domenica 15 agosto 2021

15 AGOSTO FESTA DI MARIA ASSUNTA IN CIELO

      Il giorno 1 novembre 1950, Papa Pio XII, sulla tradizione della Chiesa che risaliva già ai primi del quinto secolo d.C., proclamò solennemente in piazza San Pietro, gremita da una moltitudine di fedeli, il dogma della “ASSUNZIONE DI MARIA IN CIELO” sancito dalla Costituzione apostolica “Munificentissimus Deus” e con le seguenti, sintetiche parole: “La Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.

 Già dal 1947 la Madonna si era rivelata in una apparizione privata nella zona detta “Tre Fontane” di Roma a un semplice ferroviere, BRUNO CORNACCHIOLA, accanito avversario della chiesa cattolica, tanto che aveva in programma di ammazzare il Papa, il quale, dopo quella apparizione, cambiò totalmente vita, si fece apostolo di Maria e ricevette da Lei la conferma di essere stata assunta anima e corpo in cielo, senza passare dalla corruzione del sepolcro, a tal punto che la Madonna stessa si proclamò al Cornacchiola “MADONNA DELLA RIVELAZIONE”, quasi a confermare il Papa, attraverso un umilissimo convertito, la verità soprannaturale del dogma che avrebbe poi proclamato tre anni dopo, nel 1950.

 Crediamo opportuno, a tale proposito, proporre la lettura di un brano del libro intitolato “LA MADONNA RACCONTA. Confidenze della Vergine Maria ai suoi figli” di don Ferdinando Rancan, ed. Fede & Cultura, con la prefazione del Vescovo emerito di Ferrara, Mons. Luigi Negri, libro molto particolare e forse anche unico nel suo genere, perché è la Madonna stessa che parla di sé e della sua vita accanto a Gesù e alla Famiglia di Nazareth, come una specie di “autobiografia della Madonna”.

 

Il susseguirsi di vicende narrate nel libro, sono così fedeli al Vangelo e talmente vive, commoventi e realistiche da aver convinto un’autorità della Chiesa come mons. Luigi Negri, non solo a dare il suo benestare, ma ad invogliare la lettura di questo libro perché è uno dei modi più efficaci per conoscere il Vangelo e la vita di Gesù, in stretta unione con quella di Sua Madre dove emerge, non solo l’aspetto dottrinale e teologico in piena fedeltà con il Magistero della Chiesa cattolica, ma soprattutto un rapporto affettivo, di vero amore e devozione che coinvolge nell’intimo il cuore del lettore.  Riportiamo un brano della prefazione di mons. Negri: “… Inizialmente ho provato un certo disagio, avvertendo su di me la legittima domanda dei lettori: è davvero soprannaturale la provenienza di queste confidenza? Oltre a verificare che in queste confidenze non c’è altro se non il puro dogma cattolico, e mai una frase di esagerazione o di esorbitanza, mi sono tranquillizzato – appunto perché non tocca a me formulare un giudizio sulla natura di questa confidenza – quando ho capito un aspetto che io reputo essenziale e che ritengo l’apporto più significativo di questo libro: che sia una grande testimonianza di affezione alla Madonna, a Cristo e alla Chiesa (…)  Mi sembra che, attraverso il dialogo fra il cuore di Maria e il cuore di quest’anima appassionata di Lei, sia significativamente raccolta la verità dell’espressione “La Chiesa è la famiglia di Dio”.

 

LA DORMIZIONE DI MARIA

             Figlio mio, dopo l’incontro che vide quasi tutti gli Apostoli riuniti a Gerusalemme, la mia gioia andò crescendo enormemente al vedere la Chiesa appena nata che stava ormai prendendo piena consapevolezza di se stessa, della sua identità, e che doveva ormai rompere gli orizzonti ristretti della storia d’Israele e lanciarsi in tutte le direzioni.    Gli Apostoli avevano capito che la Chiesa era per tutto il mondo per tutti i popoli della terra, che la Chiesa doveva evangelizzare, cioè portare Gesù a tutte le nazioni del mondo. Questa consapevolezza degli Apostoli era per me un motivo molto vivo per constatare che la mia missione sulla terra era finita. Ormai era vicina la mia ora, l’ora in cui dovevo consegnare me stessa, tutta la mia vita, nelle mani di Dio, della Trinità Santissima, attraverso le mani di Gesù mio figlio. Questa consapevolezza non riguardava soltanto il compimento della missione che il Signore mi aveva affidato, ma era accompagnata da un grande desiderio di vedere finalmente il volto di Dio, e la gloria del mio figlio Gesù.  Il volto di Dio! I miei occhi ormai stavano chiudendosi agli orizzonti terreni e cercavano l’orizzonte della gloria, l’orizzonte di Dio nella sua Trinità Beata. 

            Nell’abitazione di Giovanni, il discepolo più caro che mi aveva affidato Gesù stesso dalla croce, venivo assistita da Salome, Giovanna, la Maddalena e dalle altre donne che avevano seguito Gesù. Si celebrava frequentemente l’Eucaristia che io ricevevo con la fede e l’umiltà di essere, nonostante tutto, una povera creatura: io ricevevo Gesù, ma ogni volta cresceva ancora di più il desiderio di vederlo trasfigurato nella gloria in Cielo. 

Poiché le mie forze andavano progressivamente diminuendo, volli salutare le donne e gli Apostoli, soprattutto Pietro e Giovanni. I sensi si affievolivano, finché un profondo sopore mi avvolse come in un’estasi. Il mondo stava sparendo intorno a me e mi trovai improvvisamente sola con me stessa, una solitudine abitata da una pace immensa nella quale sentivo riecheggiare le parole di Gesù sulla croce: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. Fu la mia ultima preghiera, non seppi dire altro. Dopo questo, tutto disparve intorno a me per trovarmi in una condizione interiore simile a un abbraccio, l’abbraccio paterno di Dio. Da quel momento disparvi totalmente anche a me stessa.

Non so dire quanto tempo sia passato in quello stato. Un fremito aveva percorso il mio corpo e mi ritrovai in una condizione che non aveva più nulla in comune con quella di prima. Mi ritrovai immersa in un oceano di luce e dentro a quell’oceano sentii riecheggiare la voce ben nota da sempre: era quella di Gesù. Mi diceva “Vieni, Madre mia, prendi posto accanto a me, il posto che il Padre ha preparato per te perché io ponga il tuo nemico a sgabello dei tuoi piedi. Le stelle del cielo ti circonderanno. E continuerai a invitare gli uomini a incontrare il loro Creatore e ad accogliere il figlio suo che egli ha inviato nel mondo per liberare l’umanità dal peccato”.

Dio ha voluto che io fossi Madre dell’Amore bello, dell’Amore che salva, dell’Amore che si fa dono, un dono totale, pieno, un dono che fa fiorire di bellezza anche la croce. Figlio mio, sono tua Madre che ora è in cielo, corpo e anima, accanto a suo figlio Gesù, ma sono anche una Madre che attende, una Madre che ancora non ha completato la sua maternità, una Madre che vuole vedere la redenzione completata in quello che manca alla passione di suo figlio Gesù. Una Madre che ancora sta partorendo te, e tanti, tanti, tanti figli suoi che ancora non conoscono Gesù. Non lasciarmi sola! Aiutami a far conoscere Gesù agli uomini di questo mondo. Tu puoi aiutarmi perché sono stata io a farti conoscere Gesù. Le cose che io ti ho detto sono l’apertura del mio cuore materno, a te perché tu conosca più profondamente quel Gesù che ci ha chiamato, e quindi che tu come discepolo senta il bisogno di avere tanti fratelli che assomiglino al mio primogenito, quel Gesù che ha dato sé stesso per amore tuo. Anzi, in me, nella mia maternità è tutto l’universo che sta soffrendo le doglie del parto perché non è ancora portata a compimento l’opera di Dio.

 

Dal libro “La Madonna racconta” 

di Ferdinando Rancan

 

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