sabato 15 dicembre 2012

Anno della Fede n. 3 – Il Big Bang


ANNO DELLA FEDE N. 3 – IL BIG BANG
Credo in Dio, Padre Onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili…

Doveroso chiarimento: ritengo opportuno chiarire qualche dubbio postomi a seguito di queste lettere che esulano dall’argomento della fede per invadere il campo della scienza, come se compito del cristiano fosse solo quello di pregare Dio alla cieca, estraniandosi dal resto del mondo. Si tratta di argomenti accessibili a tutti, e non solo prerogativa per
esperti, come neppure io lo sono, argomenti che un credente di media cultura (come è ormai la maggior parte della gente) ha il dovere di affrontare, approfondire e almeno in buona parte risolvere, se non vuole cadere nelle solite trappole del nemico che vuole rendere sempre più insanabile, come detto, la spaccatura tra fede e ragione, tra Parola di Dio e parola della scienza, relegando i credenti, a forza di menzogne, nella categoria degli imbecilli.
Mio intento è solo quello di invogliare la gente a leggere almeno qualcuna delle opere evidenziate nelle note, perché, mentre parlano di scienza in modo chiaro e accessibile alla media cultura, sono aiuti formidabili per capire e gustare anche le verità della nostra fede contenute nel “Credo”, nella certezza che il Dio cristiano, Uno e Trino, non ci inganna chiedendoci di inginocchiarci davanti a Lui, piuttosto che davanti a ‘sua maestà’ Darwin, responsabile di aver eliminato il Dio vero per intronizzare ‘il caso’, cioè un assioma infondato e gratuito come unico artefice della vita. Non possiamo più accettare che cristiani impegnati per la nuova evangelizzazione, studenti, docenti, per non dire sacerdoti o Vescovi, continuino a difendere, anche se in buona fede, la teoria dell’evoluzionismo (che non è l’evoluzione) che nega la creazione, teorie che, soprattutto con le ultime scoperte del DNA e di quelle cosmologiche di cui accenneremo, hanno subìto una clamorosa sconfitta.
Io stessa, anni addietro, dopo aver letto qualcuna di queste opere e ascoltato opportune conferenze, (ricordo in particolare quelle assai incisive dei prof. Giancarlo Cavalleri e Francesco Grianti, docenti universitari di fisica generale e nucleare), ho dovuto in un certo senso riformulare con grande gioia il mio atto di fede, come una nuova, luminosa conversione, pur essendo sempre stata credente, perchè finalmente ho capito che la Parola di Dio è la stessa parola della scienza, però quella vera, e non quella strumentalizzata da falsi scienziati al fine di demolire la nostra fede cattolica. La cultura mondiale di tutti i tempi brulica di scienziati e umanisti credenti di altissimo livello, molti di essi cattolici, come ha segnalato in un libro molto interessante il prof. Francesco Agnoli: ‘Scienziati, dunque credenti!’.[1]
Ma chi ha il coraggio di citare questi illustri personaggi nelle nostre scuole, nei nostri seminari, nei nostri istituti teologici e religiosi, dove troneggia come verità assoluta l’abominevole e falsa figura dello scimmione che si alza un po’ alla volta su due piedi, come se questo fosse sufficiente per giustificare la differenza abissale che distingue l’uomo da qualunque altro essere vivente? Non solo biologica (c’è più informazione in una sola cellula umana che in tutte le cellule animali messe insieme), ma spirituale: il linguaggio, la coscienza di sé e dell’universo, lo studio, la libertà, il rapporto con il Trascendente, perché l’uomo è l’unico essere fatto a ‘immagine e somiglianza di Dio’, e destinato alla Vita Eterna.
Finchè nei Seminari e Istituti religiosi, nei vari studi teologici di tante diocesi italiane, si continua a dare spazio ai nuovi falsari, ai vari pseudo teologi alla “Vito Mancuso” che sono ascoltati e riveriti molto più del Papa, falsari che hanno trasferito al campo teologico le conseguenze assurde della teoria evoluzionista, negando il peccato originale, ci meravigliamo dei frutti che vediamo intorno a noi? Seminari e noviziati semideserti, gente che abbandona chiese e Messe, cercando aiuto presso le varie sette perché delusa dalla Chiesa cattolica, meglio detto, da certi falsari della Chiesa cattolica, falsari e traditori, che non hanno più nulla di vero e di santo da offrire, ma si barcamenano tra confusione, eresia e qualche pizzico di verità per confondere le coscienze.[2]
E come soluzione cosa propongono alcuni Vescovi? La riduzione delle Sante Messe nella speranza che almeno quelle che restano siano un po’ più frequentate, a tal punto che molti sacerdoti preferiscono celebrare solo una Santa Messa festiva, privilegiando nei giorni feriali altre attività. Massima stoltezza! È ciò che vuole la Massoneria la quale, dopo aver demolito tutti i baluardi della nostra fede: catechesi, morale, famiglia naturale, sacralità della vita, sacerdozio, ecc. adesso sta puntando i suoi cannoni contro l’ultimo baluardo che ancora regge: la Messa cattolica, nella consapevolezza che, meno Messe ci sono, più siamo esposti agli attacchi del nemico perchè meno grazie piovono dal Cielo, meno aiuti ci offre il Signore per le nostre necessità spirituali e materiali, finchè non saremo costretti ad arrenderci al loro piano diabolico che è quello di sottomettere l’umanità al Nuovo Ordine Mondiale, cioè a Satana. E sotto il dominio di Satana sono dolori acuti, qui sulla terra e, ancor peggio, nell’aldilà, perché non esiste una morale neutra, laica, che accontenta tutti in una pacifica fratellanza universale, come costoro vanno sbandierando: o si è con Gesù Cristo cioè con la Verità che è felicità, o si è con Satana, cioè con la menzogna che è disperazione.
C’è ancora tempo per reagire e per andare contro corrente con forza, in questo luminoso “Anno della Fede” voluto dal nostro amatissimo Santo Padre Benedetto XVI. Cristo ci aspetta sempre!

Le scoperte cosmologiche: il big bang

Affascinante oltre ogni immaginazione è la storia dell’universo che la scienza ci propone oggi perché l’assurdo è che proprio dalla scienza che voleva negare l’esistenza della creazione è stata invece fatta una scoperta a dir poco sensazionale che, guarda caso la coincidenza, si ravvicina in modo incredibile al concetto cristiano di creazione.
Questa scoperta, accettata da tutti per la sua evidenza, è stata denominata “big-bang”, dal fisico ateo Sir Fred Hoyle, che l’aveva così definita quasi con disprezzo perché la considerava troppo cristiana, in quanto presuppone un mondo originatosi dal nulla, quasi a coincidere con quella frase della Genesi “Fiat lux” pronunciata da Dio all’inizio della creazione, un mondo in cui moto, spazio e tempo hanno iniziato ad esistere in un momento ben preciso e potrebbero un giorno scomparire, fenomeni relativi e non assoluti, regolati da leggi fisiche ben mirate e non casuali, poste in essere da un Creatore, inteso come ‘Legislatore supremo’ o ‘divino Artefice’, conclusioni alle quali erano già pervenuti secoli addietro scienziati del livello di Copernico (1500), Keplero, e il grande Galilei (1600) e che oggi la scienza ha ulteriormente convalidato con i sofisticati strumenti di cui è in possesso.
I fisici dei nostri tempi, infatti, hanno potuto ricostruire con altissima precisione questi complicatissimi processi, soprattutto grazie alle scoperte ‘dell’estremamente piccolo’, fino all’interno delle componenti più infinitesime dell’atomo, a tal punto che uno dei più illustri docenti di astronomia e di storia della scienza della celebre università di Harvard, il prof. Owen Gingerich, considera la scoperta del cosiddetto “big-bang” uno dei tanti motivi scientifici per intravedere, dietro l’universo, un progetto divino.[3]
Per dirla qui in breve, nella speranza di suscitare abbastanza curiosità nei lettori da invogliarli ad approfondire meglio il tema attraverso i libri citati, si può dire che al momento del ‘big bang’ o grande esplosione iniziale, l’universo poteva avere la dimensione di una capocchia di spillo o anche meno, come una sfera incredibilmente compressa di materia e di energia a temperature elevatissime (mille miliardi di gradi circa) che si espandeva a una velocità di gran lunga superiore a quella della luce. Un minuto dopo il big bang, la temperatura dell’universo in espansione era scesa a circa 10 miliardi di gradi, tre minuti dopo a circa un miliardo di gradi che è la temperatura presente oggi all’interno delle stelle più calde. A tale temperatura le particelle che componevano la materia primigenia presero ad interagire fra loro e a trasformarsi negli elementi di cui è composta oggi la materia: idrogeno (77%) elio (23%) e da minute quantità di altri elementi. Ben diversa invece è la composizione di questi elementi sul nostro pianeta Terra, l’unico sul quale è possibile la vita, con buona pace dei sostenitori dell’esistenza dei marziani ai quali crederemo solo dopo averli visti e toccati con mano. [4]
Da queste premesse molti scienziati affermano che il nostro sole, dopo aver trasformato in elio tutto l’idrogeno del suo nucleo, si raffredderà e si dilaterà enormemente, inglobando tutti i pianeti ad esso più vicini, compresa la terra, per poi subire un processo inverso, dalla dilatazione alla contrazione fino a diventare una ‘nana bianca’. Sarà allora la fine del mondo? Sarà molto prima? Lo stesso Cristo non ce l’ha voluto dire nel Vangelo, ma una cosa è certa: la fine del mondo per ciascuno di noi avverrà nel momento in cui chiuderemo gli occhi a questa terra, per aprirli per sempre alla luce della Verità e dell’Amore che non avranno tramonto, per chi è stato fedele, o alla luce della punizione eterna per chi ha voluto scegliere il rifiuto di Dio per privilegiare le tenebre.
Probabilmente per alcuni da fastidio l’idea di un Dio giudice del nostro operato, perché si vorrebbe fare e disfare a piacere quel che si vuole senza il pensiero di Qualcuno che ci sovrasta, che vede tutto e che potrebbe anche punire le nostre cattiverie. Si può anche capire questa sorta di paura, che non è certo il ‘Santo Timor di Dio’, ma in tale caso, l’unico rimedio non è certo quello di rinnegare Dio, ma semmai fidarsi di Lui, del Dio cristiano che non ha solo i connotati di un Dio supremo, Creatore e giudice, perché è soprattutto Amore, e ama infinitamente le sue creature, le conosce una per una, e perdona le loro debolezze per chi si rifugia nella sua infinita misericordia.

La creazione dell’uomo.

La Bibbia narra, nel primo libro della Genesi, cioè origine, come Dio creò il mondo in sei giorni, nell’ultimo dei quali fu creata la coppia umana, Adamo ed Eva. Inoltre la Sacra Scrittura ci descrive la genealogia dalla comparsa della prima coppia ad oggi, nome per nome, attraverso patriarchi, re, profeti, uomini comuni e peccatori e perciò si calcola che in tutto siano passati non più di 10.000 anni. Questo sembra in contrasto eclatante con quello che ha sempre affermato la scienza, che fa risalire l’origine dell’universo a miliardi di anni fa, e la comparsa dell’uomo a milioni di anni fa.
A parte che quei ‘sei giorni’ della Genesi simboleggiano il succedersi dei lunghissimi tempi dell’evoluzione cosmica, come riferirono anche gli studi del grande astronomo Giuseppe Armellini 1887.1958, a parte questo, sta di fatto che studi scientifici sempre più sofisticati stanno valutando anche l’ipotesi (soprattutto attraverso lo studio dei fossili) che l’inizio dell’universo e soprattutto della Terra possa risalire a una data assai più recente, cioè che si tratti non di miliardi ma di milioni di anni fa, o forse anche meno.

Come per la comparsa del big bang, anche la data dell’inizio della vita umana sulla terra è oggi più che mai fonte di dibattiti accesi fra le stesse correnti creazioniste che si chiedono quando e in quale modo sia intervenuta l’azione di Dio nel mondo, se attraverso un intervento solo iniziale, o continuo o virtuale ecc. A tale riguardo non possono essere ignorate le ricerche di scienziati eccezionali del calibro di Mons. Pier Carlo Landucci, ad esempio, attualmente servo di Dio in concetto di santità, alle cui preziose opere rimando l’approfondimento di queste tematiche.[5]
Ma è altrettanto doveroso segnalare le scoperte sensazionali a cui sono pervenuti altri scienziati, per lo più americani e giapponesi, non credenti, di cui nessuno parla ufficialmente,a tal punto che sembra di essere tornati ai tempi delle catacombe dove bisogna vivere e diffondere la verità di nascosto, quasi in una catena di ‘passa-parola’, ‘pissi-pissi, bao-bao’, pena l’esclusione dalla lobby dei sapienti, per essere confinati in quella degli ignoranti marchiati a vita, che non avranno mai un futuro professionale. Questa è la realtà nuda e cruda, purtroppo!
Il fisico prof. Cavalleri, di cui ho parlato, si è preso la briga di raccogliere queste notizie, vagliarle e diffonderle citandone le fonti che noi qui brevemente segnaliamo. In un articolo sulla rivista ‘Le Scienze’ (n. 286 del giugno 92) i professori A.C. Wilson e R. L. Cann dell’università di Berkeley, hanno annunciato che: “I confronti genetici nello studio del DNA mitocondriale trasmesso solo per via materna, depongo a favore del fatto che tutta l’umanità attuale possa essere ricondotta per ascendenza materna a una sola donna che visse probabilmente in Africa circa 200.000 anni fa. (e non milioni di anni fa come si vorrebbe far risalire la comparsa del primo uomo). L’umanità moderna apparve in un unico luogo da una sola donna e da lì si propagò.”
Sensazionale è pure la scoperta che l’homo sapiens ha abitato per decine di migliaia di anni accanto a tipi umanoidi più arcaici (le cosiddette scimmie umanoidi, cioè i cosiddetti ominidi, che non erano uomini) senza però mescolarsi con essi, e vi sono testimonianze fossili che lo convalidano quali le scoperte effettuate nelle grotte di Qafzeh in Israele che indicano appunto che uomini di Neanderthal e uomini di tipo moderno vissero a fianco per 40.000 anni senza interscambio genetico.
Alla stessa conclusione è arrivato il paleontologo D.M. Waddle, il quale sulla rivista Natura (vol. 368 del 31.3.94) afferma che, studiando i più antichi crani di homo sapiens, il luogo di comparsa della nostra specie umana potrebbe essere o l’Africa Orientale, o il Medio Oriente, e non oltre 150.000 anni fa.
Studi e ricerche effettuate da parte di equipe di francesi del ‘Collège de France’ sul cromosoma Y che determinano l’appartenenza al sesso maschile, hanno stabilito che anche le linee di discendenza paterne riconducono a un singolo progenitore che potrebbe risalire a circa 250.000 anni fa (quindi, dentro gli errori sperimentali concessi, assai vicino alla data della prima donna).
Pure fantasie? Errori madornali? Probabilità da approfondire o da scartare come assurdità?
E’ logico che nel campo scientifico tutto è in continua ricerca ed evoluzione, ma allora perché non riportare semmai gli stessi dubbi anche alla intoccabile e quasi intramontabile teoria darwiniana che puzza ormai di logoro e di stantio? Di statico e di arcaico? Di menzogna più che di verità?
Questo confermerebbe quanto afferma la Bibbia sul peccato originale (senza del quale tutta la storia degli uomini risulterebbe incomprensibile) che non si riferisce dunque a una sorta di indefinita popolazione primigenia formata da una moltitudine di individui, come invitavano a pensare le scoperte iniziali della paleontologia e come ha proposto Karl Rahnner, ma proprio a un solo uomo e a una sola donna, come afferma la Bibbia.
Saranno poi i veri teologi a stabilire in che cosa realmente sia consistito il peccato originale, anche se la Bibbia dice chiaramente che si è tratto di superbia ‘diventerete come Dio’, che è l’eterno, intramontabile peccato di tutti i tempi e di tutti gli uomini che non accettano il dolcissimo ruolo di creature, di figli di un Padre amorosissimo e tenerissimo che ha preparato per loro le bellezze di questo nostro meraviglioso mondo che è la Terra in vista di ‘Cieli nuovi e terra nuova’ che non avranno mai fine, ma si ostinano a razzolare come galline che si beccano nel pollaio.

LE SCOPERTE BIOLOGICHE:  LA CLONAZIONE.

Quale scienziato nella pretesa di negare con tanta sicurezza l’intervento di Dio nella creazione , è stato finora in grado di creare o inventare nuove galassie o per lo meno qualche piccolo pianeta? Nessuno! Perché gli scienziati non inventano nulla ma scoprono leggi fisiche o biologiche o chimiche o altro che si trovano già in natura dall’origine dell’universo, grazie all’utilizzo di strumenti sempre più sofisticati e perfetti che permettono di conoscere cose che crediamo nuove, ma che in realtà sono antiche come il mondo. Ad esempio la scoperta del DNA ad opera del premio nobel Francis Crick non è una sua invenzione o creazione, ma è una realtà esistente in natura sin dall’origine della vita e di cui si è venuti a conoscenza solo da pochi anni grazie a nuovi strumenti inventati dagli scienziati, ai quali va comunque il merito di essere riusciti a scandagliare i misteri della natura per conoscerla meglio.

D’accordo, ma come la mettiamo con l’ingegneria genetica e la clonazione? Non è giunto il momento di ammettere che finalmente gli scienziati sono riusciti, alla pari di Dio se non meglio!! a costruire l’uomo in laboratorio, addirittura prolungandone la vita in una sorta di eternità sulla terra, e scegliendo perfino i connotati su ordinazione?

La clonazione, presentata con tono trionfalistico come se si trattasse della facoltà di creare l’uomo in laboratorio, “ex nihilo”, al di là del fatto che per ottenere ciò devono comunque partire almeno da un ovulo e un nucleo e non certo dal nulla; al di là del fatto che non si conoscono le reazioni psichiche che potrebbe avere un simile robot umano per lui e per l’umanità intera; al di là del pericolo rappresentato dal delirio di onnipotenza alla Frankstein che si propone di controllare la vita umana in un chimerico e deleterio desiderio di immortalità terrena, ecc. resta sempre il fatto che… a Dio non la si fa!
Infatti, il biochimico Erwin Chargaff, pioniere nei suoi studi sul DNA, afferma che, con la clonazione, qualora si ottenessero le stesse, identiche caratteristiche fisico-biologiche del donatore, il cervello risulta essere comunque unico e irrepetibile, e inoltre diverse sarebbero gli ambienti e situazioni in cui si verrebbe a trovare il nuovo ‘malcapitato clonato’, ergo… non abbiamo affatto la stessa persona che vive una specie di nuova vita ripetibile nel tempo a volontà, ma un nuovo essere, non si sa fino a che punto umano, o para-umano, comunque un povero essere che agisce con la sua libertà e il suo cervello, con gravi rischi comportamentali, però, perché l’uomo non è solo il risultato di un composto organico ma assai di più, e far scaturire la vita dal gelo del laboratorio piuttosto che dal calore dell’amore, può avere conseguenze disastrose per tutti. I media esaltano i successi degli esperimenti ma tacciono sulle loro gravissime conseguenze, come per la pecora Dolly invecchiata precocemente nel giro di pochi mesi, sempre malata e deceduta in pochissimi anni.
E conclude nel suo libro “Il mistero impenetrabile”: “La vita e la morte bisogna lasciarle stare perché non dipendono dalla modalità di riproduzione che si vuole dare agli esseri umani. Gli orribili esperimenti di ingegneria genetica e di inseminazione artificiale mostrano che ci muoviamo su un piano spaventosamente inclinato. Perciò la scienza dovrebbe culminare in una contemplazione estatica della natura, e non in una lotta violenta contro di essa”. [6]

QUALI SCIENZIATI?  Mentre per il lungo elenco di illustri scienziati credenti invitiamo alla lettura del libro del prof. Agnoli già citato, una parola speciale la vogliamo spendere per due personaggi eccezionali e ancora poco conosciuti: FERNARD CROMBETTE e NICOLO’ STENONE.

Fernard Crombette, nato in Francia nel 1880 e morto in Belgio, novantenne, nel 1970. Un vero genio che ha composto una trentina di opere nel campo della decifrazione della lingua egizia, ittita, etrusca, cretese, copta, atzeca, opere di fisica, astronomia, geografia della terra antica e moderna, geologia, studi sulla ricostruzione della storia biblica da Adamo in giù attraverso lo studio dell’onomastica e la decrittazione dei geroglifici egiziani e del copto. L’ultima sua opera è stata una lettura approfondita della Genesi traducendo il testo direttamente dall’ebraico antico. Profondamente credente, ha dato vita ad una Associazione internazionale di studiosi e scienziati cristiani (CESHE) che si propone di riconciliare scienza e fede, proprio attraverso l’approfondimento di entrambe le discipline attraverso le lingue antiche. [7]

Niccolò Stenone. Nel panorama scientifico del seicento, Niels Steensen, Niccolò Stenone, (1638-1686) è una delle personalità più affascinanti e geniali di quel secolo, peraltro già nobilitato da personaggi di alto livello quali Keplero, Newton, Galilei, Cartesio ecc. A renderlo tale non sono solamente le sue scoperte fondamentali in anatomia (il dotto salivare, detto di Stenone, ghiandole, muscoli, cervello) e in altre discipline (è considerato il fondatore delle geologia e per molti aspetti, della paleontologia e della cristallografia), ma soprattutto le sue qualità di uomo, di scienziato e di credente. [8]
Stenone nasce in Danimarca da genitori orafi, convinti luterani. La sua passione è l’anatomia, perciò si iscrive all’università di Copenaghen. È un instancabile viaggiatore, uomo versatile, minuzioso ricercatore, amico di principi e studiosi altrettanto tenaci, quali Jan Swammerdan, fondatore dell’entomologia che intende scrivere un libro sulle api per dimostrare la saggezza del Creatore. Così anche Stenone, assieme alla passione per la natura, coltiva un profondo senso religioso come fervente luterano. I suoi studi lo portano poi in Italia, precisamente a Livorno dove è attratto da amici di grande cultura e ferventi cattolici, Viviani, Redi ecc. che gli fanno cadere i pregiudizi negativi nei confronti della chiesa cattolica. Qui continua i suoi studi spaziando tra discipline scientifiche e teologiche e compone un’opera di carattere scientifico ‘De solido’ nel quale affronta anche questioni bibliche e di fede.
Un momento particolare gli tocca profondamente il cuore: la processione del Corpus Domini a Livorno, da dove nasce la sua conversione al cattolicesimo aiutata dalla figura ascetica del gesuita Paolo Segneri e da alcune nobildonne toscane profondamente credenti. Trasferitosi poi a Firenze e accolto con grande ammirazione soprattutto dai Medici, continua i suoi studi, soprattutto teologici in vista dell’Ordinazione sacerdotale che avverrà a Firenze nel 1675. Inviato poi dal Papa Innocenzo XI presso i suoi concittadini, trova molte ostilità e umiliazioni perché lo accusano di ‘resa al papismo’, a tal punto che gli viene precluso l’insegnamento all’università. Qui non solo risponde con garbo e fermezza parlando del Papa, dell’Eucaristia e della Chiesa, ma si batte anche per ridurre la pressione fiscale del suo popolo e per risollevare le famiglie povere con opportune iniziative.
Chiamato a Roma per la consacrazione episcopale, vi si reca a piedi alla stregua di un pellegrino penitente, e accetta poi di buon grado il compito di trasferirsi nella Germania del Nord per occuparsi delle piccole comunità cattoliche sparse tra i protestanti dove percorre a piedi e con molta fatica città e villaggi per incoraggiare alla fedeltà i pochi cattolici rimasti. Gli ultimi anni sono molto duri, vive in condizioni estreme, vende perfino l’anello vescovile e la croce d’argento per aiutare i poveri. Dorme poco, digiuna, lavora, prega e sogna di tornare alla sua amata Firenze, ‘exul immeritus’ come Dante.
Muore a Schwerin a soli 48 anni, e gli stessi luterani accolgono infine con devozione la sua salma nella loro chiesa, pieni di ammirazione. Cosimo III dei Medici, suo amico e protettore, farà giungere la sua salma a Firenze dove è sepolto nella basilica di San Lorenzo e dove la gente, tra cui molti studenti, lo onora e venera come santo chiedendogli grazie con centinaia di bigliettini posti sul suo sarcofago. Giovanni Paolo II lo ha beatificato nel 1988 e la sua festa liturgica cade il 5 dicembre.
Terminiamo con una sua significativa preghiera:
O Signore, tu,
senza il cui beneplacito
né un capello del capo,
né una foglia dell’albero,
né un Uccello del cielo,  cade.
Né il pensiero allo spirito,
né la parola alla lingua,
né l’azione alla mano,  riesce,
Tu mi hai guidato
per sentieri a me sconosciuti.
Guidami ancora in futuro
sul sentiero della grazia,
sia che io veda,
sia che io non veda. Amen

                                                                                                                                                (Nicolò Stenone)


NOTE


[1] F. Agnoli, Scienziati, dunque credenti, Come la Bibbia e la Chiesa hanno creato la scienza sperimentale, ed. Cantagalli
  F. Agnoli, Dio, questo sconosciuto, riflessioni su scienza, storia e morale. Ed. Sugarco
[2] A. Gnocchi, M. Palmaro, La Bella Addormentata, Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è entrata in crisi, perché si risveglierà, ed. Vallecchi.  -  ‘Io speriamo che resto cattolico’, Nuovo manuale di sopravvivenza contro il laicismo moderno, ed. Piemme
[3] Owen Gingerick, Cercando Dio nell’universo, Lindau 2006.
[4] Corti, Cavalleri, Scienza e fede, ed. Mimep Docete. (E’ un sintetico trattato, molto chiaro e alla portata di tutti).
  Stephen Hawking, dal big bang ai buchi neri, ed. Rizzoli.
  Antonino Zichichi, Perché credo in Colui che ha fatto il mondo, ed. Il Saggiatore.
  Giancarlo Cavalleri, L’origine e l’evoluzione dell’universo, ed. Tecniche Nuove, Milano.
   Griscia Bogdanov, Jean Guiton, Dio e la scienza, ed. Bompiani.
   F. Agnoli, A. Pertosa, Contro Darwin e i suoi seguaci, (Nietzsche, Zapatero, Singer, Veronesi, Odifreddi…) ed. Fede & C.
   Massimo Pelliconi,  Diventerete come Dio, la bioetica e l’attualità della primordiale tentazine, ed. Itaca
   Umberto Fasol, la creazione della vita, disegno intelligente o beffardo scarabocchio?, ed. Fede & Cultura.
   Stanley L. Jaki, Disegno intelligente?, ed. Fede & Cultura
   Tommaso Scandroglio, La legge naturale, ed. Fede & Cultura.
[5] Pier Carlo Landucci, la verità sull’evoluzione e l’origine dell’uomo, ed La Roccia, 1984.
   Pier Carlo Landucci, il mistero dell’anima umana, ed. Assisi 1952
   Per Carlo Landucci, Centro problemi di fede, ed. Assisi1953.
[6] Erwin Chargaff, il mistero impenetrabile.
[7] Guido Landolina, la genesi biblica fra scienza e fede, ed. Segno, 1° vol. (www.ilcatecumeno.net)
[8] Alan Cutler, La conchiglia dei diluvio. Nicolò Stenone e la nascita della scienza della terra, Il Saggiatore
  Giov. Paolo II, Omelia e discorso in occasione della beatificazione di Niels Steens, Roma 23.10.1988.
  Giov. Paolo II, Insegnamenti XI,3 (1988) pp. 1304-1311  e  pp. 1315-1318

3 commenti:

  1. "Perché gli scienziati non inventano nulla ma scoprono leggi fisiche o biologiche o chimiche o altro che si trovano già in natura dall’origine dell’universo"

    E tutta la matematica che conosciamo non è stata inventata dagli scienziati?

    RispondiElimina
  2. "[...] pianeta Terra, l’unico sul quale è possibile la vita, [...]"

    Per poter affermare questa frase il genere umano dovrebbe conoscere esattamente tutti i pianeti esistenti, che sono esistiti e che esisteranno e in nessuno di quelli (escludendo la Terra) riscontrare le caratteristiche indispensabili per poter vivere; per cui quello che dice in questa frase è falso o per essere corretti non vero, per le conoscenze che abbiamo.
    A maggior ragione quando si trovano ricerche come questa: http://phys.org/news/2012-07-potential-habitable-exoplanets.html.

    RispondiElimina
  3. Grazie Patrizia per il tuo impegno per la verità.

    RispondiElimina