mercoledì 7 marzo 2018

Le tre religioni monoteiste

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1.    LE TRE RELIGIONI MONOTEISTE HANNO LO STESSO DIO? NO!!! 

 Non è la prima volta che Papa Bergoglio, ricevendo gruppi di varie confessioni o associazioni, come ad esempio i rappresentanti della Croce Verde sabato 27 gennaio, rifiuta di impartire la benedizione cattolica pronunciando invece una specie di benedizione sincretista, non certo nel nome di Dio, “Padre Figlio e Spirito Santo”, bensì nel nome di un solo Dio, “Padre di tutti gli uomini e di tutte le confessioni religiose”. Che Dio possa essere padre di tutti gli uomini intesi come
sue creature in senso lato, potrebbe anche starci, ma che tutte le confessioni religiose abbiano un solo Dio è completamente falso, anzi piena negazione di una delle più importanti verità della nostra fede: la figliazione divina che si consegue solo col Sacramento del Battesimo, sigillo di Dio per i suoi figli.

Gli ha fatto eco in questa sorta di benedizione “urbi et orbi” anche l’Osservatore Romano del 31 gennaio 2018 dove, a pagina 7, dice così “Una sola casa per tre religioni secondo il progetto House of One” che si propone di riunire in un unico tempio le tre religioni monoteiste”. Questo progetto non è altro che un sincretismo delle tre religioni cosiddette “monoteiste” affinchè si realizzi la “religione universale” progettata da secoli dalla gnosi esoterica e dal “Nuovo Ordine Mondiale” massonico.

A questo progetto di distruzione della fede cristiana, che in pratica annulla i dogmi, la dottrina e, in ultima o prima istanza, tutto il cristianesimo, eliminando lo stesso Gesù, vero uomo e vero Dio, si oppongono con forza non solo i cattolici, ma tutti i cristiani che non si riconoscono affatto in questa specie di “globalizzazione dello spirito” e non hanno alcuna intenzione di pregare nello stesso tempio accanto a un islamico, per esempio, ma neppure a un ebreo. Il primo perché un abisso di differenze ci distingue dall’Islam che non fa alcuna distinzione fra ordine civile e religioso, tanto per citare solo una differenza essenziale, e il secondo, l’ebreo, perché, pur avendo in comune buona parte del Vecchio Testamento, non ha ancora riconosciuto in Gesù Cristo il Figlio di Dio, unico Salvatore del mondo, rifiutando Lui e tutto il Nuovo Testamento, tranne alcuni gruppi particolari.

Come risposta, riportiamo il cosiddetto “Pensierino della sera” di don Ferdinando Rancan, deceduto in odore di santità lo scorso anno, cioè frasi ben mirate ed estrapolate da alcuni suoi libri, scelti come risposta all’argomento che si vuole trattare.

“Dio non ha lasciato gli uomini nell'ignoranza e nemmeno nella confusione e nell'incertezza riguardo alla verità primaria e fondamentale della nostra vita. Non ci ha lasciati in balia di un Dio vago e generico che appaghi i desideri di tutti. Dio ha voluto andare oltre la natura e con la Rivelazione ci ha aperto gli orizzonti sconfinati della sua realtà divina e le meraviglie compiute dal suo amore. Questa Rivelazione ci fa conoscere le due Verità fondamentali della nostra fede: l'Unità e Trinità di Dio; l'Incarnazione, la Passione, la Morte e la Risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. È questa la fede cristiana. Una fede che non solo illumina il nostro intelletto, ma stabilisce tra noi e l'unico vero Dio un rapporto nuovo, soprannaturale, divino e umano nella Persona del Figlio di Dio: Gesù.
Tratto da "il senso del vivere".

Questa Rivelazione divina cristiana non è un optionall qualunque a cui aderire o meno, ma è fortemente vincolante, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di conoscere e abbracciare la fede cristiana, la quale va difesa con tutte le forze a costo del martirio. Ricordiamo recentemente l’eroica donna “Asia Bibi” pakistana, da nove anni in un carcere durissimo senza finestre solo per aver dichiarato a delle vicine musulmane la sua fede in Gesù. Condannata a morte per impiccagione ma poi commutata in carcere durissimo. Da notare che due suoi difensori pakistani sono stati uccisi proprio per aver osato difendere una cristiana, Asia Bibi, e gli assassini sono stati protetti e lodati a motivo di questa loro “ideologia religiosa” che li rende ciechi e che nulla ha da spartire con l’unico vero Dio. Questo è l’Islam, non quello estremista, ma quello comune, ufficiale, riconosciuto legalmente. E noi dovremmo pregare assieme a loro nello stesso tempio? Ma qui, oltre che perdere la dignità e il ben dell’intelletto, ci stiamo giocando l’anima per tutta l’eternità. Il cristiano riconosce innanzitutto come vero Dio e vero uomo Gesù Cristo, unico Salvatore e per conservare e testimoniare questa fede nell’unico, vero Dio che è “Padre, Figlio e Spirito Santo”, per Rivelazione divina, deve essere disposto a tutto, anche alla morte. Altrimenti a cosa è servito il sacrificio della propria vita di milioni di cristiani in tutto il mondo che hanno rifiutato di abbracciare altri “dei”? Questa nostra vita sulla terra passa in fretta… poi viene la Vita Eterna per sempre.

2.    LE TRE RELIGIONI MONOTEISTE HANNO LO STESSO DIO?

Ebrei, Cristiani e Musulmani: sono tutti figli dello stesso Dio?
Assolutamente NO! Vediamo il perché.


Il Dio dell’Islam

La gente è convinta che Ebraismo, Cristianesimo e Islamismo derivino dall’unico Patriarca Abramo, al quale Dio ha affidato la promessa attraverso i due figli: Isacco, figlio della moglie Sara, e Ismaele, figlio della schiava Agar, perché a entrambi Dio avrebbe dato la sua benedizione facendoli capi di numerose Nazioni. In realtà le benedizioni sono molteplici e per varie circostanze, ma quella messianica è una sola, per una sola persona, un “eletto”, in un certo senso, e Dio l’ha data ad Abramo il quale l’ha trasmessa solo a Isacco, per comando di Dio, il quale l’ha trasmessa al figlio Giacobbe, sempre per volere di Dio, e non a Esaù, nonostante fosse il primogenito. Lo stesso Giacobbe poi, trasmise la benedizione messianica a uno solo dei suoi dodici figli, (pur amandoli tutti indistintamente), non al primogenito Rubens, e neppure al ben noto Giuseppe, che portò il popolo in Egitto, ma solo a Giuda, per ispirazione diretta di Dio, perché si adempisse la Scrittura secondo cui da quella discendenza sarebbe venuto il Re Davide e poi Gesù Cristo.
    Si tratta infatti di benedizioni particolari, quasi un’Investitura divina, come le Unzioni per i Re, in un certo senso, che a quei tempi aveva un significato assai particolare perché legato anche a un ben preciso mandato di provenienza divina, quello messianico, appunto. In tutti i casi, se consideriamo la successione dal punto di vista etnico, cioè della discendenza carnale, quella genealogica, diciamo, i discendenti di Isacco, figlio della promessa che Dio fece ad Abramo, sono gli Ebrei, ma i discendenti dell’altro figlio di Abramo, Ismaele, figlio della schiava Agar, al quale pure Dio promise protezione e lunga discendenza, chi sono? 

Molti a questo punto pensano che i discendenti di Ismaele siano i palestinesi-musulmani, e che pertanto facciano anch’essi parte dell’unico Padre Abramo e delle promesse messianiche di Dio, invece niente di più sbagliato!  I discendenti di Ismaele secondo il sangue, come razza, sono le diverse etnie arabe che avevano elementi di religione ebraica e pagana, mentre i musulmani non discendono affatto da Ismaele, ma da Maometto, il fondatore dell’Islam, (anno 570 circa) che ha creato una frattura insanabile con la religione ebraica e cristiana presente a quei tempi in Arabia, un guerriero violento e passionario che, nell’intento di ricondurre idolatri e pagani al Dio dell’Islam, Allah, in realtà fece della sua “missione” una guerra continua, una vera carneficina, vantandosi di aver sgozzato alle porte di Medina oltre 700 ebrei che rifiutavano di convertirsi, e obbligando i suoi seguaci a fare altrettanto attraverso la cosiddetta “Jihad”, “la guerra santa” che egli stesso ha voluto stigmatizzare nel Corano come indiscutibile volontà di Dio. Lo stesso Maometto che si vantava di avere ottenuto da Dio il permesso di avere venti mogli, mentre i fedeli possono averne al massimo quattro. Questi “dettagli” ed altri simili, non sono da sottovalutare se ci si vuol fare un’idea dell’Islam e di Maometto.
Il messaggio dell’Islam è trasmesso dal Corano, suddiviso in 114 capitoli, o sure, e dalla Sunna che, insieme ai detti e racconti di Maometto, costituiscono la shari’a islamica, che è la legge, cioè la costituzione dei musulmani, l’unica fonte del diritto islamico, religioso, civile, politico legislativo e quant’altro: tutto ciò che vi si oppone è nullo, e chi osa contraddire, merita la morte.
Il “Dio” dei Musulmani, dal nome arabo “musliman”, musulmano, cioè aderente all’Islam (Islam a sua volta significa sottomesso) è un “monarca-assoluto”, inaccessibile e solitario che esige punizioni terribili per chi infrange la legge e tributi di sangue per tutti gli infedeli, un “Dio” che premia i suoi credenti con sensualità e gozzoviglie di ogni tipo in un ipotetico paradiso dei godimenti perenni che solo la fantasia di Maometto poteva inventare. 
Pertanto il Dio islamico non è assolutamente lo stesso Dio del padre Abramo.
Quando nel Corano si parla di un Dio misericordioso, nulla ha da vedere con la misericordia del Vangelo, di un padre che ama il figlio molto al di là dei suoi meriti, anche nei peccati, lo perdona e attende il suo ritorno. La misericordia di Allah è quella di un imperatore che alza il pollice in alto invece che in basso a salvare da morte il gladiatore ferito. Tutti applaudono alla sua “misericordia”, ma siamo su di un altro pianeta. Il Corano, praticamente incomprensibile, è invece chiarissimo riguardo alla guerra che i musulmani devono ingaggiare contro gli infedeli, e presenta come eccezione straordinaria una grande considerazione di Maria, o meglio della sua purezza assoluta, come madre del profeta Gesù, ovviamente, e non come Madre di Dio. Si pensa che questa tradizione orale sia stata trasmessa a Maometto dai cristiani presenti a quel tempo in Arabia e che possa costituire, come diceva recentemente il Vescovo di Beirut, un “elemento di unità” quasi miracoloso sul quale fare leva per impetrare da ambo le parti l’aiuto della Madonna soprattutto nella difficilissima impresa del dialogo e della convivenza pacifica.

Il Dio degli Ebrei

Visto che noi cristiani proveniamo dalle radici giudaiche e attingiamo tutti al Vecchio Testamento, possiamo dire di avere almeno con gli Ebrei lo stesso Dio dell’Alleanza? Vediamolo brevemente.
•    Al popolo ebraico, il popolo della promessa che viveva in ambienti idolatri, Dio si è rivelato, attraverso Abramo, Mosè e i Profeti, proclamandosi l’Unico, vero Dio, “IO SONO” e, mentre da una parte gli dimostrava la sua predilezione proteggendolo contro i suoi numerosi nemici, nel contempo esigeva dal suo popolo adorazione e obbedienza, in vista di una missione specialissima alla quale era stato chiamato per volontà di Dio: la venuta del Salvatore del mondo, un Ebreo, figlio di Ebrei, della discendenza di Davide!
Sappiamo dalla Storia Sacra come il “popolo eletto” fu comunque anche più volte punito dallo stesso Dio soprattutto quando si macchiava del peccato di idolatria, tant’è vero che a motivo dell’idolatria gli Ebrei subirono la punizione più terribile, la deportazione in Babilonia dalla quale furono liberati grazie al re Ciro. Tornati a Gerusalemme, ricostruirono il tempio e le mura, nell’attesa della realizzazione della “grande promessa”, cioè l’avvento del Messia, ma essi non hanno voluto riconoscerlo in Gesù di Nazareth.
    Nel Vangelo Gesù Cristo conferma la validità di tutto il Vecchio Testamento con le sue parole e con la sua stessa vita, citando più volte Abramo, Mosè e i profeti davanti ai Farisei increduli, addirittura apparendo davanti agli Apostoli nella trasfigurazione assieme a Mosè e ad Elia, come segno di continuità con il passato del popolo ebraico. “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento” (Mt, 5,17).
Forti di questa consapevolezza, gli ultimi due Papi, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno cercato un riavvicinamento col popolo ebraico attraverso visite alla sinagoga laddove, facendosi carico con grande umiltà degli errori di molti, hanno chiesto perdono in particolare per le mancanze dei figli della Chiesa se in qualche modo hanno potuto favorire le piaghe dell’antisemitismo.

•    Tuttavia Gesù Cristo, nel confermare la continuità, mette anche in risalto con fermezza la distinzione, data dalla “novità assoluta” costituita dalla sua Presenza Divina come Figlio di Dio, un tutt’uno con il Padre dal cui amore promana lo Spirito Santo: la Santissima Trinità, cioè un solo Dio in Tre Persone divine! Rivelazione davvero sconvolgente e vincolante per la salvezza eterna. Prima di ascendere al cielo, Gesù disse agli apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate, dunque, e fate miei discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo!” (Mt. 28,16)  Da quel momento gli Ebrei dovranno adorare l’unico Dio in Tre Persone perché il Dio del Vecchio Testamento si è rivelato in Cristo e ha parlato di sé proclamando la sua piena unità con il Padre e lo Spirito Santo “Io e il Padre siamo una cosa sola, il Padre è in me e io sono nel Padre” (Gv. 10,30).

E quando i Giudei, increduli, per sfidare Gesù gli ricordano che loro discendono da Abramo e hanno Dio come padre, Gesù risponde loro “Se Dio fosse vostro Padre mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo. (…) Perché non potete dare ascolto alle mie parole VOI CHE AVETE PER PADRE IL DIAVOLO e volete compiere i desideri del padre vostro. (…) Abramo, vostro padre esultò nella speranza di vedere il mio giorno, lo vide e se ne rallegrò”. Gli dissero allora i Giudei “Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?” Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico “prima che Abramo fosse, io sono”.(Gv.8,31-59)
Forte e terribile questo brano di Giovanni, dove Gesù appare in tutta la sua maestosità, autorità e potenza. Pur essendo egli stesso ebreo, tuttavia non esita a definire i suoi connazionali “figli del diavolo” e non figli di Abramo, perché?  Dio non ha rotto l’alleanza con i figli di Abramo però, con l’avvento di Gesù Cristo e soprattutto con la sua Morte e Risurrezione, il “Dio di Abramo” è ormai solo nella fede in Cristo e pertanto qualunque parentela o discendenza è solo di ordine spirituale. Si possono definire “figli di Abramo” solo coloro che nascono alla fede in Cristo, pertanto anche i pagani che si convertono a Cristo, cancellando definitivamente il valore della successione carnale, etnica per privilegiare solo quella della fede in Lui, aperta a tutti gli uomini di tutte le razze.
“Abramo vide il mio giorno e se ne rallegrò” ha affermato Gesù. Com’è possibile se Abramo è vissuto circa duemila anni prima di Cristo? San Tommaso da questa risposta: “Era necessario che il mistero dell’Incarnazione di Cristo in qualche modo fosse creduto da tutti, diversamente, a seconda dei tempi e delle persone…” (S Tommaso D’Aquino, Summa Theol” II, q.2-7).  Quindi anche Abramo, Mosè, Davide e i Profeti dell’Antico Testamento si sono salvati non per le opere della Legge e neppure per la fede in un unico Dio, MA PER LA FEDE IN CRISTO, cioè per la fede nel Dio Trinitario. Pertanto, pur avendo le stesse radici e lo stesso Vecchio Testamento, ciò che fa la differenza è l’atto di fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, che gli Ebrei non hanno ancora compiuto come popolo ma solo singolarmente come individui o piccoli gruppi sin dai tempi di Cristo fino ad oggi. In tutti i casi noi cristiani siamo incomparabilmente più vicini al Dio degli Ebrei che a quello dei musulmani, ovviamente, non solo come fede ma anche come cultura, costumi ecc.

Il Dio dei Cristiani “Padre, Figlio e Spirito Santo”. Un solo Dio in Tre Persone

Alla luce di quanto detto, ne deriva che per i cristiani l’unico vero Dio è Colui che si è manifestato in Gesù Cristo, Figlio di Dio, circa duemila anni dopo Abramo e che ha rivelato l’essenza più intima e peculiare della natura divina: Tre Persone in una sola Natura: Padre, Figlio e Spirito Santo, cioè la Santissima Trinità, inconcepibile per gli Ebrei, bestemmia per i musulmani.
Quel Gesù Cristo che si è incarnato nel seno della Vergine Maria, che ha dato le prove della sua divinità, che ha parlato di Dio come Padre, che lo ha fatto conoscere come Amore, identificandolo col Figlio a tal punto che anche il Figlio è venuto sulla terra per Amore, e solo per Amore ha dato la sua vita per gli uomini, quel Cristo che è risorto e che ha promesso anche per noi la risurrezione dai morti è un fatto storico, reale, meraviglioso, a dir poco sconvolgente che esige da ciascuno di noi un preciso e consapevole atto di fede, in quanto non siamo di fronte a un sistema religioso tra gli altri che prevede delle verità in cui credere e dei riti da celebrare, ma ci troviamo di fronte a una Persona Divina, Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo”.
Perciò chi adora Gesù Cristo adora anche Dio, e chi non adora Gesù Cristo non adora assolutamente Dio, come ha espresso Giovanni Paolo II nell’Enciclica “Redemptor hominis” laddove afferma che: “Gesù Cristo è il centro di tutta la storia e di tutto il cosmo” 
Ecco perché manipolare la figura di Cristo è un “deicidio”, un grave peccato contro lo Spirito Santo che potrebbe avere delle conseguenze terribili per tutta l’umanità! Se si esclude Gesù Cristo, o lo si considera solo un Profeta, o lo si confonde con altre divinità si vanifica la stessa Redenzione, tutto il Nuovo Testamento, l’Amore divino, lo Spirito Santo, la Santissima Trinità, si esclude la Chiesa da Lui voluta, il Sacerdozio, i Sacramenti, insomma si esclude lo stesso Dio.  E senza Dio l’uomo perde sé stesso.
Per concludere prendiamo come punto di riferimento il “Prologo del Vangelo di S. Giovanni” cap. 1,9-14 che riporto “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Egli era nel mondo e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. Venne fra la sua gente ma i suoi non l’anno accolto. A quanti però lo hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi…” Si evince chiaramente che sono figli di Dio solo coloro che “sono stati generati da Dio stesso” e non dalla carne. Come? Attraverso il Battesimo. Chiarissimo!!!

Conclusione

“Le religioni in sé non salvano, poiché procedono dalla religiosità naturale insita in ogni uomo, non hanno la forza di redimere, non sono salvifiche come non lo è tutto ciò che nasce dall’uomo, dalle sue forze naturali. Tuttavia, la religiosità naturale unita alla buona fede e sostenuta dalla retta coscienza, può costituire un valido presupposto affinchè la Grazia, scaturita dal sacrificio della Croce, possa operare anche sull’uomo non cristiano la salvezza di Cristo”. 

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