mercoledì 30 gennaio 2019

LO STRAPOTERE DELLA MAGISTRATURA


2. LO STRAPOTERE DELLA MAGISTRATURA
L’Avvocato Giuseppe Palma, noto per le sue posizioni anticonformiste nei riguardi soprattutto del potere di certa Magistratura, dell’Unione europea e del pericolo dell’euro, ha ricordato in modo chiaro e inconfutabile in che cosa consiste il compito della Magistratura in rapporto con la Costituzione italiana. L’avv. Palma ricorda che, secondo la classica tripartizione politica operata dal Montesquieu e tuttora vigente anche in Italia, i poteri dello Stato si suddividono in: Potere legislativo spettante al Parlamento, Potere esecutivo spettante al Governo, e Potere giudiziario spettante alla Magistratura.
La Magistratura mai deve sentirsi legittimata a sostituirsi al Governo, perché suo compito è di esercitare “in nome del popolo” la funzione giurisdizionale nei soli spazi delineati dalla Costituzione e soprattutto nel fedele rispetto della legge approvata dai due organi deputati ad adottarla: il Parlamento e il Governo.
Continua l’avvocato Palma: “Se si legge il Titolo Quarto della Carta costituzionale è scritto a chiare lettere, nella Sezione Prima, “La Magistratura è un Ordinamento giurisdizionale e non Potere; e a fugare ogni dubbio ci pensa l’art. 104 Cost.: La Magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere…”.
PERTANTO LA MAGISTRATURA NON È UN POTERE MA È “UN ORDINE” come quello dei giornalisti, dei medici, degli avvocati ecc. che ha dei diritti e dei doveri ben chiari e delimitati che le impongono di non sostituirsi al Governo o al Parlamento, a maggior ragione se determinate leggi o norme sono state ratificate anche dal Quirinale, cioè dal Presidente della Repubblica. La Magistratura pertanto, come studiavamo anche nei libri di scuola di educazione Civica, ha il compito di vigilare perché vengano osservate le leggi emanate dal Parlamento e sancite dal Governo, ma non può arrogarsi il diritto di “CREARE” nuove leggi secondo il proprio orientamento politico, arrivando perfino all’assurdo di condannare l’operato dei singoli ministri nel legittimo svolgimento del loro mandato voluto democraticamente dal popolo.
Questo non solo in riferimento alle pretestuose accuse rivolte contro l’operato dell’On. Salvini in merito agli sbarchi, ma a tutta una situazione arbitraria in atto da interi decenni, continua l’avv. Palma, come quando un gruppo di magistrati – durante il cosiddetto periodo di “mani pulite” – si presentò davanti alle telecamere per contrastare l’entrata in vigore di un legittimo – anche se discutibile – decreto che depenalizzava il finanziamento illecito ai partiti, violentando in tal modo sia il principio di autodeterminazione delle Camere che l’esercizio della sovranità popolare. E quel loro motto “resistere, resistere, resistere” che altro poteva significare se non resistere contro il Parlamento e il Governo, cioè contro l’autorità costituita?
Si potrebbero aggiungere altri esempi come quando la Magistratura si arrogò il diritto tre anni fa di approvare adozioni di minori per omosessuali, ottenuti anche con uteri in affitto, quando in Italia queste leggi non sono ancora state approvate! E quando la Magistratura ha condannato più volte le vittime a risarcire i ladri che li hanno derubati e perfino malmenati, ha compiuto un gesto di sopraffazione perché mai in nessuna Costituzione italiana è scritto che il ladro deve essere risarcito dalla vittima se non è riuscito a portare a casa sano e salvo il suo bel bottino! Eppure tutti zitti e buoni a obbedire a ciò che la Magistratura aveva decretato arbitrariamente!
Nel caso del ministro Salvini che la Magistratura vuole giudicare per aver adempiuto a suo preciso dovere politico previsto dalla legge, è auspicabile che l’on. Salvini non si presti al loro gioco di presentarsi in tribunale per essere giudicato, nemmeno qualora avesse la certezza di essere abbondantemente assolto! Perché questo atteggiamento iniziale di totale sottomissione presenta già un pericoloso vizio di forma che sa di regime totalitario e che rischia di creare dei precedenti che non giovano né a lui, né al governo, né all’Italia e ancora meno agli italiani che si augurano che venga applicata la giustizia ma non il giustizialismo.

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