacerdotale di San Pio X e San Paolo. Ho redatto una lettera ai
sacerdoti e ai seminaristi, invitandoli a sforzarsi sempre di essere sacerdoti
esemplari animati da una preghiera costante e intensa coltivando la castità e
l'intimità con Cristo, sottolineando che il sacerdote deve essere conformato al
Cuore di Cristo e che solo così il ministero sacerdotale avrà successo e
porterà frutti apostolici, consigliando loro di non lasciarsi mai tentare dalla
logica della carriera e del potere... parole che spesso dicevo ai sacerdoti e
ai seminaristi. Infine li ho esortati a non commettere l'errore di dare la Comunione
in mano e a fare riparazione conforme alla richiesta della Madre di Dio. Ho
anche scritto delle lettere agli istituti di vita consacrata, ai giornalisti di
tutto il mondo e al mio buon amico teologo Giulio Colombi. Infine ho
indirizzato una lettera aperta al popolo di Dio...
Ho sottolineato a Georg che queste
lettere dovrebbero essere rese pubbliche tre giorni dopo la mia morte e lui mi
aveva dato la sua parola. Nel mio compito di imitare Cristo, il quale fino alla
fine ebbe con sé l'infido e perfido Giuda Iscariota riflesso dei traditori che
si sarebbero visti nella mia Chiesa, avevo anch'io Georg a cui fino all'ultimo
momento ho dimostrato affetto sincero, fiducia e pazienza, desiderando il bene
della sua anima, la sua conversione... sapendo che presto l'avrei visto
commettere il peggiore dei suoi tradimenti e il più grande degli omicidi.
Sicuro del tradimento del mio
segretario, ho scelto prudentemente di dare copie di queste lettere al mio
grande amico Giulio Colombi durante la sua ultima visita concessa per miracolo
di Dio attraverso il mio segretario Ganswein, dopo averlo pregato molto. Discretamente
e senza suscitare sospetti, ho rapidamente spiegato a Giulio ciò che stava
accadendo e gli chiesi di rendere pubblici questi documenti dopo la mia morte che
era imminente e di inviare copie a ciascuno dei membri del Collegio
Cardinalizio, affinché potessero a loro volta prendere decisioni corrispondenti
e dopo la mia morte convocare un legittimo conclave.
In riguardo a questo atto di fiducia
che avevo riposto nel mio segretario, egli comunicò segretamente e a tradimento
tutto a Francisco, sulle lettere e sull'Enciclica... l'Enciclica di Maria
Corredentrice che avevo scritto in cui ho proclamato dogmaticamente la Corredenzione
della Madre di Dio. Senza che se ne accorgesse, grazie al volume del suo telefono,
potei sentire Francisco che dava l'ordine di bruciare tutto e aggiunse: “Conviene
di non lasciare niente che possa essere compromettente” al che lui rispose: “Lo
farò” e riattaccò. Non si era accorto che avevo sentito tutto.... ma
attenzione... perché Giulio Colombi ha una copia di tutto ? Evidentemente il
sig.Henry, il direttore del programma di Radio Rosa Mistica, facendo questo
commento a questo momento, non era ancora informato che Colombi era morto... mi
sembra il 1°gennaio 2023 ...
Conoscendo il tradimento del mio
segretario Georg Ganswein e come ultima possibilità per lui di giustificarsi,
rivendicarsi presso Dio, gli ho espressamente raccomandato la lettera Enciclica
che ho finito di scrivere il 25 marzo 2022 di mio pugno, dove dopo tre anni con
i suoi giorni e le sue notti in profonda preghiera e chiedendo a Dio di
degnarsi di illuminare il suo servo con il suo Santo Spirito, conoscendo tutta
la documentazione completa e precisa che riposa negli archivi e che accompagna
questo nuovo dogma mariano, ho dichiarato solennemente e dogmaticamente il
ruolo rivelato alla Beata Vergine Maria come Madre Spirituale di tutti i popoli
sotto i suoi tre aspetti principali Corredentrice, Mediatrice e Avvocata che le
permettono di esercitare pienamente la sua Maternità spirituale, un dono che
suo Figlio Gesù Cristo le ha fatto sulla Croce per l'intera umanità di tutti i
tempi.
L'Enciclica diceva: “La Santissima
Vergine Maria è nostra Madre nell'ordine della Grazia, Corredentrice,
Mediatrice e Avvocata la cui maternità è universale raggiungendo tutti i popoli
e tutte le razze fin dalla creazione del mondo a partire dalla Redenzione
compiuta da suo Figlio Gesù Cristo. Oggi, più che mai, l'intercessione della Madre
di Dio è urgentemente necessaria di fronte alla crisi senza precedenti della Fede,
della famiglia, della società e della pace che segnano la condizione umana odierna.
Sono convinto che questa definizione papale della Maternità spirituale della Beata
Vergine Maria sarà un rimedio straordinario all'attuale crisi globale che minaccia
l'umanità di oggi” e l'ho firmato Benedictus Papa XVI p.p. Pastore dei Pastori.
Quando ho finito di scrivere questa lettera Enciclica mi è stato concesso un
segno dall'alto... in cuor mio ero certo che la mia carriera fosse giunta al
termine ... era l'ultima cosa che avrei fatto come Sommo Pontefice e che da
quel momento era iniziato il conto alla rovescia. Mi sentivo, in quel momento,
come l'omega che chiudeva un ciclo nella Chiesa e dava inizio a una nuova e
forte persecuzione religiosa.
Quell'ultima mattina, non riuscivo a
dormire... respiravo a fatica, le mie notti insonni diventavano sempre più
lunghe e non c'era da stupirsi, perché la situazione che stavo vivendo lo
meritava ... ero angosciato dalla situazione che la Chiesa stava vivendo, ma ero
consapevole che il Signore aveva tutto sotto controllo. Il mio stato d'animo
non era il migliore, mi sentivo stanco e molto sopraffatto, con tutto quello di
cui sapevo che stava accadendo, la confessione di Francisco che mi tormentava
giorno e notte e che mi era impossibile parlare, data la mia situazione e
soprattutto la segretezza della confessione sacerdotale che è inviolabile. Ero
tormentato di generare uno scandalo senza precedenti, la mia comunicazione con
il mondo era tenuta velata, era quasi un grido nel silenzio nella mia lunga e
dolorosa agonia. Poi era... quando il mio segretario Ganswein entrò nelle prime
ore del mattino, ... pensava che stessi dormendo, dato che avevo avuto diverse
nottatacce... era convinto di essere riuscito a ingannarmi per tutti questi
anni in cui eravamo stati costretti a vivere insieme. Per sua sorpresa, ero
sveglio, Stavo pregando il santo Rosario alla mia buona e dolce madre, mia
compagna in questo esilio, Maria Corredentrice... quale migliore compagna direi
... sempre fedele a suo Figlio Gesù Cristo ferma ai piedi della Croce...
Georg venne da me e mi disse:
“Santità non potete dormire? Devo darle questa medicina”... ero pronto e Dio mi
fece capire che era arrivato il momento di andarmene... allora lo fissai negli
occhi, mi guardò e distolse subito lo sguardo ... il suo sguardo era freddo
come quello di un cadavere... mi feci coraggio e gli dissi: “Georg, hai mai
pensato alla mia morte ?” Lui mi rispose: “No, no Santità”. Io gli dissi: “Dovresti
farlo ed esaminare spesso la tua coscienza... è molto salutare per l'anima...
la vita è molto breve e un giorno dovrai rendere conto della tua vita a Dio”...
e lui mi disse: “Santità, perché queste parole ?” In tono molto basso e con
grande difficoltà di respirazione gli risposi: “Ganswein, sei con me da molto
tempo e non mi conosci ancora... quello che devi fare, lo fai ora e senza
girare intorno... ma ricorda che un giorno dovrai rendere conto a Dio, non
dimenticarlo” e ci fissammo in silenzio. Poi il mio segretario si sorprese e si
rese conto che avevo scoperto il suo inganno e che alla fine era lui ad essere
stato ingannato... Allora mi fece la puntura e mi disse all'orecchio: “E' ora
di terminare la farsa” ... Ero pronto e in preghiera e contrariamente al suo
desiderio, ero in pace, quella pace che solo Dio può dare all'anima e gli
sussurrai: “Vi perdono tutti dal mio cuore” ed entrando nell'agonia, le mie
ultime parole furono: “Signore ti amo, tu mi conosci e sai che ti amo” e mi
sono addormentato come chi si addormenta tra le braccia di sua madre.
Durante tutto il mio doloroso
pontificato, intendo gli otto anni di esercizio attivo, e i quasi dieci di
attività contemplativa, sono stato sottoposto a dure critiche e umiliazioni, tutta
la mia vita è stata sottoposta al pubblico disprezzo senza pietà, ma
l'umiliazione più dolorosa l'ho ricevuta quando mi sono recato a Berlino e i
vescovi e i cardinali tedeschi si sono rifiutati di salutarmi. L'altra e più
grande umiliazione l'ho ricevuta il giorno del mio funerale dalla parte dei
miei carnefici.
Quando ho accettato di assumere il
Ministero Petrino il 19 aprile 2005, avevo questa ferma certezza che mi ha
sempre accompagnato, la certezza della vita della Chiesa attraverso la Parola
di Dio. In quel momento, come in qualche occasione, l'ho espresso in
pubblico...le parole che risuonavano nel mio cuore erano queste: “Signore,
perché mi chiedi questo ? E cosa mi chiedi ? E' un fardello pesante quello che
hai messo sulle mie spalle, ma se me lo chiedi, sulla tua parola getterò le mie
reti, fiducioso che tu mi guiderai anche con tutte le mie debolezze”.
Alla fine della mia vita, posso dire
che il Signore mi ha veramente guidato, mi è stato vicino... ho potuto
percepire la sua presenza quotidianamente... ho avuto momenti di gioia e di
luce, ma anche momenti non facili... mi sono sentito come San Pietro con gli apostoli
nella barca sul Lago di Galilea; il Signore ci ha dato molti giorni di sole e
di brezza leggera, giorni in cui la pesca era abbondante, ma ci sono stati
anche momenti in cui le acque erano agitate e il vento contrario come in tutta
la storia della Chiesa e il Signore sembrava dormire, ma ho sempre saputo che
il Signore era in quella barca e ho sempre saputo che la barca della Chiesa non
è mia, non è nostra... è sua e il Signore non la lascia affondare... è Lui che
la guida certamente anche attraverso gli uomini che ha scelto, perché così ha
voluto; questa è stata ed è una certezza che niente e nessuno può offuscare e
per questo oggi il mio cuore è pieno di gratitudine verso Dio, perché non ha
mai fatto mancare a tutta la Chiesa e a me la sua consolazione, la sua luce e
il suo amore.
Io ho amato tutti e ciascuno di voi
senza distinzione con quella carità pastorale che il cuore di ogni pastore,
specialmente del vescovo di Roma, successore dell'apostolo Pietro. Ogni giorno
ho portato ciascuno di voi nella preghiera con cuore di padre...voglio che il
mio saluto e il mio ringraziamento arrivino a tutti. Voglio che il mio cuore si
allarghi al mondo intero. Ora alla fine della mia carriera, posso assicurarvi
che il Papa non è mai solo... il Signore è sempre stato con me, con me si è
affaticato, con me si è riposato, con me ha gioito per l'abbondante pesca e con
me ha pianto. Tutto questo il mio cuore lo ha vissuto durante tutto il mio
pontificato, fino all'ultimo giorno della mia morte. Il mio sì è stato un
abbandono totale a Dio e alla sua opera redentrice... è stato un sì per sempre nel
Cuore Immacolato di Maria. Non ho mai abbandonato la Croce, come molti sostenevano,
ma sono rimasto in modo nuovo al fianco del Signore Crocifisso, saldo con Maria
ai piedi della Croce del mio Signore.
Ora vorrei chiederti un ultimo
favore... “L'ascolto Santità” rispose suor Benedetta...Voglio che pubblichi
questo scritto sui media senza omettere alcun dettaglio così come l'ho scritto,
perché tutto è di grande importanza per la Chiesa... non avere paura ...capisco
che è una missione delicata quella che ti sto chiedendo... posso fidarmi di te?
E la suora gli risponde: “Santità, certo che potete contare su di me... sarò la
sua segretaria se me lo permettete”. E lui le dice: Fallo e non temere le
possibili ritorsioni che questo scritto può generare... Voglio che arrivi alla
Curia Vaticana... a tutti e a ciascuno dei membri del Collegio Cardinalizio.
“Santo Padre, posso farvi una domanda ?” ... dice la suora e lui risponde: “Sto ascoltando” ... “Dopo la sua morte è stato reso pubblico un testamento spirituale presumibilmente suo... E' vero che è suo ?” Papa Benedetto risponde: Per quanto riguarda il mio testamento spirituale ti dirò che è stato pubblicato in forma incompleta. Ogni pontefice è libero di scrivere un testamento spirituale... Io ho voluto scriverlo in due parti; ho deciso di farlo a causa delle delicate minacce che incombevano su di me in quel momento e soprattutto a causa della minaccia di scisma all'interno della Chiesa. Era una situazione talmente complicata, che minacciarono addirittura di mettermi in prigione vera e propria se non avessi accettato le loro richieste. Pressioni che provenivano chiaramente dagli Stati Uniti e dal governo cinese. Questo fu il motivo per cui non riuscìì a scrivere un testamento completo... pensai di scriverlo in due parti: la parte che fu resa pubblica la chiamai “alfa”, mentre la seconda parte del testamento la chiamai “omega”. Questa seconda parte fu bruciata insieme alle lettere e all'Enciclica che avevo scritto... questa seconda parte è quella che ti ho appena dettato, perciò questo documento è di grande importanza ed è importante che lo porti alla luce. Questa missione richiede il tuo coraggio. “Capisco, Santità” ... dice la suora.
In questa Festa della Candelora,
desidero che in voi la Buona Novella sia vissuta, testimoniata e proclamata e
risplenda come parola di verità. Voi siete i parafulmini della Chiesa...
restate salde ai piedi della Croce insieme a Maria la Madre di Dio. Dite a
tutti che sono con Dio, vado ma resto, accompagnando la Chiesa nella sua purificazione
fino al Calvario, per essere abbellita con la stessa gloria dello Sposo.
Cari amici, Dio guida la sua Chiesa, la sostiene sempre e soprattutto nei momenti difficili. Non perdete mai questa visione di Fede, che è l'unica vera visione del cammino della Chiesa e del mondo... Che nel cuore di ciascuno di voi ci sia sempre la gioiosa certezza che il Signore è al nostro fianco, Egli non ci abbandona ... ci è vicino e ci riempie con il suo amore. Invoco su tutta la Chiesa la costante protezione di Maria Corredentrice e degli apostoli San Pietro e San Paolo e a tutti i Figli di Dio imparto con affetto la Benedizione Apostolica Pater et Filius et Spiritus Sanctus ! Amen !
“Santità”... dice suor Benedetta...
“e ora la sua firma”. Mi ha detto: “Scrivi Benedictus Papa XVI” La sua Santità
è scomparsa lasciando un tenue profumo di violette... “Il mio cuore” dice suor
Benedetta “si è riempito di una grande nostalgia e non ho potuto trattenere le lacrime,
perché avrei voluto abbracciarlo”. Ebbene immaginate cosa sto provando io...
sig. Henry: ho già fatto qualche commento in merito, posso solo dirvi grazie
per avermi accompagnato in questo programma.
Sia lodato Gesù Cristo ! Sempre sia
lodato !
TESTAMENTO OMEGA DI PAPA BENEDETTO XVI
Ricevuto da suor Benedetta della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023.
Introduzione alla pubblicazione privata e non ufficiale del testamento omega di Papa
Benedetto XVI.
Questo testamento è stato comunicato a suor Benedetta della Santa Croce membro della
comunità delle suore Francescane della Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023
sottoforma di dettatura durante un'apparizione di Papa Benedetto con la richiesta che venga
reso pubblico, in particolare che la Curia Vaticana e l'intero collegio cardinalizio ne vengano
a conoscenza; questa è una traduzione provvisoria e anonima basata sul testo audio del
sottocitato video di Radio Rosa Mistica Colombia.
La questione dell'autenticità deve essere decisa da chiunque si trovi di fronte a questo
testamento postumo di Papa Benedetto XVI, morto nel dicembre 2022: in esso vengono
rivelati fatti in parte estremamente scioccanti per la loro natura demoniaca e malefica, ma il
testamento è anche una magnifica testimonianza di una fede eroica in Gesù Cristo l'unica
Via, l'unico Redentore che secondo la Volontà di Dio dovrebbe incoraggiare tutti noi a
imitarlo.
Papa Benedetto XVI in varie frasi fa un chiaro riferimento al “misterium iniquitatis”, il
mistero dell'iniquità che ora, dopo la sua morte, quella dell'ultimo Papa, prenderà il suo
corso; con ciò e con la sua testimonianza della guida sovrana della Chiesa in questo tempo
di tribolazione da parte di nostro Signore Gesù Cristo che ha tutto sotto controllo, ci sta
preparando alla battaglia finale tra il BENE e il MALE che si concluderà con il trionfo degli
eletti, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria attraverso l'intervento di nostro Signore
Gesù Cristo.
A una mente umana, certo, non sarebbe venuto in mente di concepire l'esistenza di una
seconda parte del Testamento Spirituale di Papa Benedetto XVI, e per di più di utilizzarla
per proclamare solennemente il quinto Dogma Mariano come è stato fatto qui; in esso Papa
Benedetto dà testimonianza della Beata Vergine Maria come Corredentrice, Mediatrice e
Avvocata ed é convinto che la proclamazione di questo dogma sarà decisiva per superare la
grande crisi della Chiesa Cattolica. E' significativo che né suor Benedetta, né il signor Henry
direttore del programma di Radio Rosa Mistica Colombia fossero a conoscenza della morte
avvenuta il 1°gennaio di Giulio Colombi, l'amico 97enne del Papa; questo, così come gli
altri nomi corretti degli amici più intimi di Papa Benedetto, la menzione del Presidente
Obama come “mente” del colpo di stato contro il pontificato di Benedetto, nonché lo stile
letterario del testamento tipico per il Papa e certamente non imitabile da una semplice e pia
suora di una congregazione contemplativa, tutto ciò parla dell'autenticità di questo
Testamento Omega del Papa dettato dall'Eternità.
Una questione delicata sorge con la menzione esplicita della Fraternità Sacerdotale di Pio X
che non è ancora stata riunita canonicamente con la Chiesa Cattolica. Qui si potrebbe
sollevare l'obiezione di trattarsi di una possibile falsificazione per fare proselitismo dei
fedeli verso questa comunità; l'autore di questo commento, tuttavia, è giunto alla
conclusione che proprio in questo si manifesta la grandezza pastorale di Papa Benedetto
XVI che dal Cielo si preoccupa ancora della loro unità con la Chiesa e vuole evitare che si
allontanino ancora attraverso i falsi e adulatori compromessi con “Francesco”. Il fatto che al
nome della Fraternità Sacerdotale di Pio X sia stato aggiunto il nome “e di San Paolo” oltre
a quello di “Pio X” è al momento ancora enigmatico, ma potrebbe rapidamente rivelarsi un
indizio particolare dell'autenticità del Testamento Omega nel futuro prossimo.
Infine, questo evento è stato ufficialmente e correttamente predetto dalla nostra signora di
Anguera in Salvador (Brasile) nella sua apparizione del 6 gennaio 2015 e certamente, non a
caso, nell'esatto giorno dei futuri funerali di Papa Benedetto XVI: il messaggio n.4083 inizia
con le parole “Amati figli, l'Umanità sarà sorpresa dalla rivelazione fatta da un Re (il
Papa è un monarca)”. La pubblicazione ufficiale non tarderà ad arrivare e certamente
confermerà la reazione prevista dalla Madonna; altri messaggi della Madonna suggeriscono
anche la confusione e la divisione all'interno del Vaticano e del Collegio Cardinalizio in
seguito alla pubblicazione, il che non sorprende.
TESTAMENTO OMEGA DI PAPA BENEDETTO XVI ricevuto da suor Benedetta della
Santa Croce in Colombia il 2 febbraio 2023.
Questo testo è una trascrizione provvisoria fatta sulla base dei sottotitoli scaricabili su
GloriaTV (vedi link sopra).
Salve. Un cordiale saluto a tutti voi cari amici di questo canale di Radio Rosa Mistica
Colombia. Abbiamo un'informazione esclusiva di Radio Rosa Mistica Colombia e di questo
canale ed è un messaggio ricevuto in visione da suor Benedetta della quale abbiamo già
trasmesso messaggi molto precisi e che riceve messaggi dal Cielo; in questa occasione suor
Benedetta delle suore Francescane della Santa Croce ha assistito in visione testimone a un
racconto successo il 2 febbraio 2023 Festa della Candelora, durante l'offertorio della Santa
Messa, celebrata nel suo monastero da un sacerdote che non celebra in comunione con
Bergoglio; le suore francescane della Santa Croce, una testimonianza di Papa Benedetto
XVI che ci ha raccontato in un testo che abbiamo e anche in un audio che conserveremo per
la storia... giusto ? Leggo il testo e cercherò di non fare ulteriori commenti perchè un po'
lungo, inedito nel suo contenuto, perché Papa Benedetto XVI (l'ho già letto tre volte) spiega
la realtà all'interno del Vaticano che tutti noi sospettavamo ... se ciò avviene all'interno di
una Messa, al momento dell'offertorio, allora questo ha, suppongo, un grande valore.
Ebbene il 2 febbraio 2023 Festa della Candelora, durante l'offertorio della Santa Messa,
ecco il relato scritto di suor Benedetta:
Mentre il sacerdote incensava le offerte del pane e del vino, questo improvvisamente è
scomparso davanti ai miei occhi e quello che vedevo era Papa Benedetto XVI; era vestito
di paramenti bianchi e dorati, ha incensato le offerte e l'altare... poi si è girato per
incensare l'assemblea... è così che ho potuto vederlo chiaramente, perché all'inizio potevo
vedere solo le sue spalle... Stava celebrando la Messa Tradizionale... i suoi paramenti
erano di un bianco scintillante e sul suo petto c'era una croce pettorale di smeraldi e
sulla casula c'erano gigli ricamati in argento intrecciati con i Sacri Cuori di Gesù,
Giuseppe e Maria in oro scintillante. Sono rimasta scioccata nel vedere Papa Benedetto
XVI splendente, tutto il contrario di come l'avevo visto la volta precedente nei miei sogni,
il giorno del suo funerale; allora era vestito come un Papa, ma non aveva alcuno
splendore, era come un normale essere umano invecchiato con l'età, ...ma oggi l'ho visto
in modo diverso, oggi l'ho visto pieno di gloria, ringiovanito pieno di vigore... tutto in lui
risplendeva, non solo i vestiti, ma anche la sua pelle, come se la luce lo illuminasse
dall'interno... il suo volto sereno era quello di una persona giovane e allo stesso tempo
matura, sembrava molto concentrato incensando, poi nel canone ho ascoltato le parole di
Papa Benedetto XVI in perfetto latino secondo il Rito Straordinario cioè la Tradizionale
Messa Tridentina; la cappella era piena di incenso, di un colore squisito con una miscela
di mirra molto profumata... c'era una sensazione di santità nell'aria... credo che tutti i
presenti abbiano provato la stessa sensazione, c'era un santo timore di Dio... eravamo
tutti in soggezione, è stato molto solenne mentre Papa Benedetto XVI alzava la Sacra
Ostia consacrata nel Corpo del Signore; ho visto che molto incenso è stato elevato al
Cielo, ...a un'estremità dell'altare c'era un angelo, lo si vedeva vestito regalmente e