giovedì 1 aprile 2021

GIOVEDI' SANTO COMMEMORAZIONE SACERDOZIO E SANTA EUCARISTIA

 

GIOVEDI’ SANTO 2021

COMMEMORAZIONE DELL’ ISTITUZIONE

DEL SACERDOZIO E DELLA SANTA EUCARISTIA

 

Cari amici, in questo giorno solenne e meraviglioso che è il GIOVEDI’ SANTO nel quale Gesù Cristo ha istituito, durante la cosiddetta “ULTIMA CENA” nientemeno che due Sacramenti essenziali per la vita cristiana che sono “L’ORDINAZIONE SACERDOTALE E LA SANTA EUCARISTIA”, penso di fare cosa gradita riportando alcune frasi di don Ferdinando Rancan tratte da alcuni suoi scritti in merito a questo sublime argomento.

“(…) Il Sacramento del Sacerdozio, dell’Ordine Sacerdotale è stato conferito da Gesù non come semplice titolo onorifico o come mandato speciale in favore degli uomini per consolarli nelle loro fatiche cercando concrete soluzioni alle loro difficoltà. Il Sacramento del Sacerdozio è collegato direttamente con un altro grande Sacramento che è la Santa Eucaristia, anzi si può dire che Sacerdozio ed Eucaristia sono un binomio inseparabile perché non si può avere Eucaristia (Santa Messa) senza il Sacerdote consacrato e nello stesso tempo il sacerdote consacrato di per sé diventa un povero fallito se non celebra o celebra saltuariamente l’Eucaristia per privilegiare magari altre attività. Infatti la Santa Messa è un dono così grande da far tremare Angeli e Santi dalla gioia pensando che solo ai Sacerdoti cattolici, in virtù del Sacramento dell’Ordine Sacro, è stato concesso da Dio stesso il privilegio di portare Gesù vivo e vero dal Cielo alla terra per offrirlo agli uomini. A tal punto che per definire il Sacerdote con due parole, si potrebbe dire che “IL PRETE E’ LA MESSA!”

Nell’antico Testamento il Sacerdozio era privilegio di casta, vale a dire si nasceva sacerdoti, come un titolo onorifico, nobiliare. La tribù di Levi non dava che Leviti, cioè Sacerdoti.

Nel Nuovo Testamento invece, Cristo ha voluto che il sacerdozio fosse patrimonio e privilegio del suo liberissimo amore. Non vi siete eletti da voi stessi, non vi siete autocostituiti Sacerdoti, MA IO HO ELETTO VOI. 

E San Paolo commenta che nemmeno Cristo si autoglorificò costituendosi da sé stesso Sacerdote, ma fu il Padre che, nel momento della sua concezione verginale nel Ventre di Maria, lo costituì come Uomo-Sacerdote Sommo ed Eterno. Vedete come il Sacerdozio nella sua origine remota, quasi eterna nel seno del Padre, per mezzo del figlio arriva a noi uomini!

            Il Cristo è venuto a cercarsi i preti fra gli uomini “ex hominibus” specifica San Paolo. Avrebbe potuto scegliere gli Angeli. Chi più puro di un Angelo per accostarsi all’altare? Chi più fedele di un Angelo per servire all’altare?  Eppure ha voluto che venissimo noi, ha voluto che il prete fosse un uomo, e un uomo pieno, completo, con le stessi virtù e difetti, come voi, che vive e lavora con voi (…) finchè un giorno “Uno” lo ha toccato sulla spalla, lo ha guardato con amore infinito e gli ha detto “Lascia tutto, vieni via con me, ti devo fare un cacciatore di uomini. Vieni e seguimi”.

            Vi dico che è una scoperta che sbalordisce, che anche dopo molti decenni ci lascia esterrefatti, attoniti, a contemplare un mistero più grande di noi per il quale, come povere creature, siamo indegni. INFATTI LA VOCAZIONE SACERDOTALE È UN DRAMMA! UN DRAMMA PERSONALE perché tocca ciò che c’è di più individuale e personale in un uomo facendolo entrare in una dimensione soprannaturale che ci trascende perché non è sempre facile da comprendere, nemmeno per noi preti (…).

Però non è sufficiente la chiamata (…) perché questa chiamata di Cristo deve essere sancita, consacrata, passata a ferro e fuoco come un sigillo, in un certo senso, attraverso IL SACRAMENTO DELL’ORDINAZIONE SACERDOTALE” che conferisce al “Chiamato, all’Eletto” gli stessi poteri di Gesù Cristo per sempre “TU ES SACERDOS IN AETERNUM”, proprio come il Cristo. Mistero sublime degno di un Uomo-Dio che più si conosce da vicino e più ci commuove fino alle lacrime. (…)

            Ancora San Paolo parlando di Cristo Sacerdote dice che i suoi doni erano “PRECES SUPPLICATIONESQUE” “PREGHIERE E SUPPLICHE”.  Ecco il prete, l’uomo della preghiera. Il prete deve pregare e pregare sempre, sotto pena di sfalsare sé stesso e diventare una copia adulterata del Cristo che passava le notti sulla cima dei monti a pregare.

            Ma volete vedere il prete nella sua fisionomia più vera, più esatta e più adeguata? Venite a vederlo qui quando inalbera le sue mani sull’altare per mostrarvi il sole divino disceso dal Cielo.  IL SACERDOTE E’ PER ECCELLENZA IL SACRIFICATORE, vittima pro populo, proprio come Gesù. Ed è nella Messa in particolare che egli vive questo sacrificio, incruento ma reale, ugualmente valido ed efficace per il perdono dei peccati e la salvezza dell’umanità. La Messa è la più sacerdotale delle azioni, è l’AZIONE PIU’ SULIME DELLA TERRA ED E’ ANCHE LA MENO COMPRESA E VALUTATA.

            Ma poi San Paolo descrive i compiti che legano profondamente il sacerdote agli uomini: perché possa comprendere il dolore di coloro che sono nell’ignoranza e nel peccato e proprio qui avete la spiegazione, la risposta al perché il Cristo è venuto a cercarsi i preti fra gli uomini. E’ NECESSARIO CHE IL PRETE SIA UOMO PERCHE’ E’ NECESSARIO CHE IL PRETE SENTA LA DEBOLEZZA, LA LOTTA, I DOLORI, LE TENTAZIONI, I TIMORI, LE RIVOLTE DELL’UOMO… E’ NECESSARIO CHE EGLI SIA MISERABILE PER ESSERE MISERICORDIOSO!     (…)

            San Paolo indica anche i destinatari dell’azione del prete: coloro che sono nell’ignoranza e coloro che peccano. Il sacerdote deve portare la scienza agli ignoranti. Quale scienza? IN UNA PAROLA IL PRETE INSEGNA INNANZITUTTO LA SCIENZA DI SALVARSI L’ANIMA. Sono ingiustificabili pertanto coloro che cercano nel prete eleganti discorsi umani o dotte elucubrazioni come se egli avesse una dottrina sua da propagandare, frutto di sue speculazioni filosofiche. NO! Perché il prete, anche il meno dotato, ha questa meravigliosa potestà di predicare la verità più sublime e più grandiosa che sia mai stata annunciata sulla terra. E questo con una certezza e con una sicurezza tali che trascendono ogni autorità e sapienza umana, perché la dottrina del prete non è sua ma di Gesù Cristo e come tale porta in sé stessa le garanzie della verità, perché si tratta innanzitutto di annunciare LA SCIENZA DELLA SALVEZZA ETERNA che accomuna e riguarda tutti gli uomini di tutti i tempi  (…)

 

                                    Da alcuni scritti e omelie di

                                    Don Ferdinando Rancan

 

 

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